L'appello alla conversione è l'aspetto centrale del messaggio di Fatima come in ogni evangelizzazione

Non si tratta soltanto di un invito alla conversione personale, ma alla chiamata a prendere parte alla conversione degli altri, consapevole che la Chiesa, in linea con la mediazione salvifica di Gesù Cristo, possiede un ministero di conversione. A Fatima, la Madonna richiama a tutta la Chiesa che i cristiani, soprattutto i cuori puri, innocenti, possono avere un ruolo decisivo nella salvezza del mondo, prendendo parte alla mediazione pacifica di Gesù Cristo.

José da Cruz Policarpo in "Enciclopedia di Fatima" pp. 127-131

  1. La conversione è un tema centrale del vocabolario cristiano di evangelizzazione, complementare al concetto di redenzione: è opera di Dio, in Gesù Cristo; la risposta di ogni uomo così avviato sul cammino della salvezza. Sono due momenti dello stesso mistero. La risposta di ogni uomo che, convertendosi cioè cambiando mentalità e vita, aderisce al progetto di amore con cui Dio lo ha creato e solo, dopo il peccato, gli è possibile perché Dio lo ha redento cioè ricreato, in Gesù Cristo. Secondo il Concilio Vaticano II, con la conversione ogni uomo si allontana dal peccato ed è introdotto come figlio nel Figlio di Dio Padre per opera dello Spirito Santo nel mistero divino dell'amore, che lo chiama a stabilire un rapporto personale con Dio, in Gesù Cristo (AG., n.13).

L'uomo può convertirsi soltanto perché è stato redento e gli è stato fatto l'annuncio, e la redenzione è un atto creatore dell'amore misericordioso di Dio, nel sacrificio di Gesù Cristo, che annulla la sentenza di morte in cui l'umanità è incorsa col peccato, riconducendola alla verità fondamentale della creazione, che destinò ogni uomo all'intimità filiale con Dio e alla pienezza della vita da risorti. Come scrive Papa Giovanni Paolo II,: in "Gesù Cristo il mondo visibile, quel mondo sottomesso alla caducità con l'ingresso del peccato fin dalle origini, riacquista di nuovo il vincolo originale con la fonte divina della sapienza e dell'amore" (RH., n.8). Secondo l'apostolo Paolo, il peccato non è limitato ad allontanare ogni uomo da Dio, fonte di vita e di amore, ma ha corrotto la creazione stessa, inseparabile dalla vita umana, poiché è il suo habitat e l'inventivo della sua creatività nella trasformazione del mondo, prendendo così parte alla continua opera creatrice di Dio. Per questo la redenzione trasforma il cuore dell'uomo e riconduce la creazione alla sua verità prima (Rm 8,18-22)". Giovanni Paolo II riassume tutto nella sua definizione di redenzione: "La redenzione del mondo, quel tremendo mistero dell'amore in cui fu rinnovata la creazione, è, nella sua radice più profonda, la pienezza della giustizia in un cuore umano, il cuore del Figlio primogenito, affinché Lui possa diventare giustizia dei cuori di molti uomini, i quali, precisamente nel Figlio primogenito,  furono predestinati da tutta l'eternità, per ritornare figli di Dio" (RH., n.9).

  1. Nel Nuovo Testamento, la conversione è parte integrante dell'inizio della fede e dei discepoli; cioè, seguire Gesù. Aderire a Gesù Cristo suppone un mutamento di mentalità e di vita, di condotta. La sincerità della fede si esprime, appunto, col cambiamento di mentalità e di condotta. Poiché il peccato è il primo ostacolo che impedisce ad ogni uomo di seguire il cammino della salvezza, la conversione appare, di frequente, come pentimento e abbandono del peccato. Gesù comincia il suo pellegrinaggio con un invito alla conversione:" Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo" (Mc 1,15). E il giorno della Pentecoste, Pietro dice a coloro che gli chiedono cosa fare dopo l'annuncio della risurrezione di Cristo: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo" (At 2,38) che vi fa figli nel Figlio di Dio Padre con la destinazione a risorgere da morti.

L'apostolo Paolo, senza smettere di parlare di conversione e pentimento (metanoia e epistophe) esprime la realtà della conversione cioè del cambiamento di mentalità e di vita con metafore, come nel brano della morte per la vita veramente vita eterna. Si tratta di avviare un nuovo cammino in questo nuovo orizzonte di vita cioè in Cristo sacramentalmente presente e in Cristo pensando e agendo come Lui. Parlando ai cristiani del suo rapporto vitale con Cristo, egli scrive loro: "Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sacramentalmente sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova" (Rm 6,4) cioè nell'orizzonte e nell'attesa della risurrezione relativizzando e finalizzando tutto il temporale alla meta ultraterrena. L'esperienza cristiana di una "vita nuova" è, al contempo, il frutto della redenzione con la conversione cioè con il cambiamento di mentalità e di vita.

Come abbiamo già visto, il principio della fede come adesione progressiva al pensare e vivere in Gesù Cristo include necessariamente la conversione, come disponibilità a cambiare progressivamente mentalità e vita. L'esigenza di conversione accompagna la crescita della fede, della speranza e della carità e quindi tutta la vita del credente, essendo la principale espressione della sua fedeltà. Quando il cristiano, per fragilità, torna vivere elementi di mentalità e di vita come l'"uomo vecchio" senza fede cioè nel peccato, la conversione esige il pentimento e la penitenza sacramentale della Confessione o secondo e continuo Battesimo. Il mistero della Croce di Cristo, centro di tutta la vita cristiana nella sua attualizzazione eucaristica almeno della domenica, conferisce alla penitenza un'efficacia misteriosa; non solo la penitenza dei peccatori che hanno bisogno di convertirsi, ma la penitenza dei "giusti", delle anime innocenti, che la offrono per la conversione die peccatori.

  1. Possiamo adesso concentrarci sull'obiettivo principale di questo articolo: dimostrare come questo concetto fondamentale della vita cristiana è presente nel messaggio di Fatima. Ciò può essere riassunto nei seguenti punti: il dramma del peccato che ferisce la gloria di Dio nel voler creare ogni uomo con il libero arbitrio e cioè con la possibilità di amare ad immagine di Lui che è amore, con il rischio del rifiuto; la dimensione personale, comunitaria e cosmica; la conversione che comincia ravvivando la fede; la mediazione che intercede nella conversione dei peccatori; la riparazione con l'amore della gloria di Dio offesa; il cuore immacolato e il necessario rapporto tra redenzione e conversione; la conversione come cammino di pace.
  2. Il peccato emerge nel messaggio di Fatima come realtà drammatica che condurrà il mondo alla perdizione; di qui l'urgenza della conversione. La Madonna non viene a denunciare peccati concreti, ma ad avvertire del dramma del peccato generalizzato nel rifiuto della fede, della speranza e della carità. I bambini captano il dramma soprattutto dopo la visione dell'Inferno, ma non sanno di quale peccato si tratti. Jacinta chiede: "quali peccati sono quelli che commette la gente per andare all'inferno?"; Lucia le risponde: "Non so. Forse di non andare a Messa la domenica (che è la continua attualizzazione del Sacrificio della Croce, culmine e fonte della fede, della speranza e della carità), di dire brutte parole, augurare disgrazie, bestemmiare". Da quel momento in poi, ogni qualvolta Jacinta sentiva pronunciare una parolaccia, reagiva come di fronte all'intensità di un dramma in grado di compromettere il destino del mondo.

Emerge chiaro nel messaggio che il peccato è la causa delle grandi disgrazie dell'umanità, come la guerra che in quel periodo flagellava l'Europa. Vi è presente un'intuizione di dimensione storica, collettiva e persino cosmica del peccato. L'urgenza della conversione si manifesta non solo nella sua dimensione personale, ma anche in quella collettiva, di uomini, popoli e nazioni, con la grandezza e le dimensioni del dramma della redenzione. Sullo sfondo appare il peccato di incredulità, il dramma dell'ateismo contemporaneo. La Russia propagherà i suoi errori; ma grazie alla preghiera e al pentimento la Russia si convertirà. Così come la fede è l'inizio della conversione e della salvezza, l'incredulità è la negazione della vita nuova, vissuta in comunione con Dio attraverso Gesù Cristo. Che l'incredulità e l'ateismo culurale sembrano costituire lo sfondo della realtà del peccato è suggerito dall'affermazione dell'angelo, nella preghiera che insegna ai pastorelli: "Chiedo perdono per coloro che non credono".

La dimensione più drammatica del peccato è l'offesa alla gloria di Dio. La prima finalità della conversione è ristabilire la gloria dovuta a Dio dalle creature. I pastorelli captano anche sensibilmente il dramma del peccato come un attentato alla gloria e alla santità di Dio. Per Francisco, "consolare" Nostro Signore è prioritario rispetto alla conversione dei peccatori. Fin dalla prima apparizione la Madonna chiede loro: "Vi volete offrire a Dio per sopportare tutte le sofferenze che voglia mandarvi, in riparazione die peccati con cui Lui è stato offeso e di supplica per la conversione dei peccatori?" Questi due aspetti – conversione dei peccatori e riparazione della gloria di Dio offesa (Lui crea ogni uomo con il libero arbitrio per offrire la possibilità di amare come Lui che è Amore, il rifiuto consapevole è non riconoscerlo) – sono la sfida fondamentale del messaggio di Fatima: la conversione. Essa attualizza il messaggio di Gesù stesso, all'inizio della predicazione.

  1. La conversione comincia col rinnovamento della fede. Non c'è fede senza conversione cioè continuo cambiamento di mentalità e di vita; è per questo che il peccato di incredulità è il più drammatico di tutti, in quanto annulla il desiderio di conversione. L'angelo, nel corso della sua apparizione, rivolge questa preghiera ai bambini; egli  non si limita a insegnare loro una preghiera, ma prega con loro, suggerendo così che la preghiera è il modo migliore per imparare a pregare. E di questa orazione peculiare, in quanto pronunciata da un angelo insieme ai tre bambini innocenti, la fede è l'oggetto: "Mio Dio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano". La fede è la fonte della speranza, si esprime nell'adorazione, si concretizza nell'amore. Riparazione adorazione diventano linee di forza della fede dei pastorelli. Costoro rispondono all'esigenza di conversione della loro vita: limano i piccoli difetti, si aprono completamente al disegno di Dio mettendosi spesso in ginocchio, danno priorità assoluta all'amore di Dio. Espressioni della loro semplicità di bambini ci rivelano la grandezza della carità: "Oh mio Gesù, è per il Vostro amore"; "mi piace tanto dire a Gesù che lo amo"; "guarda, dì' a Gesù nascosto nel tabernacolo che Gli voglio molto bene e che Lo amo tanto". I bambini capirono che l'Eucaristia, attualizzazione continua del Sacrificio della Croce, è il sacramento dell'amore cui convertirsi continuamente e che è il massimo segno di maturità della fede.
  2. L'appello alla conversione continua è l'aspetto centrale del messaggio di Fatima come dell'Evangelizzazione. Non si tratta soltanto di un invito alla conversione personale, ma della chiamata a prendere parte alla conversione degli altri, consapevoli che la Chiesa, in linea con la mediazione salvifica di Gesù Cristo, possiede un ministero di conversione. A Fatima, la Madonna proclama a tutta la Chiesa che i cristiani, soprattutto i cuori puri, possono avere un ruolo decisivo nella salvezza del mondo, prendendo parte con Lei alla mediazione di Gesù Cristo.

Si tratta di una dimensione esplicita della chiamata speciale diretta a tre bambini, tre anime innocenti, dalla Madonna e che essi assumono con illimitata generosità per tutto il mondo. E poiché si tratta di partecipare alla mediazione di Gesù Cristo, essa si concretizza nei due principali atteggiamenti di Gesù: la sofferenza non meritata, ma generosamente accettata e offerta per la salvezza del mondo, e la lode a Dio, esigenza primordiale nella sua qualità di Figlio con i figli in Lui Figlio.

Soffrire generosamente per la conversione dei peccatori è insito nella chiamata rivolta loro dalla Madonna: "Vi volete offrire a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli ha voluto mandarvi, come atto riparatore per i peccati con cui Lui è offeso e della supplica della conversione di peccatori?". In un altro momento, la Madonna chiede loro: "Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori, che molte anime vanno all'inferno perché non c'è chi si sacrifichi e chieda per loro". Conosciamo la radicalità con cui i tre bambini cercarono di rispondere all'appello, accettando tutte le sofferenze e anche inventandone per riparare la gloria di Dio offesa e meritare la conversione dei peccatori". Una preghiera di Jacinta dimostra efficacemente tale dimensione nell'orientamento della vita dei pastorelli: "Oh mio Gesù è per il vostro amore, per la conversione dei peccatori, per il Santo Padre e in riparazione dei peccati commessi contro l'Immacolato Cuore di Maria". Questo aspetto è tra i più grandiosi del messaggio di Fatima, perché colloca la spiritualità che ne emana nell'intimo del mistero pasquale, nella continuità di tutte le grandi tradizioni dell'ascesi cristiana. La sofferenza corredentrice dei cristiani è espressione realista della nostra identificazione come membra del suo corpo che, prima di risuscitare, subì la morte sulla Croce. Solo uniti alla Croce di Cristo che si attualizza in ogni celebrazione eucaristica meriteremo, con Lui, la conversione dei peccatori.

  1. Il dramma del peccato consiste innanzitutto nell'offendere la gloria di Dio, che accade attraverso il libero arbitrio dato per amare tramite l'obbedienza e la comunione amorosa con Lui che è Amore. Al di là della sofferenza offerta, i pastorelli capirono che il modo migliore per vincere e riparare i peccati del mondo è stabilire con Dio quell'intimità d'amore, con la preghiera contemplativa e adorante che permette a Dio di agire con i peccatori. Insieme all'invito di soffrire per amore, l'urgenza dell'adorazione in ginocchio fa parte della chiamata. All'amore per Dio si unisce l'amore per i peccatori, dimostrando che la carità è l'unica dinamica possibile per realizzare veramente l'unità del nostro essere, spirito e materia.

In occasione della sua apparizione l'angelo, dopo aver pregato con i pastorelli, dice loro: "Pregate così. I cuori di Gesù e Maria staranno attenti alla voce delle vostre suppliche". Nella vita dei pastorelli l'offerta del sacrificio e la preghiera costituiscono un'unità, nell'esperienza profonda della carità. La Madonna raccomanda loro di pregare quando offrono un sacrificio perché il sacrificio è una forma di orazione. Così essi riferiscono il messaggio dell'angelo: "Pregate, pregate molto, offrite costantemente all'Altissimo preghiere e sacrifici". Solo la carità salva il mondo e gloria di Dio è amare e la nostra sofferenza è feconda soltanto quando è espressione dell'amore-carità. È il segreto della fecondità salvifica della sofferenza del "Giusto", delle "anime innocenti". Soffrendo, le preghiere innocenti anche di bambini educati sono le più capaci di amare. Anche un cuore macchiato di peccato può soffrire, ma è incapace di trasformare la sofferenza in espressione di amore.

  1. Questo mistero della sofferenza dei bambini innocenti ci introduce alla presenza dell'inevitabile rapporto tra redenzione e conversione nel messaggio di Fatima. Un "cuore nuovo" è opera di Dio in noi, è la nuova creazione meritata col sacrificio redentore di Gesù Cristo che continuamente sia attualizza in ogni celebrazione eucaristica. A Fatima, il mistero di un "cuore nuovo" e innocente si esplicita nel segreto del Cuore Immacolato di Maria. La vittoria del regno di Dio sarà il trionfo del "Cuore Immacolato di Maria".

Nel messaggio delle sacre Scritture è chiaro che la redenzione e la conversione suppongono un cambiamento nel cuore, poiché l'uomo deve amare Dio con il suo vero cuore (Dt 6.5; 4,29). Il peccato ha indurito il cuore, rendendolo incapace di conoscere e amare Dio. "Ma questo popolo ha un cuore indocile e ribelle" (Ger 5,23), "cuore non circonciso" (Lv 26,4). La redenzione suppone un cambiamento di cuore. La promessa della salvezza è l'annuncio di un "cuore nuovo" (Ger 32,39), capace di conoscere il Signore (Ger 24,7), un cuore di carne e non di pietra (Ez 36,25ss).Salvare significa sconfiggere la durezza del cuore, è come "rinascere" (Gv 3,3).

Nella pienezza dei tempi, nella realizzazione definitiva della salvezza, appaiono due persone a cui non è stato necessario mutare il cuore perché sempre immacolato come quello di Dio:" Cristo, il cui cuore di Figlio, sacro perché divino, sarà la fonte di trasformazione dei cuori induriti dal peccato, Maria, sua Madre, immacolata sin dalla concezione, cui spetta un posto particolare, come corredentrice in tutto il mistero della salvezza.

Il messaggio di Fatima pone in evidenza il ruolo di questo "cuore immacolato" della Madre di Gesù nella conversione nella salvezza del mondo. Lei dice ai pastorelli che per salvare i peccatori "Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Immacolato Cuore", chiedendo che la Russia, simbolo storico dell'ateismo di stato e dell'incredulità culturale, le venga consacrata. Il trionfo della salvezza sarà la vittoria del suo Cuore Immacolato: "Alla fine il mio Immacolato Cuore trionferà". Una certezza di fede da aver presente in tutti i momenti drammatici.

Il mistero della grazia e della misericordia induce i peccatori a riacquistare la purezza del cuore, meritando così la conversione degli altri, tramite le preghiere e la sofferenza offerta. La lotta per la conversione si combatte nel cuore, tra il peccato e la grazia, e in questa battaglia i cuori finiscono per trionfare. La missione dei tre pastorelli, due già beatificati, ne è un esempio, arricchito dal messaggio e dalla speranza per i nostri tempi.

  1. Nel messaggio di Fatima appare linealmente chiaro il rapporto tra la conversione e la pace. La pace è il principale attributo del "Regno di Dio", in un mondo riconciliato con Dio in cui gli uomini si riconoscono nella comune dignità di figli di Dio e si amano come fratelli. La pace è il primo frutto della vittoria sul peccato, di un cuore rinnovato dalla grazia della salvezza. La guerra è invece frutto dell'ingiustizia, degli egoismi che generano violenza, del disprezzo per la dignità della persona umana. La promessa della Madonna è chiara: convertendosi avranno la pace.

Nel periodo in cui avvennero le apparizioni, la guerra, la Prima guerra mondiale, con la sua scia di devastazioni, con i cento milioni di morti per la spagnola", faceva da sfondo all'Europa e al mondo. Il rapporto esplicitamente affermato tra pace e conversione non solo suggerisce la conversione personale, ma anche quella di popoli e nazioni. Le rivelazioni di Fatima racchiudono la promessa della pace; diffondono, per esempio, la speranza. L'annuncio della fine della guerra, la promessa di conversione della Russia e la certezza del trionfo dell'Immacolato Cuore di Maria sono promesse di speranza, in presenza della continua conversione di tutti. La pace annunciata è sempre dono di Dio, vuol dire costruire nella fedeltà il messaggio di conversione venuto dal Cielo.

Questo messaggio mantiene un'attualità evidente: la ricerca della pace, nel mondo secolarizzato di oggi, deve passare  attraverso la conversione dei cuori e la Chiesa non può indugiare riguardo all'annuncio del Vangelo di Pace.




 




Commenti

Post popolari in questo blog

Anglicani

I peccati che mandano più anime all'inferno

Sulla bellezza della Messa “Tridentina”