I sette sacramenti spiegati da Fulton Sheen

“I sacramenti trasmettono la vita divina o grazia”, e in particolare l’Eucaristia soprattutto della Domenica sorpassa tutti gli altri perché ci “dona ‘Autore della grazia, il Dio vivente, il Dio con noi e per noi”. Disponibile anche in lingua italiana “I 7 sacramenti” (Ares) dell’arcivescovo e venerabile statunitense Fulton Sheen, che approfondisce il cuore della dimensione sacramentale della vita cristiana

Fabio Piemonte in “La Nuova Bussola” 19 agosto 2020 
«Ogni elemento è rivelatore di qualcos’altro. Guardiamo alla purezza del fiocco di neve e vedremo qualcosa della bontà di Dio. Il mondo è pieno di poesia, è un peccato volgerlo in prosa». In questa prospettiva l’universo stesso assume una valenza sacramentale, nella misura in cui ogni elemento visibile rimanda a un significato ‘invisibile’, la materialità al senso spirituale della realtà stessa. Tale consapevolezza traspare nella riflessione teologica e pastorale dell’arcivescovo statunitense Fulton John Sheen (1895-1979), condensata nel saggio I sette sacramenti, pubblicato nel 1964 e ora finalmente disponibile anche in edizione italiana (Ares 2020, pp. 252).
«I sacramenti trasmettono la vita divina o grazia», ricorda Sheen parafrasando il Catechismo. E in effetti «quando Dio ci ha creati, ci ha donato noi stessi. Quando egli ci ha donato la grazia, ci ha dato sé stesso». Di qui, prosegue l’arcivescovo statunitense, se quando è venuto tra gli uomini Gesù «si serviva della sua natura umana come strumento della divinità e delle cose materiali faceva segni e simboli per donare la sua misericordia, nello stesso modo ora si serve di altre nature umane e di altri elementi materiali quali strumenti per comunicare la stessa vita divina».
Esistono perciò «sette condizioni per condurre, a livello personale, la vita cristiana: 1) dobbiamo nascere spiritualmente, nel sacramento del Battesimo; 2) dobbiamo alimentare la vita divina nell’anima, con l’Eucaristia; 3) dobbiamo crescere nella maturità spirituale e assumerci in pieno le responsabilità di membri dell’armata spirituale della Chiesa, con la Confermazione; 4) dobbiamo guarire le ferite del peccato, con la Penitenza; 5) dobbiamo eliminare le tracce della malattia del peccato, con l’Unzione degli infermi; 6) dobbiamo vivere sotto il governo spirituale della Chiesa, grazie all’Ordine Sacro; 7) dobbiamo prolungare e propagare il Regno di Dio sulla terra, grazie al Matrimonio». Tutti i sacramenti sono stati istituiti da Cristo, necessitano di un segno esterno, hanno il potere di conferire la grazia e derivano la propria efficacia dal mistero fecondo della passione, morte e risurrezione del Signore.
«Cristo non ci inserisce in lui a meno che noi non ci offriamo a lui liberamente». Ciò è vero per il Battesimo, ma in generale per ogni sacramento che testimonia tale desiderio di comunione del Figlio con i suoi figli nell’unità della Chiesa. E in special modo per l’Eucarestia, dal momento che «ogni cuore cerca la felicità fuori di sé, e poiché l’amore perfetto è Dio, allora il cuore dell’uomo e il cuore di Cristo devono fondersi in qualche modo».
Nel partecipare a tale mistero d’amore, «linfa divina del Corpo mistico di Cristo, di cui si nutre ogni membro», i fedeli sono invitati a pregare il Padre durante la consacrazione con queste parole: «La vera sostanza del mio essere, il mio intelletto e la mia volontà, cambiali! Transustanziali! Così che il mio io si perda in te e il mio intelletto sia uno con la tua verità e la mia volontà sia una cosa sola con i tuoi desideri! Non m’importa che restino le specie, le apparenze della mia vita; vale a dire i miei doveri, le mie occupazioni, i miei appuntamenti nel tempo e nello spazio. Ma ciò che io sono essenzialmente, lo dono a te».
La consapevolezza dell’arcivescovo statunitense di quanto accade durante la Santa Messa è così lucida e profonda che lo porta a esclamare con convinzione: «Nessuna preghiera umana, nessun atto umano né abnegazione, nessun sacrificio è sufficiente a squarciare il cielo. Solo il sacrificio della croce può farlo ed è ciò che avviene nella Messa. Quando la celebriamo, per noi è come essere appesi alle sue vesti, aggrappati ai suoi piedi durante l’Ascensione, stretti alle sue mani piagate mentre offre sé stesso al Padre celeste. Nascondendoci in lui, le nostre preghiere e i nostri sacrifici hanno il suo stesso valore».
Per quanto riguarda il sacramento della Riconciliazione, Fulton Sheen scrive che «il dolore dei peccati include necessariamente la risoluzione di non peccare più; non è solo un desiderio privo di risvolti pratici».
Relativamente al sacramento del Matrimonio, l’arcivescovo statunitense precisa dapprima opportunamente la distinzione tra amore erotico e personale. Se «nell’amore personale non è possibile sostituire la persona, si ama questa persona e non un’altra; nell’amore carnale o erotico, dal momento che è necessario amare un’altra persona ma c’è solo l’amore di sé, è possibile trovare un sostituto di chi fornisce il piacere. L’amore sessuale sostituisce un’occasione di piacere con l’altra, ma il vero amore non conosce sostituzioni». Su questo amore personale si innesta quello cristiano «che ama ciascuno come potenziale o attuale figlio di Dio, redento da Cristo; è un amore che ama senza alcuna speranza di contraccambio. Ama l’altro, non per l’attrattiva, i talenti o la simpatia, ma per Dio». Di qui «la santità della vita coniugale non è qualcosa che ha luogo accanto al matrimonio, ma dal e attraverso il matrimonio. La vocazione sponsale è una chiamata alla felicità che implica la santità». Infatti, tra marito e moglie, «c’è un ritrovarsi che genera una nuova vita e ne fa una trinità terrena».
Insomma, è «dal momento in cui la natura si è ribellata, quando si è ribellato l’uomo, che anche Dio se ne serve per santificare gli uomini nella forma dell’acqua, del grano, dell’uva, dell’olio e dei gesti umani. Grazie ai segni visibili riceviamo la grazia invisibile. L’acqua ci aiuta a capire che veniamo purificati; una mano che si eleva tracciando un segno di croce e pronunciando parole di assoluzione, ci mostra il perdono della Croce che si riversa sulle nostre anime; l’apparenza del pane ci aiuta a comprendere che veniamo nutriti dal vero Pane della vita. Benché tutti conferiscano la grazia, un sacramento sorpassa gli altri in dignità e tutti guardano a esso: si tratta dell’Eucaristia. Gli altri sacramenti donano la grazia, ma l’Eucaristia dona l’Autore della grazia. Gli altri sacramenti sono fiumi di grazia, l’Eucaristia è la sorgente». È questo il cuore della vita sacramentale illustrato con semplicità e sapienza teologica da Fulton Sheen.
Fabio Piemonte

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