Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2023

IV Domenica di Pasqua

IV Domenica di Pasqua ( Gv  10,1-10)  "Io sono la porta delle pecore" Gesù, prima di designarsi come Pastore , dice: "Io sono la porta " ( Gv  10, 7).        E con nostra sorpresa nel Vangelo  di  oggi  che  si ricorda che è solo attraverso di Lui  che si deve entrare nel servizio di pastore, di sacerdote. Gesù mette i n  risalto  molto chiaramente questa condizione di fondo affermando: "Chi…sale da un'altra parte, è un  l adro e un brigante"  ( Gv  10,1). Questa parola "sale" evoca l'immagine di qualcuno che si arrampica sul recinto per giungere, scavalcando , là dove legittimamente non potrebbe arrivare. "Salire"  – si può qui vedere anche l'immagine del carrierismo, del   tentativo  d i   arr i var e  "in alto" , di procurarsi una posizione media n te la Chiesa: servirsi, non servire. È l'immagine dell'uomo che, attraverso il   sacerdozio,  vuole farsi importante, diventare un personaggio; l'immagine

San Luigi Grignon de Monfort per il prossimo mese di Maggio

Fu autor e  di grandi testi di spiritualità della vera devozione  alla Santa Vergine   San Pio X non solo raccomandò di leggere il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, uno dei capolavori di san Luigi Maria  Grignion  di Montfort (1673-1716), ma accordò per iscritto la benedizione apostolica "a tutti quelli che leggeranno questo Trattato". Negli anni Quaranta il giovane Karol Wojtyla, allora operaio nelle cave di pietra della Solvay, portava sempre con sé il libriccino del Montfort, da cui imparò il significato dell'autentica devozione alla Madonna: "Mentre prima mi trattenevo nel timore che la devozione mariana facesse da schermo a Cristo invece di aprirgli la strada - scriverà poi san Giovanni Paolo II - […] compresi che accadeva in realtà ben altrimenti. Il nostro rapporto interiore con la Madre di Dio consegue organicamente dal nostro legame col mistero di Cristo". Proprio il Trattato ispirò al papa polacco il motto  Totus   Tuus , le due parole

Se votano anche i laici non è più Sinodo dei Vescovi

Se votano anche i laici non è più "Sinodo dei Vescovi"  e quindi non "fa" magistero Luisella Scrosati nella "Nuova Bussola" – 26 aprile 2023   Tanto tuonò che piovve. Nell'ennesima intervista (in ginocchio, o meglio prostrata), quella del 10 marzo scorso di Elisabetta Piqué a Francesco, il Papa aveva preannunciato il "suffragio universale" nelle assemblee sinodali della Chiesa cattolica: «chiunque partecipa al sinodo ha diritto di voto. Sia uomo o donna. Tutti, tutti. Questa parola "tutti" è decisiva per me».   Trascorso poco più di un mese, la Segreteria del Sinodo, attraverso alcune modifiche (il documento nelle varie lingue con le modifiche è scaricabile qui), annuncia la trasformazione della categoria degli uditori, a veri e propri membri con diritto di voto. Secondo i desiderata del Pontefice, "tutti" potranno dunque votare. Ma siccome, come in ogni repubblica delle banane, la patente di "tutti" la dà solo i

Parentali, è il momento della vera scuola cattolica

C'è un mondo dell'educazione che " non ci sta"   a farsi imporre i principi contro la morale naturale della scuola di Stato. È il mondo delle scuole parentali ed è la principale speranza che abbiamo davanti  all'omologazione dei cervelli dei nostri figli Stefano Fontana nella "La Nuova Bussola" – 23 arile 2023 Parentali, è il momento della vera scuola cattolica La prima via d'uscita dal sistema pervasivo che ci attanaglia è l'educazione. Certo, anche altri, a partire dall'informazione a cui si dedica la Bussola, informazione che, comunque, è anche formazione e quindi educazione. Valori e comportamenti oggi vengono largamente imposti. L'educazione nella scuola statale corrisponde - quando non vada ben oltre! - al patriottismo costituzionale, il che alla fine significa che i nostri figli devono condividere i principi repubblicani, anche quando vanno contro la legge naturale: buon cittadino e uomo buono si divaricano e il primo vince sul sec

Un documento veronese della Tradizione, costitutivo della Rivelazione come la Scrittura, è il santruario della Madonna della Corona nella rticca storia di Dario Cervato

Presentazione di Mons. Andrea Veggio della Storia del Santuario della Madonna della Corona…per vivere e testimoniare l'amore al Figlio di Maria Gesù Cristo, il Risorto, sacramentalmente presente e operante in questa tradizione ecclesiale veronese Don Gino Oliosi     Così conclude Dario Cervato le 261 pagine come saggio della Tradizione della Chiesa veronese. "Né ci spaventi – Dario Cervato – la quantità dei dati e delle manifestazioni di tale pietà, per cogliere, attraverso la quantità, la qualità della dedizione a Dio e ai fratelli, che è venuta manifestandosi e maturando intorno alla Pietà della Corona, cioè della Montagna. L'immagine, la tradizione e la storia della Pietà, con i punti certi e le questioni rimaste aperte, aprono al grande Mistero della pietà e alla pietà della Chiesa e nostra, accogliere, vivere e testimoniare Cristo morto e risorto, perché questo mistero diventi  Fons Pietatis.  Come lo fu ed è per Maria e la Chiesa, lo sia anche per ognuno di noi, che

III Domenica di Pasqua

III Domenica di Pasqua (Lc 24,13-35) "Lo riconobbero nello spezzare  il pane   il Vangelo di questa domenica - la terza di Pasqua - è il celebre racconto detto dei discepoli di Emmaus (cfr Lc 24, 13-35). Vi si narra di due seguaci di Cristo i quali, nel giorno dopo il sabato, cioè il terzo dalla sua morte, tristi e abbattuti lasciarono Gerusalemme diretti ad un villaggio poco distante chiamato, appunto, Emmaus. Lungo la strada si affiancò ad essi Gesù risorto, ma loro non lo riconobbero. Sentendoli sconfortati, egli spiegò, sulla base delle Scritture, che il Messia doveva patire e morire per giungere alla sua gloria. Entrato poi con loro in casa, sedette a mensa, benedisse il pane e lo spezzò, e a quel punto essi lo riconobbero, ma lui sparì dalla loro vista, lasciandoli pieni di meraviglia dinanzi a quel pane spezzato, nuovo segno della sua presenza. E subito i due tornarono a Gerusalemme e raccontarono l'accaduto agli altri discepoli.   La località di Emmaus non è stata id

Con il Sindo tedesco la crisi della fede

Il segretario di Benedetto XVI torna a parlare con ben tre interviste in tre giorni: "la Chiesa non deve temere la perdita di "influenza politica e sociale", non è questo il suo obiettivo – afferma – "ma testimoniare il Vangelo di Gesù Cristo, la Buona Novella trasmessa ininterrottamente dalla Chiesa, con parole e azioni" Nicola Chiappalone nella "Nuova Bussola" – 21 aprile 2023   Da mons. Georg Gänswein arriva una stoccata al controverso "cammino sinodale tedesco": un percorso che ha aggravato la crisi di fede e non ha nemmeno forza giuridica. E lo dice da canonista: pochi ricordano infatti che il segretario di Benedetto XVI (e almeno formalmente Prefetto della Casa Pontificia) si è laureato alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco proprio in Diritto canonico, materia che ha poi insegnato a Roma presso la Pontificia Università della Santa Croce.   Sembra ormai un ricordo il lungo silenzio seguito al "caso mediatico" esploso d

Con Dio non sei mai solo

Raccolti nel volume "Con Dio non sei mai solo" dieci grandi discorsi di papa Ratzinger, dal vivere come i santi alle due opposte ermeneutiche sul Vaticano II, fino al retto rapporto tra fede e ragione Nicola Pajetta nella "Nuova Bussola" – 21 aprile 2023 Quando Benedetto XVI pronunciò l'omelia d'inizio del suo ministero petrino si chiese con coraggiosa sincerità: "Come posso fare questo?". E rispose subito tranquillo: "Non sono solo. Non devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. La schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta […]. Noi tutti siamo la comunità dei santi […]. Sì, la Chiesa è viva". Dunque il titolo del libro Con Dio non sei mai solo (Rizzoli-LEV) rispecchia efficacemente la personalità del Papa bavarese, la sua profonda esperienza di vita e di fede e offre anche a noi una promessa di vicinanza al Signore. "Il mio vero programma di governo è [...] lasciarmi guidare da Lui"

Vita comune e martirio, appunti per una riforma della Chiesa

Il viaggio del vescovo Camisasca negli elementi di riforma della Chiesa ha a che fare con l'esempio di martiri come Rolando Rivi e di apostoli della carità come don Calabria. E, passando per don Giussani, Chiara Lubich, San Carlo e Madre Maria Canopi, arriva anche ai laici ai quai affida il compito della vita comune: " Perché la riforma della vita della Chiesa può nascere dalle famiglie" Andrea Zambrano nella "Nuova Bussola" – 19 aprile 2023 La Chiesa ha bisogno di santi o di riformatori? È rileggendo in forma interrogativa una delle più celebri frasi di George Bernanos che il vescovo Massimo Camisasca percorre il lungo viaggio nella Chiesa di oggi iniziato al termine della sua esperienza durata nove anni, di vescovo di Reggio Emilia e Guastalla e culminato in un libro denso, tra il lascito e il bilancio, a cui è stato dato il titolo La luce che attraversa il tempo (Edizioni San Paolo), ma che solo nel sottotitolo esprime pienamente il suo obiettivo:  Contributo