Domenica di Pasqua nella Risurrezione del Signore - Messa del giorno

DOMENICA DI PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE – Messa del giorno (Gv 20,1-9) "Egli doveva risuscitare dai morti"

 

   La morte e risurrezione del Verbo di Dio incarnato è un evento di amore insuperabile, è la vittoriadell'Amore che ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e della morte, provocati dal negativo uso del libero arbitrio, datoci per amare a somiglianza di Dio che è amore. Ha cambiato il corso della storia, infondendo un indelebile e rinnovato senso e valore della vita di ogni uomo. Grazie alla morte e risurrezione di Cristo, pure noi quest'oggi con la Confessione e Comunione pasquale risorgiamo, come nel Battesimo, a vita nuova, ed unendo  la nostra alla sua voce proclamiamo di voler restare per sempre con Dio, Padre nostro infinitamente buono e misericordioso in privato e in pubblico.Entriamo così nella profondità del mistero pasquale con tutti i segni di gioia dei cinquanta giorni liturgicifino all'Ascensione e Pentecoste.

  L'evento sorprendente della risurrezione di Gesù è essenzialmente un evento di amore, che accolto liberamente con fede, è più grande di ogni peccato personale e male storico: amore del Padre che consegna attraverso la morte e risurrezione del Figlio per la salvezza di ogni persona e del mondo; amore del Figlio che liberamente si abbandona al volere del Padre per tutti noi, come sentiamo nella Confessione: "Dio Padre, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del Figlio e ha effuso lo Spirito santo per la remissione dei peccati, ti conceda attraverso il Ministero della Chiesa il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo"; amore dello Spirito che risuscita Gesù dai morti nel suo corpo trasfigurato. Ed ancora da ravvivare nella coscienza: amore del Padre che "riabbraccia" il Figlio avvolgendolo nella sua gloria; amore del Figlio che con la forza dello Spirito ritorna al Padre rivestito per sempre, senza più limiti di spazio e tempo, rivestito della nostra umanità trasfigurata, come avverrà alla fine dei tempi per i salvati.

  Dall'odierna solennità liturgica, che ci fa rivivere l'esperienza assoluta e singolare della risurrezione di Gesù "è tanto il bene che mi aspetto, che ogni pena mi diventa diletto", ci viene dunque un invito a vivere rifiutando sempre l'odio e l'egoismo e a seguire docilmente le orme dell'Agnello pasquale immolato per la nostra salvezza, e imitare il Redentore "mite e umile di cuore", che è "ristoro per le nostre anime" (Mt 11,29), anime che non muoiono. 

  Che nessuno chiuda il cuore all'onnipotenza di questo amore che redime! Speranza vera e necessariaper ogni essere umano! Oggi, come fece per quaranta giorni con i suoi discepoli in Galilea prima di tornare al Padre nell'Ascensione, Gesù invia anche noi  dappertutto come testimoni della sua speranza e ci rassicura: Io sono con voi sempre, tutti i giorni anche dimenticato, fino alla fine del mondo (Mt 28,20). Fissando lo sguardo dell'animo nelle piaghe gloriose del suo corpo trasfigurato, possiamo capire il senso e il valore di ogni sofferenza, possiamo lenire il senso e il valore della sofferenza anche più terribile, possiamo lenire  le tante ferite che continuano a insanguinare  l'umanità anche ai nostri giorni con il pericolo della guerra atomica.

  Nelle sue piaghe gloriose riconosciamo i segni indelebile della misericordia di Dio in ogni confessione pasquale di cui parla il profeta: Egli è colui che risana le ferite dei cuori spezzati, che difende i deboli e proclama la libertà degli schiavi, che consola tutti gli afflitti e dispensa olio di letiziainvece dell'abito da lutto, un canto di lode invece di un cuore sempre mesto (Is 61,1.2.3)Se con umile confidenza ci accostiamo a Lui, incontriamo nel suo sguardo la risposta all'anelito più profondo del nostro cuore: conoscere sempre più Dio e stringere con Luiuna relazione vitale con la Messa almeno di ogni Domenica, che colmi del suo stesso amore la nostra esistenza e le nostre relazioni interpersonalisoprattutto familiari e sociali. Per questo l'umanità ha bisogno di Cristo, della Sua e nostra mammaasssunta: in Lui, nostra unica speranza, "noi siamo stati salvati" (Rm 8,24).

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