Progresso

L’essere uomo ricomincia da capo in ogni essere umano

“Poiché l’uomo rimane sempre libero e poiché la sua libertà è sempre anche fragile non esisterà mai in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidato. Chi promette il mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa; egli ignora la libertà umana. La libertà deve sempre di nuovo essere conquistata per il bene. La libera adesione al bene non esiste mai semplicemente da sé. Se ci fossero strutture che fissassero in modo irrevocabile una determinata – buona – condizione dell’uomo, sarebbe negata la libertà dell’uomo, e per questo motivo non sarebbero, in definitiva, per nulla strutture buone.

Conseguenza di quanto detto è che la sempre nuova faticosa ricerca di retti ordinamenti per le cose umane è compito di ogni generazione; non è mai compito semplicemente concluso. Ogni generazione, tuttavia, deve recare il proprio contributo per stabilire convincenti ordinamenti di libertà e di bene, che aiutino la generazione successiva come orientamento per l’uso retto della liberà umana e diano così, sempre nei limiti umani, una certa garanzia per il futuro. In altre parole: le buone strutture aiutano, ma da sole non bastano” (Benedetto XVI, Spe salvi, nn. 24 – 25).

Dopo la caduta delle grandi ideologie che hanno mobilitato – per un certo tempo - tante energie in alternativa alla speranza cristiana oggi i miti politici sono presentati in modo meno chiaro, ma esistono anche oggi forme di mitizzazione di valori reali che appaiono credibili, proprio per il fatto che si ancorano ad autentici valori, ma appunto per questo sono pericolosi, per il fatto che unilateralizzano questi valori in un modo che si può definire mitico. Oggi tre valori sono dominanti nella coscienza comune cioè il progresso, la scienza, la libertà, la cui unilateralizzazione mitica rappresenta allo stesso tempo un pericolo per la ragione morale.

Innanzitutto il progresso si estende al rapporto dell’uomo con il mondo materiale ma non dà luogo in quanto tale – come il marxismo e il liberalismo avevano insegnato – all’uomo nuovo, alla nuova società. L’uomo come uomo resta uguale nelle situazioni primitive come in quelle tecnicamente sviluppate e non cresce il livello semplicemente per il fatto che ha imparato ad adoperare strumenti meglio sviluppati. Un progresso addizionabile è possibile in campo materiale non nella consapevolezza etica e della decisione morale. L’essere uomo ricomincia da capo in ogni essere umano. Perciò non può esistere la definitivamente nuova progredita e sana società, nella quale non solo hanno sperato le grandi ideologie, ma che diviene sempre più – dopo che, per la drammatica frattura tra Vangelo e cultura, la speranza affidabile della vita veramente vita nell’al di là è stata demolita - l’obiettivo generale da tutti sperato.

Una società definitivamente sana presupporrebbe la fine della libertà Poiché però l’uomo rimane sempre libero, ricomincia a ogni generazione, pertanto si deve anche di nuovo operare per la forma giusta di società nelle sempre nuove condizioni di vita. L’ambito della politica pertanto è il presente e non il futuro – il futuro solo nella misura in cui la politica odierna cerca di creare forme di diritto e di pace che possano valere anche domani e invitare corrispondenti riforme, che riprendano e continuino ciò che si è raggiunto. Ma non possiamo garantirlo. La speranza biblica del futuro, del Regno di Dio è presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge. Solo il suo amore ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà girono per giorno, senza perdere lo slancio di progredire, in un mondo che per sua natura, è imperfetto. E il suo amore, allo stesso tempo, è per noi garanzia che esiste ciò che solo vagamente intuiamo e, tuttavia, nell’intimo aspettiamo non dalla politica ma da Dio: la vita che è “veramente vita”.

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