Tra ideologie e conseguenti leggi iniquie, cosa ci attende come Cristiani e cosa fare

Si fa un gran parlare della grave situazione politica che stiamo vivendo non soltanto locale ma universalmente a livello mondiale, che sarebbe bene riflettere per capire cosa ci attende, in quanto Cristiani Cattolici

“Cooperatores – veritatis”13 agosto 2020
Di particolare rilievo è l’affermazione di san Paolo sul superamento delle discriminazioni religiose, sociali e sessuali:
“Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.” (Gal.3,28), ma ciò che intendeva il Beato Apostolo delle Genti non era certo quanto sta accadendo oggi nel mondo, non intendeva il sincretismo religioso, non intendeva l’appiattimento dei ruoli e neppure il gender…. quel  “poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” intende sottolineare che – chi vive in Cristo-Dio – anticipa in qualche modo ciò che sarà l’eternità beata nella quale scomparirà ogni categoria sociale e “il diventare come Gesù, l’essere simili agli Angeli”, significa che non avremo più la necessità di esprime gli affetti carnali, i quali servono per la procreazione… come spiegava Gesù stesso in Matteo capitolo 19 sulla questione del matrimonio e di quel “farsi eunuchi” per il regno dei cieli, aprendo così alla castità partendo proprio dai Suoi Apostoli, sollecitandoli a ben comprendere cosa significasse CONSACRARSI totalmente a Dio. Sempre san Paolo, infatti, specificherà i due grandi Sacramenti e del Matrimonio e dell’Ordine Sacro per il sacerdozio.
Testo in video-catechesi:
Per questo, la Chiesa, ha sempre privilegiato fin dall’inizio il valore della castità e del consacrarsi al Cristo totalmente… ma senza mai dimenticare la preziosità del ruolo dei laici che si sposavano, mettendo su Famiglia, o nel curare il cammino spirituale di ogni laico che nel mondo avrebbe svolto svariati ruoli di importanza sociale, appunto. Giusto per fare un esempio basti pensare agli ospedali che hanno avuto origine dalla carità di numerosi Santi, così come il ruolo stesso degli “Infermieri/e”. Per ora ci fermiamo qui perché il discorso si farebbe molto lungo, ma è da tutte queste realtà sociali e culturali di ogni tempo che la Chiesa stessa si è arricchita di ciò che è la DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA.
Restringendo il campo agli ultimi secoli è necessario capire come certi meccanismi – che hanno avuto origine da quanti apostatarono dalla Chiesa come Lutero e la catena protestantica – hanno dato origine alle IDEOLOGIE…. Per affrontare l’argomento ci faremo aiutare dal professore Stefano Fontana, che molto sta spiegando sia attraverso il canale dell’Osservatorio cardinale VanThuan, sia dalla Nuova Bussola nella sezione dedicata proprio alla Dottrina Sociale della Chiesa.
“Cosa c’è all’origine dell’ideologia? – leggiamo – Dal punto di vista di filosofia della politica, l’ideologia è una posizione di parte che pretende di valere per il tutto. Per esempio nel marxismo una classe sociale – il proletariato – pretende di essere il tutto e di rappresentare addirittura il senso della storia. Atteggiamento anticipato dall’Assemblea nazionale costituente agli inizi della Rivoluzione francese, quando il terzo stato, radunatosi nella sala della Pallacorda, pretese di rappresentare l’intera nazione. Oppure, ancora meglio, dal Comitato di Salute Pubblica durante il Terrore…”
Se può interessare l’approfondimento consigliamo questo vecchio articolo: Maradiaga e Robespierre, vera e falsa religione. Dunque, all’origine di ogni ideologia c’è sempre “lui” l’anticristo per eccellenza… Gesù, infatti, non venne a portarci “una idea”, una filosofia di vita, uno stile di vita confacente ai tempi ecc… Egli disse categoricamente: “IO SONO… la via (quella via che cercate), la verità (quella verità che cercate – Gv.8,32) e la vita (quella vita eterna che cercate)…” perciò – chi accoglie il Cristo – non vive di una idea ma in Dio ha la Via segnata dall’unica VERITA’ che davvero conta e con la quale si ha la VITA nella beatitudine eterna. LE RIVOLUZIONI non sono mai opera del Cristo mentre RIFORME E AMMAESTRAMENTO DI VITA SOCIALE E CULTURALE appartengono proprio alla Chiesa, gli sono proprie perché non nascono da una idea del mondo, ma vengono da Dio e che identifichiamo essere in ciò che chiamiamo LEGGE NATURALE la quale non è un monopolio cristiano-cattolico, ma appartiene a tutto il genere umano, indipendentemente dalla sua conversione al Cristo. Maestri di tutto ciò sono I SANTI…
Leggiamo ancora questo passaggio imponente:
Ma quando si parla di Chiesa il significato politico non è mai sufficiente, e questo vale anche per l’ideologia. Qui il senso della parola deve essere teologico. E cosa vuol dire mettere la parte al posto del tutto dal punto di vista teologico? Vuol dire affrontare le questioni che appartengono al piano naturale senza tenere conto del piano soprannaturale. In fin dei conti l’ideologia ha sempre un significato prometeico – voler sottrarre il fuoco agli dei – e il peccato di Adamo ne è stato il primo esempio. Teologicamente si applica lo schema ideologico quando il Quaggiù viene affrontato senza il Lassù: in questo caso la parte diventa il tutto o, se vogliamo, l’uomo diventa Dio. Quando questo avviene, le cose degenerano, perché è il tutto che fa vivere la parte, un tutto che non è mai la semplice somma delle parti. Benedetto XVI ad Aparecida nel 2007 aveva detto che senza Dio non c’è una vera comprensione della realtà. Voleva dire che senza il tutto, le parti non si comprendono bene e fino in fondo. Lo stesso Benedetto XVI, consapevole che in questo modo nascono molti guai, aveva perfino invitato i non credenti a vivere come se Dio fosse: ossia come Colui che da senso al tutto esistesse, pur non credendovi.
L’ideologia allora nasce dal naturalismo, che significa appunto la pretesa di organizzare la parte a prescindere dalla prospettiva del tutto. Per esempio organizzare questa vita senza tenere conto della vita eterna, come lamenta la Caritas in veritate: “Senza la prospettiva di una vita eterna, il progresso umano in questo mondo rimane privo di respiro” (n.11). Il secolarismo comporta l’indipendenza di ogni livello dal livello superiore: della ragione dalla fede, dell’economia dall’etica, dell’etica dalla religione cattolica, della coscienza dalla legge … e così via. L’ideologia pone ogni parte al posto del suo tutto e polverizza la realtà in ambiti autoreferenziali. La Chiesa dovrebbe stare molto attenta a non cadervi dentro.
Se non si apprendono queste nozioni fondamentali e basilari, non è possibile capire cosa sta accadendo e – in quanto Cristiani per giunta Cattolici – ci attende dalle tante leggi inique che stanno portando a compimento. Sì perché deve essere chiaro che – per queste persone – il nemico da abbattere resta la Chiesa e più chiaramente GESU’ CRISTO che è il vero nemico del Male e di ogni iniquità.
COSA POSSIAMO FARE NOI?
In vista della mobilitazione RESTIAMO LIBERI prevista per sabato 11 luglio – spiega il professor Stefano Fontana qui– mi sembra che questo intervento di ben 33 associazioni possa essere di chiarimento e aiuto.
Non deve diventare illecito dire la verità
La legge Zan “contro l’omofobia” è inaccettabile
Dichiarazione
del Coordinamento Nazionale Justitia et Pax per la Dottrina sociale della Chiesa
“La proposta di legge Zan mira a punire coloro che esprimano forme di intolleranza nei confronti delle persone ad orientamento omosessuale, transessuale o bisessuale. Essa riprende e sviluppa la proposta di legge Scalfarotto già presentata nelle precedenti legislature. Su queste finalità della proposta di legge facciamo tre valutazioni di merito.
Alla base di questa legge c’è quanto Benedetto XVI chiamava “tolleranza negativa”, la quale, secondo lui, avrebbe preparato la strada a nuove forme di totalitarismo: “La vera minaccia di fronte alla quale ci troviamo è che la tolleranza venga abolita in nome della tolleranza stessa”. Tolleranza negativa comporta per esempio di non ammettere che si dica in pubblico che la famiglia è solo quella naturale tra uomo e donna per non essere intolleranti verso altre forme di famiglia. Vorrebbe anche dire di impedire di affermare in pubblico che la vera sessualità umana è quella tra uomo e donna per non discriminare altre forme di esercizio della sessualità.
Quando questo venisse disposto per legge diventerebbe illecito dire la verità. Non solo la Chiesa cattolica non potrebbe più proporre gli insegnamenti biblici in materia, ma ogni cittadino non potrebbe più fare riferimento ad una natura umana eticamente normativa, ad una verità fonte di divieti morali assoluti, ad un ordine delle cose che richiede di essere rispettato. Non si vieterebbe solo la libertà di esprimere una opinione ma quella di dire la verità. Essa lederebbe direttamente la libertà di espressione, religiosa e di insegnamento, ma soprattutto eliminerebbe il fondamento stesso, oltre che l’esercizio, della libertà, ossia la verità, senza della quale la libertà diventa pura opinione infondata.
(…) Alla base della legge Zan c’è quindi un errore politico, un errore etico e un errore antropologico. Viene fatta coincidere la dignità della persona con l’espressione di una libertà intesa come autodeterminazione priva di criteri ossia priva di ragioni.”
Proponiamo allora qui di seguito alcuni passi antologici da Benedetto XVI. In questi brevi frammenti si sente la lucidità di un pensiero acuto e lungimirante. Rileggiamoli e non perdiamoli di vista
L’intolleranza negativa
“Si sta diffondendo un’intolleranza di tipo nuovo, è evidente. Esistono modi di pensare ben rodati, che devono essere imposti a tutti. E che vengono promossi in nome della cosiddetta tolleranza negativa. Come, ad esempio, quando si dice che in virtù dell’intolleranza negativa non devono esserci crocifissi negli edifici pubblici. In fondo così sperimentiamo l’eliminazione della tolleranza, perché in realtà questo significa che la religione, che la fede cristiana non possono più esprimersi in modo visibile” (Luce del Mondo, LEV, Città del Vaticano 2010, p.  82).
Un tirannico criterio ultimo
“Quando ad esempio, in nome della non discriminazione si vuole costringere la Chiesa cattolica a cambiare la propria posizione riguardo all’omosessualità o all’ordinazione sacerdotale delle donne, questo significa che non le è più consentito di vivere la propria identità, ergendo invece una astratta religione negativa a tirannico criterio ultimo, al quale tutti devono piegarsi. E questa sarebbe la libertà, per il solo fatto che libererebbe da tutto quello che è venuto prima” (Ibidem).
La nuova religione
“In realtà si tratta di uno sviluppo che conduce sempre più ad una rivendicazione intollerante da parte di una nuova religione che pretende essere valida per tutti perché razionale, anzi, perché è la ragione stessa che sola conosce e che quindi determina anche ciò che è rilevante per ognuno” (Ibidem).
La tolleranza intollerante
“La vera minaccia di fronte alla quale ci troviamo è che la tolleranza venga abolita in nome della tolleranza stessa. C’è il pericolo che la ragione, la cosiddetta ragione occidentale, sostenga di avere finalmente riconosciuto ciò che è giusto e avanzi così una pretesa di totalità che è nemica della libertà. Credo necessario denunciare con forza questa minaccia. Nessuno deve essere costretto a vivere secondo la nuova religione, come fosse l’unica e vera, vincolante per tutta l’umanità” (Ivi, pp. 82-83).
Ridotto lo spazio per vivere
“Nella realtà determinati modi di agire e di pensare vengono presentati come gli unici ragionevoli e quindi come gli unici a misura d’uomo. Il Cristianesimo si vede allora esposto ad una pressione d’intolleranza la quale, in un primo momento, si esercita presentandolo quale modo di pensare alla rovescia, sbagliato, e si tende a ridicolizzarlo; per poi, in nome di un’apparente ragionevolezza, mirare a privarlo dello spazio per vivere” (Ivi, p.  83).
Un divieto di discriminazione molto discriminante
“Il concetto di discriminazione viene sempre più allargato, e così il divieto di discriminazione può trasformarsi sempre di più in una limitazione della libertà di opinione e della libertà religiosa. Ben presto non si potrà più affermare che l’omosessualità, come insegna la Chiesa cattolica, costituisce un obiettivo disordine nello strutturarsi dell’esistenza. E il fatto che la Chiesa è convinta di non avere il diritto di dare l’ordinazione sacerdotale alle donne viene considerato, da alcuni, fin d’ora inconciliabile con lo spirito della Costituzione europea” (L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture, Cantagalli, Siena 2005, p. 42).
Il nuovo dogmatismo e le limitazioni della libertà
“La concezione non definita o mal definita affatto di libertà, che sta alla base di questa cultura [illuminista], inevitabilmente comporta contraddizioni: ed è evidente che proprio per via del suo uso (un uso che sembra radicale) comporta limitazioni della libertà che una generazione fa non riuscivamo nemmeno a immaginarci. Una confusa ideologia della libertà conduce ad un dogmatismo che si sta rivelando sempre più ostile alla libertà” (Ivi, p.  43).

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