Domenica XX T.O.

Ogni giorno il nostro cuore è chiamato a vivere la conversione, ogni giorno constata il passare dall’uomo ripiegato su sé stesso, all’io aperto all’azione di Dio, cioè all’uomo spirituale (1 Cor 2,13-14), che si lascia interpellare dalla Parola del Signore e nell’Eucarestia soprattutto della domenica si apre all’evento di fede della Sua presenza e azione cioè del suo Amore

Il brano evangelico di questa domenica inizia con l’indicazione della regione pagana dove Gesù si stava recando: Tiro e Sidone, a nord-ovest della Galilea, è appunto terra pagana. Ed è qui che Egli incontra una donna cananea, che si rivolge a Lui chiedendogli di guarire, di liberare la figlia tormentata da un demonio (Mt 15,22). Già in questa richiesta della donna, possiamo ravvisare un inizio del suo cammino di fede, che nel dialogo con il divino Maestro cresce e si rafforza. La donna non ha timore di gridare pubblicamente a Gesù “Pietà di me”, un’espressione penitenziale che ricorre nei Salmi (50, 1), lo chiama “Signore” e “Figlio di Davide” (Mt 15,22), manifesta così una ferma speranza di essere esaudita. Qual’ è l’atteggiamento del Signore di fronte a quel grido di dolore di una donna pagana mossa nell’interno dallo Spirito? Può sembrare sconcertante il silenzio di Gesù senza tener conto dove l’ha giungere, tanto che suscita l’intervento meravigliato dei discepoli, ma non si tratta di insensibilità al dolore di quella donna. Sant’Agostino commenta giustamente: “Cristo si mostrava indifferente verso di lei, non per rifiutarle la misericordia, ma per infiammarne sempre più il desiderio” (PL 38,483). L’apparente distacco di Gesù, che dice “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele” (v. 24) e non ai Cananei, non scoraggia la cananea, che insiste: “Signore, aiutami!” 8v.25). E anche quando riceve una risposta che sembra chiudere ogni speranza – “Non è bene prendere il pane dei figli (gli Ebrei) e gettarlo ai cagnolini (i Cananei) (v. 26) -, non desiste. Non vuole togliere nulla a nessuno: nella sua meravigliosa semplicità di fede e umiltà le basta poco, le bastano le briciole, le basta uno sguardo, una buona parola del Figlio di Dio. E Gesù rimane ammirato per una risposta di fede così grande in una pagana e le dice. “Avvenga per te come desideri” (v. 28).
Cari amici, anche noi, soprattutto ogni domenica convenendo nel “Paradiso anticipato della Messa”, siamo chiamati a crescere nella fede cioè nella certezza, ad aprirci e ad accogliere con libertà l’evento della presenza di Dio, ad avere fiducia e gridare anche alla presenza sacramentale di Gesù “donaci la fede cioè la certezza, aiutaci a trovare la via!”. È il cammino che Gesù ha fatto compiere ai suoi discepoli, alla donna cananea e agli uomini di ogni tempo e popolo, a ciascuno di noi. La fede ci apre a conoscere e ad accogliere con certezza la reale identità di Gesù, la sua novità e unicità, la sua parola e presenza sacramentale, come fonte di vita, per vivere una relazione personale con Lui, il conoscer della fede cresce, cresce con il desiderio di trovare la strada, ed è finalmente un dono di Dio che si rivela a noi non come un concetto astratto senza volto e senza nome, ma la fede risponde ad una reale Persona presente, che vuole entrare in un rapporto di amore profondo con noi e coinvolgere tutta la nostra vita. Per questo ogni giorno il nostro cuore vive l’esperienza della conversione, ogni giorno vede il nostro passare dall’uomo ripiegato su se stesso, all’uomo aperto all’azione continua di Dio, all’uomo spirituale ( 1 Cor 2,13-14), che si lascia interpellare dalla Parola del Signore con la sua presenza reale nel Sacramento e apre la propria vita al suo Amore.
Alimentiamo quindi ogni giorno la nostra fede, con l’ascolto profondo della Parola di Dio, e quando ci è possibile con la celebrazione della sua presenza reale della Messa, con la preghiera personale continua come “grido” verso di Lui e con la carità verso il prossimo. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria, che ieri abbiamo contemplato nella sua gloriosa assunzione in anima e corpo, perché ci aiuti ad annunciare e testimoniare con la vita la gioia di incontrare il Signore.

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