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Visualizzazione dei post da agosto, 2009

Il sacerdote

Il sacerdote nella Chiesa e per la Chiesa “Il sacerdozio, poiché ha in Cristo la sua radice, è, per sua natura, nella Chiesa e per la Chiesa. La fede cristiana infatti non è qualcosa di puramente spirituale e interiore e la nostra stessa relazione con Cristo non è soltanto soggettiva e privata. E’ invece una relazione del tutto concreta ed ecclesiale. A sua volta, il sacerdozio ministeriale ha un rapporto costitutivo con il corpo di Cristo, nella sua duplice e inseparabile dimensione di Eucaristia e di Chiesa, di corpo eucaristico e di corpo ecclesiale. Perciò il nostro ministero è amoris officium (Sant’Agostino), è l’ufficio del buon pastore, che offre la vita per le pecore (Gv, 14 – 15). Nel mistero eucaristico Cristo si dona sempre di nuovo e proprio nell’Eucaristia noi impariamo l’amore di Cristo e quindi l’amore per la Chiesa. La Messa: centro della vita del sacerdote Cari fratelli nel sacerdozio, ripeto con voi le indimenticabili parole di Giovanni Paolo II: “La Santa Messa

L'uomo e l'ambiente naturale

La natura non è né un tabù intoccabile, né si può abusarne “Il tema dello sviluppo è oggi fortemente collegato anche ai doveri che nascono dal rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale. Questo è stato donato da Dio a tutti, e il suo uso rappresenta per noi una responsabilità verso i poveri, verso le generazioni future e l’umanità intera. Se la natura, e per primo l’essere umano, vengono considerati come frutto del caso o del determinismo evolutivo, la consapevolezza della responsabilità si attenua nelle coscienze. Nella natura il credente riconosce il meraviglioso risultato dell’intervento creativo di Dio, che l’uomo può responsabilmente utilizzare per soddisfare i suoi legittimi bisogni – materiali e immateriali –nel rispetto degli intrinseci equilibri del creato stesso. Se tale visione viene meno, l’uomo finisce o per considerare la natura un tabù intoccabile o , al contrario, per abusarne. Ambedue questi atteggiamenti non sono conformi alla visione cristiana della natura, frutto

Chi è Chiesa?

Ma chi è Chiesa? “La Chiesa non è soltanto il piccolo gruppo degli attivisti che si trovano insieme in un certo luogo per dare avvio ad una vita comunitaria. La Chiesa non è nemmeno semplicemente la grande schiera di coloro che alla domenica si radunano insieme per celebrare l’Eucaristia. E infine, la Chiesa è anche di più che il Papa, vescovi e preti, di coloro che sono investiti del ministero sacramentale. Tutti costoro che abbiamo nominato fanno parte della Chiesa, ma il raggio della compagnia in cui entriamo mediante la fede, va più in là, va persino al di là della morte. Di essa fan parte tutti i Santi, a partire da Abele e da Abramo e da tutti i testimoni della speranza di cui racconta l’Antico Testamento, passando attraverso Maria , la Madre del Signore, e i suoi apostoli, attraverso Thomas Becket e Tommaso Moro, per giungere fino a Massimiliano Kolbe , a Edih Stein , a Piergiorgo Frassati . Di essa fan parte tutti gli sconosciuti e i non nominati, la cui f

Perdono

La morale conserva la sua serietà solamente se c’è il perdono reale ed efficace “Non è certamente un caso che nelle tre tappe decisive del formarsi della Chiesa, raccontate dai Vangeli, la remissione dei peccati giochi un ruolo essenziale. - C’è in primo luogo la consegna delle chiavi a Pietro. La potestà a lui conferita di legare e sciogliere, di aprire e chiudere, di cui si parla, è, nel suo nucleo, incarico di lasciar entrare, di accogliere in casa, di perdonare (Mt 16,19). - La stessa cosa si trova di nuovo nell’Ultima Cena, che inaugura la nuova comunità a partire dal corpo di Cristo e nel corpo di Cristo. Essa diviene visibile per il fatto che il Signore versa il suo sangue “per i molti, in remissione dei peccati” (Mt 26,28). - Infine il Risorto, nella sua prima apparizione agli Undici, fonda la comunione della sua pace nel fatto che egli dona loro la potestà di perdonare (Gv 20, 19 – 23). La Chiesa non è una comunità di coloro c

Una Chiesa più divina

Solo una Chiesa sempre più divina è anche veramente umana “Una Chiesa che riposi sulle decisioni di una maggioranza diventa una Chiesa puramente umana. Essa è ridotta al livello di ciò che è plausibile, di quanto è frutto della propria azione e delle proprie intuizioni e opinioni. L’opinione sostituisce la fede. Ed effettivamente, nelle formule di fede coniate da sé che io conosco, il significato dell’espressione “credo” non va mai al di là del significato “noi pensiamo” (“noi siamo Chiesa”). La Chiesa fatta da sé ha alla fine il sapore del “se stessi”, che agli altri “se stessi” non è mai gradito e ben presto rivela la propria piccolezza. Essa si è ritirata nell’ambito dell’empirico, e così si è dissolta anche come ideale sognato” (Ratzinger Benedetto XVI, Meeting di Rimini 1990). Il modello guida per la continua e dinamica riforma ecclesiale non è l’attivista, colui che vuole costruire tutto da sé cioè il contrario di colui che ammira, che tramanda in continuità dinamica. Egli

Avvenimento

Amore e Verità sono interdipendenti “La tematica del Meeting 2009 verte sulla conoscenza che è sempre un avvenimento. “Avvenimento” è una parola con cui don Giussani ha tentato di riesprimere la natura stessa del cristianesimo, che per lui è un “incontro”, e cioè un dato esperienziale di conoscenza e di comunione. Proprio dall’accostamento tra le parole “avvenimento” e “incontro” è possibile percepire meglio il messaggio del Meeting . La riflessione gnoseologica ed epistemologica contemporanea ha portato alla luce il ruolo determinante del soggetto della conoscenza nell’atto stesso del conoscere. Contrariamente ai presupposti del “dogma” positivista della pura obiettività, il principio di indeterminazione di Heisenberg ha reso evidente come ciò sia vero perfino nelle scienze naturali: anche in queste discipline, il cui “oggetto” sembra essere regolato da invariabili leggi di natura, la prospettiva dell’osservatore è un fattore che condiziona e determina il risultato dell’es

Alla ricerca di Dio

Alla ricerca di Dio e quindi di noi stessi “I Magi (non erano sicuramente né maghi intenzionati a impossessarsi di Dio e del mondo, né astronomi nel significato che oggi la scienza dà a questo termine, né astrologi desiderosi di sondare i misteri del futuro e di vendere la conoscenza che se ne può trarre) erano persone che andavano in cerca di qualcosa di più, andavano in cerca della vera luce che indica la strada sulla quale dobbiamo camminare nella nostra vita. Erano persone convinte che la firma di Dio è riportata nella creazione e che noi dobbiamo (e possiamo) tentare di decifrarla. Che a noi è dato di trovare le tracce di Dio e farci guidare da esse per arrivare alla vera vita. Non erano dunque avventurieri come i circumnavigatori del globo dell’era moderna, che volevano ottenere nuove conoscenze sul mondo e crearsi in tal modo una fama. E neppure c’era in loro quella curiosità tipica della scienza, che invia razzi nel cosmo per strappargli i suoi segreti più reconditi

Liturgia

Laddove si manipola sempre più la liturgia i credenti la abbandonano e con essa la Chiesa “Dio agisce per mezzo del Cristo nella liturgia della Chiesa. Il puro istante storico è così trasceso di nuovo ed entra nell’azione divino – umana permanente della redenzione. In questa Cristo è il vero soggetto, l’opera del Cristo, ma in essa Egli attira a sé la storia, precisamente in questa azione che è il luogo della nostra salvezza. Noi non possiamo agire che per mezzo Suo e con Lui. Da noi stessi non possiamo costruire la nostra via verso Dio. Questa via non è percorribile, eccetto il caso che Dio stesso si faccia la via. E una volta per sempre: le vie dell’uomo non pervengono accanto a Dio sono delle non vie. Nella liturgia della Chiesa il Logos stesso ci parla e non solo parla: viene con il Suo corpo, la Sua anima, la Sua carne, il Suo sangue, la Sua divinità, la Sua umanità per unirci a Lui, per fare di noi “un solo corpo”. Nella liturgia cristiana tutta la storia della salvezza,

Progresso

L’essere uomo ricomincia da capo in ogni essere umano “Poiché l’uomo rimane sempre libero e poiché la sua libertà è sempre anche fragile non esisterà mai in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidato. Chi promette il mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa; egli ignora la libertà umana. La libertà deve sempre di nuovo essere conquistata per il bene. La libera adesione al bene non esiste mai semplicemente da sé. Se ci fossero strutture che fissassero in modo irrevocabile una determinata – buona – condizione dell’uomo, sarebbe negata la libertà dell’uomo, e per questo motivo non sarebbero, in definitiva, per nulla strutture buone. Conseguenza di quanto detto è che la sempre nuova faticosa ricerca di retti ordinamenti per le cose umane è compito di ogni generazione; non è mai compito semplicemente concluso. Ogni generazione, tuttavia, deve recare il proprio contributo per stabilire convincenti ordinamenti di libertà e di ben

Fede, ragione e politica

Il campo della politica è il campo della ragione comune A firma del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Ratzinger, e del Segretario, Tarcisio Bertone, il 24 novembre 2002 è uscita la Nota Dottrinale circa “ alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”. Il 9 aprile del 2003 il Cardinale Prefetto è intervenuto al Convegno “L’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica” organizzato dalla Pontificia Università della Santa Croce. Da esso traiamo la posizione di fondo che riguarda immediatamente i cattolici – perché solo questi hanno una relazione di fede con la Santa Sede – ma che vuol far pensare naturalmente tutti. Per la convinzione della chiesa cattolica di tutti i tempi la politica appartiene alla sfera della ragione, la ragione comune a tutti, la ragione naturale. La politica quindi è un lavoro che implica l’uso della ragione e va governata dalle virtù naturali della prudenza, della tem

Pane del Cielo

Ci chiama a Lui nel sacramento dell’Eucaristia per formare insieme la Chiesa “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo” ( Gv 6,51). Non si può non restare colpiti da questa corrispondenza che ruota intorno al simbolo del “cielo”: Maria è stata “assunta” nel luogo dal quale suo Figlio era “disceso”. Naturalmente questo linguaggio, che è biblico, esprime in termini figurati qualcosa che non entra mai completamente nel mondo dei nostri concetti e delle nostre immagini. Ma fermiamoci un momento a riflettere! Gesù si presenta come il “pane vivo”, cioè il nutrimento che contiene la vita stessa di Dio ed è in grado di comunicarla a chi mangia di Lui, il vero nutrimento che dà la vita, nutre realmente in profondità. Gesù dice: “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51). Ebbene, da chi il Figlio di Dio ha preso questa sua “carne”, la sua umanità concreta terrena? L’ha presa dalla Vergine Maria. Dio ha assunto da Lei il co

Maria Assunta

In Maria assunta in cielo un segno di consolazione e di sicura speranza “La vita dell’uomo sulla terra è un cammino che si svolge costantemente, nella tensione della lotta tra il drago e la donna, tra il bene e il male. E’ questa la situazione della storia umana: è come un viaggio in un mare spesso burrascoso; Maria è la stella, che ci guida verso il Figlio suo Gesù, sole sorto sopra le tenebre della storia e ci dona la speranza di cui abbiamo bisogno: la speranza che possiamo vincere, che Dio ha vinto e che, con il Battesimo, siamo entrati in questa vittoria. Non soccombiamo definitivamente: Dio ci aiuta, ci guida. Questa è la speranza: questa presenza del Signore in noi, che diventa visibile in Maria assunta in cielo. “In Lei hai fatto risplendere per il tuo popolo pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza” (Benedetto XVI, Omelia nella solennità dell’Assunta, 15 agosto 2009). Nella solennità dell’Assunta contempliamo il ruolo della Beata Vergin