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Visualizzazione dei post da aprile, 2011

Far diventare vita la Pasqua

Come possiamo far diventare “vita” la Pasqua, far nuove tutte le cose? “Cristo risorto dai morti è il fondamento della nostra fede . Dalla Pasqua si irradia come da un centro luminoso, incandescente, tutta la liturgia della Chiesa, traendo da essa contenuto e significato. La celebrazione liturgica della morte e risurrezione di Cristo non è una semplice commemorazione di questo evento, ma è la sua attualizzazione nel mistero, per la

La risurrezione crea il definitivo‏

La risurrezione è un fatto avvenuto nella storia, che la apre al di là di se stessa e crea il definitivo “Bisogna anche affrontare la questione circa la risurrezione quale avvenimento storico . Da una parte, dobbiamo dire che l’essenza della risurrezione sta proprio nel fatto che essa infrange la storia e inaugura una nuova dimensione che noi comunemente chiamiamo la dimensione escatologica. La risurrezione dischiude lo spazio nuovo che apre la storia al di là di se stessa e crea il definitivo. In questo senso è vero che la risurrezione non è un avvenimento storico dello stesso genere della nascita o della crocifissione di Gesù. Essa è qualcosa di nuovo, un genere nuovo di evento. Bisogna, però,

La Risurrezione

La risurrezione è la più grande “mutazione” mai avvenuta, il “salto” verso una dimensione di vita profondamente nuova, il compimento della creazione, la rivelazione dell’amore divino “” Il Signore attrae nuovamente i discepoli nella comunione dell’alleanza con sé e con il Dio vivente. Li fa partecipare alla vita vera, li rende, essi stessi, viventi e condisce la loro vita con la partecipazione alla sua passione, alla forza purificatrice della sua sofferenza. Quale fosse concretamente la comunione conviviale con i suoi, non entra nella nostra immaginazione. Ma possiamo riconoscere la sua natura interiore e vedere che nella comunione liturgica, nella celebrazione dell’Eucaristia, questo stare a tavola con il Risorto continua, anche se in modo diverso .

Satana e i discepoli

“ Oggi constatiamo con dolore nuovamente che a Satana è stato concesso di vagliare i discepoli visibilmente davanti a tutto il mondo” (Benedetto XVI ) “San Luca ci ha conservato un elemento concreto della preghiera di Gesù per l’unità: “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli” ( Lc 22,31s) . Oggi constatiamo con dolore nuovamente che a Satana è stato concesso di vagliare i discepoli visibilmente davanti a tutto il mondo. E sappiamo che Gesù prega per la fede di Pietro e dei suoi successori. Sappiamo che Pietro, che attraverso le acque agitate della storia va incontro al Signore ed è in pericolo di affondare, viene sempre di nuovo sorretto dalla mano del Signore e guidato sulle acque. Ma poi segue un annuncio e un incarico. “Tu, una volta convertito…”: Tutti

La Domenica

Al posto del Sabato, del settimo giorno, subentra   il primo giorno, la Domenica “Il racconto veterotestamentario della creazione ha strutturato il processo della creazione nel quadro di una settimana che va verso il Sabato, trovando in esso il suo compimento . Per Israele, il Sabato era il giorno in cui tutti dovevano partecipare al riposo di Dio, in cui uomo e animale, padrone e schiavo, grandi e piccoli erano uniti nella libertà di Dio. Così il Sabato era espressione dell’alleanza tra Dio e uomo e la creazione. In questo modo, la comunione tra Dio e uomo non appare qualcosa di aggiunto, instaurato successivamente in un mondo la cui creazione era già terminata. L’alleanza, la comunione tra Dio e l’uomo, è predisposta nel più profondo della creazione. Sì, l’alleanza è la ragione intrinseca della creazione come la creazione è il presupposto

Creazione e nuova creazione

Grazie al Risorto la ragione è più forte dell’irrazionalità, la verità più forte della menzogna, l’amore più forte della morte “Il cammino attraverso le vie della Sacra Scrittura comincia, nella Veglia Pasquale, con il racconto della creazione . Con ciò la liturgia vuole dirci che anche il racconto della creazione è una profezia. Non è un’informazione sullo svolgimento esteriore del divenire del cosmo e dell’uomo .. I Padri della Chiesa ne erano ben consapevoli. Non intesero tale racconto come narrazione sullo svolgimento delle origini delle cose, bensì rimando all’essenziale, al vero principio e al fine del nostro essere. Ora ci si può chiedere: ma è veramente importante nella Veglia Pasquale parlare della creazione?

Non la sola tecnica

Le grandi conquiste della tecnica ci rendono liberi se siamo in ricerca della verità, in ricerca di Dio “Gesù si era incamminato come pellegrino verso Gerusalemme per le festività della Pasqua…E’ in cammino verso la comune festa della Pasqua, memoriale della liberazione dall’Egitto e segno della speranza nella liberazione definitiva . Egli sa che Lo aspetta una nuova Pasqua e che Egli stesso prenderà il posto degli agnelli immolati, offrendo se stesso sulla Croce. Sa che, nei doni misteriosi del pane e del vino, si donerà per sempre ai suoi, aprirà loro la porta verso una nuova via di liberazione, verso la comunione con il Dio vivente.   E’ in cammino verso l’altezza della Croce, verso il momento dell’amore che si dona. Il termine ultimo del suo pellegrinaggio è l’altezza di Dio stesso, alla quale Egli vuole sollevare l’essere umano…Da sempre gli uomini sono stati ricolmi – e

Santità

Lasciarsi assimilare a Cristo nell’amore e nel perdono cioè essere santi, canonizzati o non canonizzati, è l’unica meta di ogni uomo “I Santi manifestano in diversi modi la presenza potente e trasformante del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse così pienamente la loro vita da poter affermare con san Paolo “non vivo più io, ma Cristo vive in me” ( Gal 2,20) . Seguire il loro esempio, ricorrere alla loro intercessione, entrare in comunione con loro, “ci unisce a Cristo, dal quale , come dalla Fonte e dal Capo promana tutta la grazia e tutta la vita del Popolo di Dio” ( Lumen gentium 50). Che cosa vuol dire essere santi? Chi è chiamato ad essere santo? Spesso si è portati ancora a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti. San Paolo, invece, parla del grande disegno di Dio e afferma: “In lui – Cristo – (Dio) ci ha scelti prima della creazione del mondo per

Angeli e demoni

Angeli e demoni nel mistero pasquale di morte e risurrezione di Cristo e del dono del Suo Spirito Il tempo pasquale, dedicato alla fede professata, celebrata, vissuta, pregata del mistero di Cristo risorto da morte e del dono del Suo Spirito, si rivela specialmente propizio per il rapporto con gli Angeli e per una riflessione sul demonio, “il principe di questo mondo” che, proprio nell’ora del suo innalzamento sulla croce, Gesù ha “gettato fuori” (Giovanni 12, 31). Veramente non tutti oggi prestano una sufficiente attenzione al demonio. Alcuni lo giudicano una specie di fantasma inquietante e interpretano, spiegano le Scritture, i Vangeli che ne parlano come una pseudo realtà non personale, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni, che non trovano spiegazione sufficiente con la sola ragione. Paolo VI il 15 novembre del 1972 ha detto che chi nega il demonio come essere personale, vivo, spirituale, pervertito e pervertitore “esce dal quadro de

Pietà popolare

Incidenza della pietà popolare nel processo di evangelizzazione “” La pietà popolare può essere considerata come uno spazio d’incontro con Gesù Cristo e un modo di esprimere la fede della Chiesa. Non può pertanto essere considerata come un aspetto secondario della vita cristiana, poiché ciò “sarebbe dimenticare il primato dell’azione dello Spirito e l’iniziativa gratuita dell’amore di Dio” ( Documento conclusivo, n. 263). Questa espressione semplice della fede ha le sue radici nell’inizio stesso dell’evangelizzazione di quelle terre. In effetti, man mano che il messaggio salvifico di Cristo illuminava e animava le culture locali, si tesseva pian piano la ricca e profonda religiosità popolare che caratterizza l’esperienza di fede dei popoli latinoamericani, la quale, come ho detto nel discorso inaugurale

Santa Teresa

Dio non è che Amore e Misericordia “Teresa muore la sera del 30 settembre 1897, pronunciando le semplici parole “Mio Dio, vi amo!”, guardando il Crocifisso che stringeva nelle sue mani . Queste ultime parole della Santa sono la chiave di tutta la sua dottrina, della sua interpretazione del Vangelo. L’atto di amore, espresso nel suo ultimo soffio, era come il continuo respiro della sua anima, come il battito del suo cuore. Le semplici parole “Gesù Ti amo” sono al centro di tutti i suoi scritti. L’atto d’amore a Gesù la immerge nella Santissima Trinità. Ella scrive: “Ah tu lo sai, Divin Gesù Ti amo, Lo Spirito d’Amore m’infiamma col suo fuoco, E amando Te che io attiri il Padre” (P 17/2).

Sant'Alfonso

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori patrono di tutti confessori e i moralisti “Alfonso fu canonizzato nel 1839, e nel 1871 venne dichiarato Dottore della Chiesa. Questo titolo gli si addice per molteplici ragioni. Anzitutto, perché ha proposto un ricco insegnamento di teologia morale, che esprime adeguatamente la dottrina cattolica, al punto che fu proclamato dal Papa Pio XII “Patrono di tutti i confessori e i moralisti”. Ai suoi tempi, si era diffusa un’interpretazione molto rigorista della vita morale anche a motivo della mentalità giansenista che, anziché alimentare la fiducia e la speranza nella misericordia di Dio, fomentava la paura e presentava un volto di Dio arcigno e severo, ben lontano da quello rivelatoci da Gesù. Sant’Alfonso, soprattutto nella sua