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Visualizzazione dei post da giugno, 2009

Cirillo e Metodio

Ci rillo e Metodio costituiscono un esempio di ciò che oggi si indica col termine “inculturazione” “Traducendo la liturgia nella lingua slava, i due fratelli nel sangue e nella fede, Cirillo e Metodio, guadagnarono una grande simpatia presso il popolo. Questo, però, suscitò nei loro confronti l’ostilità del clero franco, che era arrivato in precedenza in Moravia e considerava il territorio come appartenente alla propria giurisdizione ecclesiale. Per giustificarsi, nell’867 i due fratelli si recarono a Roma. Durante il viaggio si fermarono a Venezia, dove ebbe luogo un’animata discussione con i sostenitori della cosiddetta “eresia trilingue”: costoro ritenevano che vi fossero solo tre lingue in cui si poteva lecitamente lodare Dio: l’ebraica, la greca e la latina. Ovviamente, a ciò i due fratelli si opposero con forza. A Roma Cirillo e Metodio furono ricevuti da Papa Adriano II, che andò loro incontro in processione per accogliere le reliquie di san Clemente. Il Papa aveva anche

Anno sacerdotale

“Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote” Si è aperto, venerdì 19 giugno nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù con i Vespri presieduti dal Santo Padre nella Basilica di San Pietro, l’Anno Sacerdotale. Benedetto XVI l’ha indetto in occasione dei 150 anni (+ 1859) della morte del Santo Curato d’Ars, che proclamerà patrono non solo dei parroci ma di tutti i sacerdoti del mondo. Il tema scelto per l’Anno Sacerdotale è “Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote”: anche dimenticato, trascurato e perfino tradito Cristo risorto che con il dono dello Spirito li ha consacrati ad agire in sua persona per sempre e quindi non li dimentica, non li trascura e soprattutto non li tradisce, anche tradito dando la possibilità fino al momento terminale della vita di riconoscere il peccato, convertirsi, lasciarsi riconciliare e ricominciare. Contemplando questo amore senza limiti, fino al perdono non può non emergere la spinta soprannaturale alla fedeltà di ogni sacerdote che il carattere

Legge naturale

Oggi la Chiesa cattolica invoca la legge naturale in quattro contesti principali “ In primo luogo , dinnanzi al dilagare di una cultura che limita la razionalità alle scienze positive e abbandona al relativismo la vita morale, insiste sulla capacità naturale che hanno gli uomini di cogliere con la ragione “ il messaggio etico contenuto nell’essere” (Benedetto XVI) e di conoscere nelle loro grandi linee le norme fondamentali di un agire giusto conforme alla loro natura e alla loro dignità. La legge naturale risponde così all’esigenza di fondare sulla ragione i diritti dell’uomo e rende possibile un dialogo interculturale e interreligioso in grado di favorire la pace universale e di evitare lo “scontro di civiltà”. In secondo luogo, dinnanzi all’ individualismo relativista, il quale ritiene che ogni individuo sia la fonte dei propri valori e che la società risulti da un puro contratto stipulato tra individui che scelgono di fissarne essi stessi tutte le norme, ricorda il carattere

Sacerdoti ed Eucaristia

Da sacerdoti essere, divenire, Eucaristia per la salvezza del mondo! “Mi rivolgo particolarmente a voi, cari sacerdoti, che Cristo ha scelto perché insieme a Lui possiate vivere la vostra vita quale sacrificio di lode per la salvezza del mondo. Solo dall’unione con Gesù potete trarre quella fecondità spirituale che è generatrice di speranza nel vostro ministero pastorale. Ricorda san Leone Magno che “la nostra partecipazione al corpo e al sangue di Cristo non tende a nient’altro che a diventare ciò che riceviamo” ( Sermo 12 , De Passione 3,7, Pl 54). Se questo è vero per ogni cristiano, lo è a maggior ragione per noi sacerdoti. Essere, divenire Eucaristia! Sia proprio questo il nostro costante desiderio e impegno, perché nell’offerta del corpo e del sangue del Signore che facciamo sull’altare, si accompagni il sacrificio della nostra esistenza. Ogni giorno, attingiamo dal Corpo e Sangue del Signore quell’ amore libero e puro che ci rende degni ministri di Cristo e testimoni della