L'Indulgenza plenaria della divina Misericordia (II Domenica di Pasqua (Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù

 

1.    L'Ottava pasquale termina con il dono dell'indulgenza plenaria della divina Misericordia.Con i sacramenti pasquali (Confessione e Comunione) il cristiano recupera la vita della grazia (se perduta con il peccato mortale), oppure viene rafforzato in essa in seguito all'itinerario quaresimale e alle solenni celebrazioni pasquali. Tuttavia, mentre la colpa è assolta con l'assoluzione sacramentale, resta la pena temporale dovuta alle conseguenze dei nostri peccati, che deve essere scontata o qui in terra (con preghiere, sofferenze, opere buone, ecc.) o nel purgatorio dopo la morte. Ebbene la Chiesa concedendo l'Indulgenza (plenaria o parziale) solleva il fedele, che l'acquista con e debite disposizioni, dalle pene temporali dovute ai suoi peccati, in modo che il suo cammino spirituale sia più spedito e la santificazione più intensa.

2.    L'indulgenza plenaria rimette totalmente la pena temporale in modo che, se lucrata con totale intensità, apre le porte del paradiso senza bisogno di ulteriore purificazione ultraterrena in purgatorio. L'indulgenza parziale, invece, rimette parzialmente la pena temporale in rapporto all'intensità del fervore e del desiderio di santità del fedele che la riceve. Le condizioni necessarie per lucrare l'Indulgenza plenaria sono: confessione sacramentale; comunione eucaristica; compimento dell'opera indulgenziata. Invece, la confessione e la comunione non sono assolutamente necessarie per un'indulgenza parziale, per la quale basta fare con devozione la preghiera o l'azione a cui è annessa tale indulgenza. Ogni indulgenza (plenaria o parziale) deve sempre essere accompagnata dalla preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, in quanto dipende dall'autorità della Chiesa il potere di elargire il dono dell'Indulgenza. Tale preghiera in genere consiste in un Pater, Ave, Gloria.

3.    Vi sono moltissime possibilità per lucrare le indulgenze (sia plenarie, sia parziali). Basterebbe una minima informazione di base per conoscere quali e quante siano le preghiere e le opere indulgenziate. Ricorrere all'indulgenza è per l'anima ciò che per la vita terrena, ad esempio, è ricevere un condono di debiti contratti e gravanti sulle nostre condizioni economiche. Ora i debiti che contraiamo con Dio non sono meno importanti di quelli che abbiamo con gli uomini, anzi alla fine sarà lo stato dell'anima che importerà nel giudizio divino, più che quello del corpo e delle vicende terrene. Chi riceve con frequenza e fervore le Indulgenze cammina più speditamente nella via della santità e perfino della salute, come un viaggiatore sollevato da una zavorra gravosa (pena temporale) che rallenta il cammino e impedisce i movimenti.

4.    Oltre ai tanti modi individuali di lucrare le indulgenze e le occasioni straordinarie (es. L'Anno giubilare) vi sono date fisse, pubbliche e solenni, in cui la Chiesa elargisce l'indulgenza a tutti i fedeli che ne fanno richiesta per togliere le conseguenze temporali dei peccati perdonati. Attualmente le date ordinarie nell'Anno liturgico sono tre: l'Ottava di pasqua (divina Misericordia); - la Porziuncola (il 2 agosto o la prima domenica del mese); in ciascun giorno dell'ottavario dei defunti in suffragio in purgatorio delle loro anime non completamente purificate prima di morire (1-8 novembre).

5.    5. Nel caso dell'Indulgenza della divina Misericordia, il Signore stesso ha voluto farne dono con una sua misteriosa iniziativa, consegnando tale pratica a santa Faustina Kowalska. Il Signore fece a lei tre richieste da presentare all'autorità della Chiesa: - la recita della Coroncina della divina Misericordia da lui stesso insegnata; - l'esposizione pubblica dell'immagine da lui ispirata del Gesù Misericordioso; - l'istituzione della festa della divina Misericordia nella seconda domenica di Pasqua (Ottava). Tutte queste richieste sono state assolte dal santo Papa Giovanni Paolo II, che ha canonizzato pure santa Faustina nell'anno del grande Giubileo 2000. Da quel momento la festa fu pure corredata dall'indulgenza plenaria da parte della Chiesa.

6.    Con questa decisione del Santo Padre la festa della divina Misericordia non è più una pratica privata, lasciata alla libertà dei fedeli, ma è diventata una solennità liturgica, imposta a tutta la Chiesa e come tale celebrata dall'universale popolo di Dio. Ciò avvenne in modo simile per altre solennità originate da rivelazioni private, come il Corpus Domini, il Sacro Cuore ed altre.

7.    Bisogna notare che questa singolare indulgenza ha un'intensità del tutto speciale che la fa emergere su tutte le altre. È voluta direttamente da nostro Signore con un suo intervento soprannaturale ed offre una remissione della pena temporale, talmente profonda da essere quasi battesimale. Ciò significa che chi la riceve con fede profonda e con le debite disposizioni, può avere l'immenso beneficio di un candore quasi battesimale. Si ricordi che il battezzato anche adulto, dopo il battesimo è rivestito di uno stato di santificazione piena, perché il battesimo cancella non solo le colpe, anche di peccati gravissimi, ma toglie pure totalmente, senza residui, le pene temporali dovute a tali peccati. Ora se è vero che a livello di principio questo dovrebbe avvenire con ogni Indulgenza plenaria, è altrettanto vero che non sempre il fedele è in grado di assolvere, con un affetto pieno di avversione al peccato anche veniale, le condizioni richieste dall'Indulgenza stessa. Nel caso della divina Misericordia, il Signore sembra voler eccedere nella sua immensa generosità, al punto da superare quasi l'insufficienza del nostro debole pentimento e proposito per riversare in questo giorno solenne l'onda della sua divina Misericordia. Per questo l'occasione è unica e non deve essere perduta o fatta perdere per omissione di conoscenza.

8.    Infine possiamo vedere quanto sia conveniente la data della domenica Ottava di Pasqua per questo straordinario dono di grazia. Infatti l'Ottava è il compimento della solennità pasquale. Ora quale maggior compimento potrebbe essere quello della purificazione spirituale così profonda, che non si ferma alla remissione delle colpe con i sacramenti pasquali, ma raggiunge quella cancellazione totale quasi battesimale che apporta l'Indulgenza plenaria, proprio allo spirare del gran giorno di Pasqua, ossia nel suo giorno ottavo? (che conseguenze la non consapevolezza che dopo ogni remissione di peccati nella Confessione occorre l'indulgenza per evitare conseguenze negative fisiche e spirituali). Ecco perché in questa domenica la pastorale della Chiesa dovrebbe fare una straordinaria celebrazione per lucrare l'Indulgenza in modo pubblico, solenne e corale, davanti al santissimo Sacramento esposto e all'immagine di Gesù misericordioso solennemente intronizzato nelle nostre chiese, secondo la volontà espressa da nostro Signore.

9.      È evidente che nel caso di impossibilità fisica potrà essere lucrata in casa, conforme ciò che la Chiesa consente per gli infermi. Mettendo in voto  la Confessione sacramentale appena sarà possibile e premettendo l'atto di dolore perfetto e la comunione spirituale, sostando davanti all'immagine del Gesù misericordioso  esposto in casa e recitando la Coroncina suddetta, si potrà procedere certamente a lucrare con frutto l'indulgenza. È troppo alta la grazia che è offerta perché la si trascuri con negligenza.

10.  Ho tratto l'articolo da Liturgia culmen et fons (pp.11-12) componendo insieme l'autorità preminente della liturgia con il genio spirituale delle devozioni del popolo cristiano

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