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Visualizzazione dei post da 2019

Se Cristo domani batterà alla tua porta, lo riconoscerai

È giusto, facendo memoria della nascita di Gesù (l'evento più importante della storia umana), fare insieme memoria della nascita di ciascuno di  noi a Cristo nel suo corpo visibile che è la Chiesa, avvenuta tramite un incontro così eccezionale e inaspettato che non possiamo non definire come l'Avvenimento della nostra vita. Ecco il mio. Peppino Zola in "La nuova Bussola Quotidiana" 30-12-2019 Caro direttore, forse è giusto, facendo memoria della nascita di Gesù (l'evento più importante della storia umana), fare insieme memoria della nascita di ciascuno di noi a Cristo ed alla Sua Chiesa, avvenuta tramite un incontro così eccezionale e inaspettato che non possiamo non definire come l'Avvenimento della nostra vita, l'Avvenimento che ha dato forma a tutti i successivi eventi della nostra esistenza.  Con un gruppo di amici , meditando un libro del Servo di Dio don Giussani, si sottolineava che, in un certo senso, ogni circostanza che il Signore ci dona può e

Sacra Famiglia modello di vita vissuta per ogni famiglia

Sacra Famiglia, modello di vita vissuta per ogni famiglia, perché è stato nella Santa Casa di Nazareth che si è compiuto l'avvenimento immenso di "poter amare Dio e il prossimo con un unico indivisibile gesto" (padre A.M. Sicari). E ciò ricorda che in ogni matrimonio non bastano due persone ma, spiegava Fulton Sheen, "ne servono tre: lui, lei e Dio" "La nuova Bussola Quotidiana" 29-12-2019 «Il Natale ci ha già mostrato la Sacra Famiglia raccolta nella grotta di Betlemme, ma oggi siamo invitati a contemplarla nella casetta di Nazareth, dove Maria e Giuseppe sono intenti a far crescere, giorno dopo giorno, il fanciullo Gesù. Possiamo immaginarla facilmente (gli artisti l'hanno fatto spesso) in mille situazioni e atteggiamenti, mettendo in primo piano o la Vergine Santa accanto al suo Bambino, o il buon san Giuseppe nella bottega di falegname dove il fanciullo impara anche il lavoro umano, giocando». Le parole di padre Antonio Maria Sicari ci aiutano

Il Sacramento della Riconciliazione è chiamato a ridonare continuamente la gioia della vita

In una lettera in vista del Natale, il Penitenziere Maggiore esorta tutti i sacerdoti all'attenzione nell'ascolto die penitenti, perché una sola parola o il tono della voce "possono svelare i segreti dell'anima e permettere il giusto consiglio" Nico Spuntoni in "Bussola Quotidiana" 24-12-2019 Quello della Confessione è il sacramento più in crisi, come evidenziato in numerose occasioni dalla stessa Penitenzieria Apostolica. Già quasi trent'anni fa, un sondaggio realizzato dal settimanale diocesano veneto  La vita del Popolo  aveva rilevato che laddove "subentrano sensi di colpa questi vengono cancellati da terapeutici colloqui con lo psicologo piuttosto che da revisioni dello spirito con la guida del confessore". Il calo delle confessioni è senz'altro legato alla perdita del senso del peccato  nella società contemporanea. In questo Tempo d'Avvento, con il Natale alle porte, è arrivata una lettera del Penitenziere Maggiore, cardinal

Maria Santissima, Madre di Dio

Quando la Vergine disse il suo "sì" all'annuncio dell'angelo, la Persona divina del Figlio del Padre nello Spirito Santo fu verginalmente concepito e quindi partorito nella e dalla Madre di Dio   e con Lui incominciò la nuova era della storia, che sarebbe stata poi sancita nella Pasqua come "nuova ed eterna alleanza, nuova ed eterna storia di amore di Dio con l'uomo che Dio ama" Nel momento dell'Annunciazione, narrata all'inizio del vangelo di san Luca, è accaduto l'avvenimento della Persona del Verbo che si fa carne, un avvenimento umile, nascosto – nessuno lo vide, nessuno lo conobbe, se non Maria Madre della persona divina che si incarna in una natura umana – ma al tempo stesso decisivo per la storia dell'umanità. Quando la Vergine disse il suo "sì" all'annuncio dell'angelo, Gesù fu verginalmente concepito e quindi partorito e con Lui incominciò la nuova era della storia, che sarebbe poi sancita come "nuova

I santi non hanno dubbi Maria è Corredentrice

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Veronica Giuliani, Padre Pio, Gabriele dell'Addolorata, Madre Teresa, Bartolo Longo, Massimiliano Kolbe, Edith Stein, suor Lucia dxi Fatima, Pio X, Giovanni Paolo II, ecc. Onorando la missione della Madre celeste al servizio del divin Figlio e Redentore, moltissimi servi di Dio, venerabili, beati e santi hanno chiamato la Vergine "Corredentrice". E lei stessa ha chiesto il dogma, profetizzando che sarà "l'ultimo" e "il più grande"   Ermes Dovico in "Bussola Quotidiana" 26-122019 «E anche a te una spada trafiggerà l'anima» (Lc 2, 35) Si è già ricordato su questo quotidiano che la Corredenzione di Maria è dottrina cattolica certa. Una dottrina radicata nelle Sacre Scritture (dalla Genesi all'Apocalisse) e implicita nell'approfondimento teologico già dei primissimi Padri della Chiesa, come san Giustino e sant'Ireneo, sul ruolo di Maria quale «nuova Eva», specialissima cooperatrice alla Redenzione di Gesù Cristo, il «nuovo Ada

Festa della Santa Famiglia di Nazareth

Da una parte, è una famiglia come tutte e al tempo stesso è unica, diversa da tutte, per la sua singolare vocazione legata alla missione del Figlio di Dio  In questa domenica, che segue il Natale del Signore, celebriamo con gioia la Santa Famiglia di Nazareth. Il contesto è il più adatto, perché il Natale è per eccellenza la festa della famiglia. Lo dimostrano tante tradizioni e consuetudini sociali, specialmente l'usanza di riunirsi insieme, in famiglia appunto, per i pasti festivi e per gli auguri e lo scambio di doni; e, come non rilevare che in queste circostanze, il disagio e il dolore causate da certe ferite familiari vengono amplificati? Gesù proveniente come Persona dalla famiglia divina trinitaria ha voluto nascere e crescere in un una famiglia umana; ha avuto Maria, significativamente vergine nel concepimento e nel parto, come mamma e Giuseppe che gli ha fatto da padre; essi l'hanno allevato ed educato con immenso amore. La famiglia di Gesù merita davvero il titolo di

Mai assistere i suicidi

"Un sacerdote non può essere presente quando viene eseguita l'eutanasia volontaria o il suicidio assistito". Le parole dell'Arcivescovo di Utrecht Eijk in aperta opposizione a quelle pronunciate da Paglia (PAV) In Bussola Quotidiana 24-12-2019 Alle affermazioni del vescovo Paglia sul suicidio assistito, apparse come un implicito consenso alla scelta di porre fine alla propria vita, hanno già risposto alcuni teologi e sacerdoti, ribadendo come esse potessero contraddire il dono divino della vita umana ed in qualche modo giustificare l'atto del suicidio assistito e della eutanasia.  Nei giorni scorsi, è stato il Cardinale di Utrecht   Willem Jacobus Eijk  a tornare sull'argomento, inviando a tutti i sacerdoti un messaggio chiaro: «Un sacerdote dovrebbe parlare chiaramente con una persona che opta per suicidio assistito o eutanasia volontaria e chiarire che sta commettendo un peccato molto grave». «Per lo stesso motivo, un sacerdote non può essere presente quando

Natale 2019

La memoria del bimbo nel presepe è all'origine della sua presenza sacramentale da risorto oggi nella Confessione, Comunione, Carità natalizie e dell'attesa del suo ritorno glorioso alla fine dei tempi La memoria richiamata nel bimbo del presepe è all'origine della sua presenza sacramentale di crocefisso risorto nella Confessione,  Comunione e Carità natalizia, nell'attesa del suo ritorno glorioso alla fine di questo mondo e della storia umana con il solo futuro di chi ha posto fiducia nella verità e nell'amore con la sola forza della verità e dell'amore. Il Bimbo nel presepe è davvero il Figlio di Dio, il Figlio del Padre nello Spirito Santo in un volto umano verginalmente concepito e partorito in Maria. Dio, unico nel suo essere, non è una solitudine perenne, ma, un circolo d'amore nel reciproco darsi e ridonarsi, Egli è il Padre, Figlio e Spirito Santo. E immagine di Lui è ad iniziare l'uomo e la donna nella loro reciprocità di amore. Ancora di più:

Natale, occasione di conversione a Cristo. E a nient'altro.

Per quanto ridotta nell'attuale secolarismo, non viene meno nel popolo di Dio la lieta certezza che il Natale commemora la venuta di Cristo nella nostra carne mortale per la vera speranza di vita  Mons. Luigi Negri in la Bussola Quotidiana 23-12-2019 Questo Natale è vissuto da una cristianità in crisi di identità che per questo si attarda su problemi particolari, dando loro un valore obiettivamente esasperato. Per fortuna, per quanto ridotta, non viene meno nel popolo di Dio la certezza lieta che il Natale commemora la venuta di Cristo nella nostra carne mortale. Per questa venuta l'uomo acquista una dignità nuova e definitiva, quella di essere il vero interlocutore del Mistero di Dio. Questa certezza, anche se qua e là risulta essere gravemente alterata,  non abbandona il cuore della Chiesa. La Chiesa sa di essere di Cristo, sa di vivere una comunione inestricabile con Lui, sa di non avere senso o dignità fuori dal rapporto esclusivo con il Signore Gesù Cristo, Redento

IV Domenica di Avvento

Chi con la fede confida profondamente nell'amore di Dio, accoglie in sé la presenza sacramentale di Gesù, la sua vita divina, per l'azione dello Spirito Santo In questa quarta e ultima domenica di Avvento, la liturgia ci presenta quest'anno il racconto dell'annuncio dell'Angelo a Maria per proporle la vocazione a Madre di Dio nell'incarnazione della Persona del Figlio del Padre per opera dello Spirito Santo. Contemplando l'icona stupenda della Vergine Santa, nel momento in cui riceve il messaggio divino e dà liberamente cioè per amore la sua risposta, veniamo interiormente illuminati dalla luce che promana, sempre nuova, quel mistero. In particolare mi soffermo brevemente sull'importanza della verginità di Maria, del fatto cioè che Ella ha concepito e partorito Gesù rimanendo vergine: è una nuova Eva, un nuovo Adamo cioè un dono soprannaturale per salvare il naturale ferito dalla colpa originaria. Sullo sfondo dell'avvenimento di Nazareth c'è la

10 anni dell'enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI

La Carità e l'Amore hanno segnato tutto il magistero di Benedetto XVI in quanto rappresentano l'essenza stessa della rivelazione cristiana. Essi, nella loro connessione, sono il motivo della dimensione storica e pubblica del cristianesimo, sono quindi all'origine della Dottrina sociale della Chiesa 4 dicembre 2019, Osservatorio Internazionale Card. Van Thuan Ricorrono quest'anno i 10 anni dell'enciclica Caritas in veritate (2009) di Benedetto XVI. Ieri, 3 dicembre 2019, si è tenuto in Vaticano un Convegno Internazionale per ricordare l'evento. Pubblichiamo l'Introduzione all'Enciclica scritta dall'Arcivescovo Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace durante l'elaborazione del testo dell'Enciclica e, nei giorni della sua uscita, Vescovo eletto di Trieste, pubblicata dalle edizioni Cantagalli nel 2009. Nel titolo della Caritas in veritate appaiono i due termini fondamentali del magistero di Benedetto