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QUANDO DIO SI INGINOCCHIA DAVANTI A NOI

QUANDO DIO SI INGINOCCHIA DAVANTI A NOI: SOLO L'UMILE SA CREDERE, SOLO LUI SA AMARE. QUESTO IL GIOVEDI' SANTO Benedetto XVI in "per Amore" pp.79-85 Gv 13,1-15 Il messaggio della lavanda dei piedi non inizia solo col Cenacolo. Attraversa tutta intera la vita di Gesù. Una prima volta si manifesta chiaramente, nella vita di Gesù, durante un banchetto nel quale egli osserva con quale mancanza di riguardo e di tatto gli invitati sgomitano per occupare i primi posti (Lc 14,7-11). Il Signore dice ai suoi che non devono fare così. Devono tranquillamente andarsi a mettere agli ultimi posti lasciando che sia il padrone a pregarli di venire avanti. Quando dice questo, suggerisce tutt'altro che una modestia un po' inibita. Certo, c'è anche un po' di sarcastica lezione di educazione a fronte della mancanza di tatto che trova. In fondo il tatto, la cortesia è un segno di umanità, a volte l'ultimo bastione di essa.  Ma che ci sia molto altro diviene chiaro quando

La buona battaglia del card. Cordes, rimettere Dio al centro

Il porporato tedesco, morto a 89 anni, ha lasciato un'i m pronta  i ndelebile nei pontificati di Giovanni Paolo II  e di Benedetto XVI. Alle sue intuizioni si dev ono la Giornata Mondiale della Gioventù e l'enciclica Deus caritas est :  rimettere al centro   Dio nella società Nico Spuntoni in "La Nuova Bussola" -16  marzo 2024 Il cardinale Paul Josef Cordes, deceduto ieri a Roma all'età di 89 anni nella Casa di Cura Pio XI – e di cui verrà celebrata la Messa esequiale lunedì alle ore 15 all'altare della Cattedra della Basilica di San Pietro –, sapeva bene che la nostra vita è in ogni istante nelle mani del Signore e lo è soprattutto nel momento della morte. Il titolo di presidente emerito del non più esistente Pontificio Consiglio Cor Unum è decisamente riduttivo per comprendere il contributo che il prelato originario dell'arcidiocesi di Paderborn ha dato alla Chiesa contemporanea. La sua impronta, spesso discreta ma sempre incisiva, è indelebile nei ponti

V Domenica

V  Domenica  ( Gv  12,20-33)  "È venuta l'ora (della Nuova Alleanza , della Nuova Storia d'Amore) – Egli dichiara  – che il Figlio dell'uomo sia glorificato  (non solo dagli Ebrei sul Sinai  ma da Tutti  sulla Croce )      Il Vangelo  parla dei greci  – non di ebrei – che vogliono  vedere Gesù.  Egli si trova a Gerusalemme per la  f esta della Pasqua, che sarà la sua pasqua di morte e risurrezione , e alcuni greci sono saliti per il culto durante questa festa. Si tratta certamente di uomini religiosi, attirati dalla  fede, dalla storia di Amore  verso  gli ebrei  d ell'unico Dio e che hanno sentito parlare di Gesù  come Figlio di Dio e ora desiderano vederlo.     Nel momento più terribile della storia del popolo ebreo , che si è mostrato ribelle, provocando così una catastrofe  (la distruzione del tempio, la presa di Gerusalemme e l'esilio )  il Signore , invece di rinunciare all' a ntica  a lleanza, all' a ntica storia di amore  con il suo popolo, gli

Beata Vergine Maria di Lourdes

Il pellegrinaggio veronese alla b eata Vergine Maria di Lourdes L'11 febbraio 1858 fu la prima di un ciclo di 18 apparizioni mariane. La veggente, una contadina analfabeta, Bernadette Soubirous, a cui la S. Vergine consegnò un forte richiamo alla conversione e alla penitenza. Da allora sono innumerevoli le grazie corporali e spirituali legate alla Madonna di Lourde s   L'11 febbraio del 1858, presso la grotta di Massabielle a Lourdes, la Beata Vergine apparve alla quattordicenne Bernadette Soubirous, una contadina analfabeta, di debole salute e poverissima, che in quel giorno si era recata a raccogliere legna lungo il greto del Gave di Pau. Fu la prima di un ciclo di 18 apparizioni mariane, che si sarebbe concluso il 16 luglio e contenente un forte richiamo alla conversione, anticipatore della mariofania ai tre pastorelli di Fatima. «Vidi una signora vestita di bianco. Ella portava un vestito bianco, un velo bianco, una cintura blu e una rosa gialla su ciascun piede», dirà Bern

Andare alle fonti certe per trovare il criteri per l'azione dei cattolici in politica

Andare alle fonti certe per trovare  i criteri per l'azione  del cattolicesimo politico e sociale . 10 lezioni su Leone XIII Don Samuele Ceccotti in "Duc in  altum " – 12 m a rzo 2024 La scelta dell'Osservatorio Van  Thuân  di dedicare interamente la Scuola Nazionale di DSC 2024 al Magistero di papa Leone XIII risponde alla necessità di ritrovare i fondamenti dottrinali del cattolicesimo politico e sociale. Proprio ora che nella Chiesa mai si parla di dottrina e ancor meno si propone una idea cattolica della politica e della società fondata sulla DSC, l'Osservatorio intende richiamare la centralità della verità nel discorso politico, rimettere al centro la dottrina, affermare la necessità di una solida filosofia-teologia per poter pensare cristianamente l'economia, il diritto, la vita sociale e l'azione politica.   Leone XIII non è solo il grande papa che ha dato i natali alla DSC come corpus magisteriale organico, è il papa del neo-tomismo e l'autore

L'unica vera lotta tra il cattolicesimo e la rivoluzione

L'u n ica vera lotta tra il  cattolicesimo e la rivoluzione   L'unica vera lotta è quella che esiste tra il Cattolicesimo e la Rivoluzione. Quando nel 1848 il vulcano rivoluzionario terrorizzava il mondo con i suoi ululati e faceva tremare la società, estirpandone le fondamenta, il partito che si dedicò a difendere l'ordine sociale e a combattere la Rivoluzione non ha esitato a scrivere sulla sua bandiera: Religione, Proprietà, Famiglia, e non ha esitato a inviare un esercito per riportare sul trono il Vicario di Cristo, costretto dalla Rivoluzione a prendere la via dell'esilio. Aveva perfettamente ragione; non ci sono che due princìpi uno di fronte all'altro: il principio rivoluzionario, che è essenzialmente anti-cattolico, e il principio cattolico, che è essenzialmente anti-rivoluzionario. Nonostante tutte le apparenze contrarie, nel mondo non ci sono che due partiti e due bandiere. Da una parte la Chiesa cattolica innalza lo stendardo della Croce, che conduce al

Del tempo sappiamo solo che è nelle mani di Cristo

Il tempo è relativo oppure è un assoluto? La filosofia e le scienze ci si scervellano da millenni, e pp ure ne sappiamo poco .  Il tempo e la storia sono saldamente nelle mani di Cristo Roberto Marchesini in "La Nuova Bussola" – Roberto Marchesini 11  03 2 4 Il tempo è uno dei più grandi misteri del mondo. La filosofia e le scienze ci si scervellano da millenni, eppure ne sappiamo davvero poco. Abbiamo anche idee molto differenti del tempo.   Il tempo è relativo, cioè è una successione di eventi? Oppure è un assoluto, indipendentemente da quello che accade? Certamente, a noi il tempo sembra logaritmico: l'estate di quando eravamo bambini sembrava infinita, mentre più invecchiamo più ci troviamo a pensare «Ma come… è già Natale? Sembra ieri che era Pasqua...». So per certo (non chiedetemi come) che gli africani hanno un'idea del tempo completamente diversa dalla nostra. E poi ci sono le grandi teorie sul tempo.   La più diffusa, quella ufficiale nel cosiddetto «Occiden