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Pell è stato un gigante per il coraggio di codannare la confusione er gli inganni che regnano nella società odierna

A meno di un anno dalla sua morte, la voce del cardinale australiano George Pell non cessa di farsi s e ntire nella Chiesa e nella società come un monito ed una  chiamata urgente al ravvedimento contro le spinte woke e contro il pericoloso piano inclinato in cui  versa la Chiesa  alla vigilia del Sinodo sulla sinodalità Miguel Cuarte r o i n  "La Nuova Bussola " – 22 settembre 2023 A contribuire a diffondere il messaggio del cardinale un libro (in quattro lingue: inglese, italiano, spagnolo e francese) appena pubblicato in Australia sulla figura e il pensiero di colui che fu arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney prima di approdare a Roma per occuparsi in prima persona delle finanze vaticane. Il libro Pell contra mundum (Connor Court Publishing, pp. 240) raccoglie diversi interventi di chi ha conosciuto da vicino il cardinale e tre testi scritti dallo stesso Pell. Tra questi, un articolo pubblicato su The Spectator di Londra l'11 gennaio 2023 in cui il cardinale mette n

XXV Domenica

XXV Domenica A (Mt 20,1-16) "Sei invidioso perché io sono buono " . Matteo da pubblicano, pubblico peccatore, diventò immediata m ente discepolo di Cristo  e  da    " ultimo" si trovò "primo", grazie alla logica di Dio, che – per nostra fortuna , per grazia, gratuitamente   – è diversa da quella del mondo   Gesù racconta  [ …  ] la parabola  del padrone della vigna che a diverse ore del giorno chiama operai a lavorare nella sua vigna. E alla sera dà a tutti la stessa paga , un denaro, suscitando la protesta di quelli della prima ora. È chiaro che quel denaro rappresenta la vita eterna, dono che Dio riserva a tutti . Anzi, proprio quelli che sono considerati "ultimi", se lo accettano, diventano "primi", mentre i "primi" possono rischiare di finire "ultimi" . Un primo messaggio di questa parabola sta nel fatto stesso che il padrone non tollera, per così dire, la disoccupazione  nell'arco della vita : vuole che tutt

Benedetto XVI ricorda che negli ultimi decenni il linguaggio ecclesiale ha messo in disuso la parola 'anima'

Parlare di  "cura d'anime "  o di " salvezza delle anime "  è apparso, a una certa ment a lità, un errore (Mc 8,36; Mt 16,26; Mc 3,4) Robert Sarah in A SERVZIO DELLA VERITA' da pagina  24 Si è detto: l'uomo è fatto non solo d'anima, ma di anima di corpo, quindi dobbiamo  parlare di  salvezza dell'uomo o della persona, non di  salvezza dell'anima.  Di può notare l'assenza tragica della parola "anima"  anche nell e nuove traduzioni della Sacra Scrittura.  "Quid enim prodest homini, si mundum universum liucretus, Animae vero suae detrimentum pretiatur? Aut quam dabit homo  commutationem pro anima sua?" " Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma  perderà   la propria vita?  O che cosa  un uomo potrà dare  in cambio della propria vita?"  (Mt 16,26; Mc 8,36).  "Et dicit eis: Licet sabbati bene facere an male? Animam salvam facere an perdere? " " Po i domandò loro: È leci

Il ministero sacerdotale è ministero della fede in senso sia soggettivo e sia oggettivo

È genitivo  oggettivo, perché il nostro ministero ha per oggetto la fede. Il sacerdote, in questo senso , è ministro della Parola di Dio, custode del deposito tradizion a le della fede, predicatore della verità rivelata. Ma è anche genitivo soggettivo , cioè il sacerdozio è ministero che nasce dalla   fede e si esercita come conseguenza della fede  di colui   che è stato ordinato. Se perciò la fede manca o è debole, le conseguenze per il ministero saranno disastrose. Robert Sarah in "A servizio della verità"  da pagina 28 a pagina  33 Occorre partire dall a  classica  distinzione tra  fides qua creditur  e  fides quae creditur,  cioè la fede con la quale  si crede (senso soggettivo) e la fede che si crede (senso oggettivo). La seconda è la dottrina  della fede, mentre la prima è l'adesione personale del credente. È da sottolineare che, per la teologia cattolica , vi è un vero atto di fede solo quando  entrambe queste dimensioni  sono presenti insieme.  Infatti, questa è u

Il vescovo di Donetsk 'Ucraini non ancora pronti a perdonare'

L'unica forza  per andare avanti è l'amore : chi non riesci ad abbracciare con le mani lo puoi con la preghiera  a Dio che ama tutti   «Quello del perdono oggi è un tema molto delicato su cui gli ucraini non sono ancora pronti. Con gli occhi cristiani, si può perdonare solo quando qualcuno viene a chiedere perdono. Altrimenti il perdono è insignificante. Dobbiamo ancora vedere la presa di coscienza del popolo russo che riconosce di aver sbagliato». La Bussola intervista il vescovo di Donetsk, Monsignor  Maksym   Ryabukha .  Monsignor  Maksym   Ryabukha  è un vescovo un po' speciale. L'esarcato arcivescovile di Donetsk di cui è ausiliare, infatti, comprende non pochi territori ora occupati dai russi. Da un anno il salesiano 42enne si ritrova ad esercitare il suo ministero episcopale nella zona più calda del conflitto e a toccare con mano il dramma di sfollati, mutilati, vedove, orfani e altri familiari di vittime.    Monsignor  Ryabukha  ha accettato di parlare della sua

Il prossimo Sinodo e la finestra di Overton nella Chiesa. Come rendere cattolico ciò che cattolico non può essere

Sarà il sigillo del p o ntificato di Jorge Mario Bergoglio, che avrà esaurito il suo sen tiero umano: con l'esperimento , quello di "avviare processi" Paolo  Giuli sano  in "Duc in  altum " – 6 settembre 2026 Della crisi della Chiesa si sta parlando da diverso tempo, con disagio crescente tra le persone più sensibili al problema, perché lo avvertono in tutta la sua drammaticità. Inoltre, poiché ormai si incomincia a parlare sempre più insistentemente perfino di scisma, i cattolici fedeli alla Tradizione non solo provano amarezza per lo spettacolo offerto da gran parte della gerarchia, dei teologi e di chi "fa opinione" nel mondo ecclesiale, ma vivono una forte preoccupazione per chi eventualmente volesse allontanarsi dalla Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Da questo punto di vista, particolare allarme sta destando l'imminente Sinodo sulla sinodalità che impegnerà la Chiesa dall'autunno del 2023 fino al 2024. Un anno di lavori che produ