IV Domenica di Pasqua

IV Domenica (Gv 10,11-18) "Il buon pastore dà la vita per le pecore"

 

Il pastore dà la sua vita per le pecore. Il mistero della Croce sta al centro del servizio di Gesù quale pastore: è il grande servizio che Egli rende a tutti noi, a me che celebro, a ciascuno di voi in ascolto. Egli dona sé stesso, e non solo in un passato lontano. Nella sacra Eucaristia ogni giorno realizza questo, dona sé stesso mediante le nostre mani, mediante le mie mani di consacrato sacerdote, dona sé a noi che partecipiamo alla Messa. Per questo, a buona ragione, al centro della vita sacerdotale e di cristianista la sacra Eucaristia, nella quale il sacrificio di Gesù sulla croce rimane continuamente presente, realmente, quotidianamente o almeno settimanalmente tra di noi. E a partire da ciò impariamo anche che cosa significa celebrare e partecipare all'Eucaristia in modo adeguato: è un incontrare quotidianamente o almeno settimanalmente il Signore che per noi si spogliadella sua gloria divina di risorto, si lasciacontinuamente umiliare fino alla morte in croce e così si dona a ciascuno di noi. È molto importante per il sacerdote e per ogni cristiano l'Eucaristia quotidiana, nella quale il Signore si espone sempre di nuovo a questo mistero; sempre di nuovo pone sé stesso nelle mani di Dio sperimentando al contempo la gioia di sapere che Egli è presente, mi accoglie, sempre di nuovo, pentito e confessato dei peccati, mi solleva e mi porta sé stesso, mi dà la manosoprattutto nelle prove. L'Eucaristia, in questa grandeattuale crisi ecclesiale, deve diventare per noi una scuola di vita, nella quale impariamo a donare la nostra vita. La vita non la si dona solo nel momento della morte e non soltanto nel modo del martirio ma anche nella via crucis della vecchiaia. Noi non possiamo non donarla giorno per giorno perché la nostra persona ha una dignità finita, ferita a morte findal peccato originale e ricreata nella morte e risurrezione di Cristo. Occorre imparare giorno per giorno che io non possiedo la mia vita per me stesso. Giorno per giorno devo imparare ad abbandonare me stesso; a tenermi a disposizione per quella cosa per la quale Egli, il Signore dalla personalità infinita con l'Immacolata concezione, sul momento ha bisogno di me, anche se altre cose mi appaiono più belle e più importanti che andare a Messa. Donare la vita ferita dal peccato e ricreata nella Confessione periodica, non prenderla. È proprio così che facciamo l'esperienza della libertà e dell'amore. La libertà da noi stessi, la vastità dell'essere raggiungendo una personalità filiale infinita come figli nel Figlio di Dio Padre. Proprio così, nell'essere utile, nell'essere una persona di cui c'è bisogno nel mondo, la nostra vita diventa importante e bella. Solo chi dona la propria vita, la trova infinita in Cristo eucaristico. Per questo chiediamo la benedizione del Padre, l'Amante, del Figlio, l'Amato, dello Spirito Santo la comunioned'amore con tutti attraverso la Regina dell'Amore, la Madre del lungo cammino. Amen.

 

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