In Veritate

Aldo Maria Valli, in "Duc in altum" – 29 Marzo 2022

Cari amici di Duc in altum, sabato 26 marzo si è tenuto a Villa d'Adda (Bergamo) il primo incontro pubblico del Comitato Liberi in Veritate (LiVe) da poco costituito tramite l'alleanza di intellettuali e associazioni del mondo cattolico legato alla Tradizione e alla Verità di sempre. Tra i promotori, il professor Massimo Viglione, al quale ho rivolto alcune domande per un primissimo bilancio dell'iniziativa.

 

Massimo, quale la tua impressione dopo l'incontro a Villa d'Adda?

 

Più che una mia impressione, è il dato di fatto oggettivo in sé a parlare: più di 340 persone presenti, in un contesto – bellissimo dal punto di vista naturale e architettonico – all'aperto, che garantiva la sicurezza. Ed è facile comprendere quanto l'importanza di una tale entusiastica partecipazione attiva si accresca se si tiene conto che: 1) il Comitato è nato solo lo scorso 11 febbraio; 2) l'incontro – che non era un convegno classico, bensì una  giornata di conoscenza reciproca, riflessione, confronto, partecipazione e anche preghiera (si è conclusa con la Santa Messa) – è stato organizzato molto velocemente e con tutte le difficoltà che si hanno in questo periodo; 3) è stato volutamente presentato solo in alcuni ambienti, evitando una pubblicità massiccia sui social, che avrebbe sicuramente provocato l'adesione di altre centinaia di persone; 4) fin da una decina di giorni prima, siamo stati costretti a sospendere le iscrizioni appunto per l'adesione fin troppo massiccia rispetto agli spazi a disposizione e per la sicurezza delle persone.

 

 

 

Ma non è solo una questione numerica. È stato soprattutto un successo qualitativo, per l'entusiasmo riscontrabile nel pubblico, che ha presenziato all'intero incontro, dalle 10 del mattino alle 18 del pomeriggio. Non ho timore di errare nel dire che, ancora alla fine della giornata, praticamente erano tutti presenti o quasi. Anche alla Messa finale la partecipazione è stata altissima. Tutti, fondatori e relatori, sono stati continuamente a disposizione per rispondere alle domande e alle questioni poste loro dai partecipanti

 

Non sono nato ieri e nemmeno l'altro ieri, e di giornate simili ne ho vissute a decine, fin dagli anni Ottanta, nei contesti più differenti. Posso dire che raramente ho potuto riscontrare una tale entusiastica partecipazione del pubblico. Al di là dei meriti dei relatori, è chiaro che ormai le persone libere hanno capito che bisogna reagire subito e senza più compromessi con la menzogna e con i progetti di chi oggi sta conducendo gli italiani alla rovina collettiva e alla perdita della loro stessa umanità e libertà. E hanno capito che occorre farlo nella Verità.

 

Quali le principali esigenze manifestate dai partecipanti?

 

Quando si ha a che fare con centinaia di persone, e anche di provenienza ideologica non omogenea, è ovvio che di richieste e aspettative ve ne sono molte e di varia natura. Quello che posso segnalare è l'elemento comune a tutti o quasi: la necessità, sentita come sempre più impellente, dell'unione del mondo cattolico libero e umano (umano nel senso di non prono al post-umanesimo e a tutte le follie globaliste, ovvero non asservito a politici, chierici e intellettuali che si sono rivelati ottimi suonatori di flauti magici per condurre le pecore al baratro del trans-umanesimo) in una forza politica che possa creare una resistenza e una reazione adeguate, adatta anche a trovare momentanea alleanza di scopo con forze laiche, ma mantenendo pienamente e nella maniera più limpida possibile la propria identità.

 

Ovvero, una forza cattolica che risponda all'Appello anti-globalista lanciato da monsignor Viganò.

 

Quali le linee operative uscite dalla giornata?

 

Dopo i brevi saluti inaugurali del presidente Corrado Ruini e del mio in qualità di vicepresidente, si è proiettato il discorso inviatoci appositamente da sua eccellenza monsignor Carlo Maria Viganò, che ha subito entusiasmato il pubblico incastonando perfettamente il senso di questo incontro nel tragico contesto attuale. Quindi, hanno fatto seguito gli interventi dei fondatori che hanno potuto presenziare: Corrado Ruini, Silvana De Mari, Francesco Lamendola, Mario Iannaccone, Paolo Gulisano, Francesco Fontana, Antonio Bianco, Daniele Logoluso. Le domande del pubblico hanno concluso la mattinata.

 

Nel pomeriggio, sono intervenuti i primi firmatari del Comitato a altri intellettuali cattolici: Davide Lovat, Maurizio Blondet, Cosimo Massaro, Luca Di Fazio, Martino Mora, Roberto Lopez, Roberto Pecchioli, Guido Vignelli. Il discorso mio e il saluto finale di Corrado Ruini hanno concluso la giornata nell'entusiasmo generale. Infine, la Santa Messa in Rito Romano antico, come detto partecipatissima.

 

Si è parlato anche di politica: è possibile uno sviluppo più marcatamente politico per Liberi in Veritate?

 

Come ho avuto modo di rimarcare nel mio discorso, LiVe non può essere né una mera associazione culturale, perché ve ne sono già troppe e, soprattutto, nasce a sua volta dall'alleanza di varie associazioni culturali, ciò che rende del tutto inutile fondarne un'altra simile; né uno dei partitini "dello zero virgola", come si suole dire, che cadono inevitabilmente nei meccanismi di autodissolvimento o svuotamento di senso che ben conosciamo nel panorama politico nazionale recente e passato, e anche nel mondo "cattolico" (o paracattolico).

 

Per questo ci vogliamo definire una "realtà politica" o, meglio ancora, una alleanza di persone libere che esercitano il dono della Politica (con la maiuscola) però nell'adesione certa alla Verità oggettiva e fattuale, come ogni cristiano dovrebbe sempre fare.

 

Il nostro progetto è creare una solida diffusione territoriale della nostra struttura, con presìdi organizzati e attivi, con il contributo delle associazioni fondatrici e di quelle che hanno già aderito e possono aderire. Questi presìdi, una volta accettato formalmente il programma dei 25 punti, opereranno secondo tre linee guida: la preghiera nella tradizione della Chiesa cattolica; la corretta formazione (con l'aiuto degli intellettuali di riferimento), condizione imprescindibile per poter combattere la buona battaglia; l'azione sul territorio finalizzata alla sempre maggiore diffusione del progetto.

 

Poi… siamo nelle mani di Dio e a Lui ci abbandoniamo. Essere nelle mani di Dio vuol dire accettare ogni cosa ne possa venire: dal fallimento a una riuscita limitata, da un successo concreto ma non determinante, fino alla realizzazione di una forza politica nuova.

 

Parafrasando sant'Ignazio di Loyola, potremmo dire che dobbiamo pregare e pensare sapendo che tutto dipende da Dio, ma agire come se tutto dipendesse da noi. Ovvero: noi ce la mettiamo tutta, invitiamo tutti all'adesione a una forza di resistenza e reazione per compiere gli estremi tentativi di salvezza comune e individuale in un tempo sempre più ridotto, ma ci rimettiamo completamente alla volontà di Dio, operando al servizio del Cuore Immacolato di Maria. Poi, se il Cielo vorrà premiare i nostri sforzi, una cosa sappiamo per certissima: che nulla è impossibile a Dio. E che ciò che oggi è sogno, domani può divenire realtà. Ma, per saperlo, dobbiamo prendere l'iniziativa e fare la nostra parte.

 

Per questo concludo invitando tutti gli uomini ancora "umani", liberi e veri, a prendere conoscenza del nostro progetto, a leggere con molta attenzione i 25 punti programmatici, a contattarci e confrontarsi con noi, e, se lo ritengono, ad aderire e lottare insieme a noi. Attendendo di conoscere la volontà di Colui che può tutto ciò che vuole.

 

È giunto il tempo che il mondo cattolico sano, libero, legato alla Chiesa e alla dottrina di sempre, si unisca in un progetto politico che non fa l'occhiolino ad alcun compromesso ideale e ideologico, ma che al contempo, proprio per questa ragione, è libero di poter collaborare con altre forze per fermare l'oppressione tirannica del globalismo in Italia, che ha tutto l'attuale sistema politico, mediatico e intellettuale al suo servizio.

 

La giornata del 26 marzo – questo lo possiamo dire con sicurezza – ha segnato un inizio eccellente di questo progetto. Ne ringraziamo Dio e ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a renderla tale con la propria collaborazione e la propria presenza. E ora li invitiamo a continuare a propagare il progetto e a fondare presìdi territoriali.

 

Leggete i venticinque punti programmatici, ascoltate i nostri discorsi, aderite e lottate con noi. La guerra è solo agli inizi.

 

a cura di Aldo Maria Valli

 

_______________

 

Il sito del Comitato: https://www.liberiinveritate.it/

 

I promotori: https://www.liberiinveritate.it/chi%20siamo

 

I venticinque punti: https://www.liberiinveritate.it/store

 

L'appello per un'Alleanza anti-globalista: https://www.liberiinveritate.it/arcivescovo-carlo-maria-vigano

 

Per i contatti: liberiinveritate@protonmail.com

 

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Messaggio dell'arcivescovo Carlo Maria Viganò al Comitato Liberi in Veritate.

 

***

 

Qui non est mecum, contra me est:

 

et qui non colligit mecum, dispergit.

 

Lc 11, 23

 

Carissimi Amici,

 

decenni fa, i cospiratori che oggi stanno portando a compimento il colpo di stato globale si riunivano per dare corpo al loro piano eversivo. E lo facevano spiegando bene quello che avevano in mente: alcuni teorizzando la decimazione della popolazione mondiale; altri affermando che una pandemia sarebbe stata uno strumento perfetto per imporre la riduzione dei diritti fondamentali; altri ancora spiegando come avrebbero impoverito l'economia, eliminato le piccole aziende e ridotto gli stipendi; eliminato le tutele dei lavoratori, privatizzato i servizi pubblici; come avrebbero promosso l'immigrazione e modificato il tessuto sociale. Ci hanno insomma fornito i loro piani d'attacco, li hanno pubblicati sui loro siti, ne hanno parlato ai loro convegni. E non si sono limitati a questo, ma hanno scelto i futuri leader del mondo, giovani allora quasi sconosciuti, formandoli alla scuola del World Economic Forum – il Forum for Young Global Leaders di Davos – e dando loro istruzioni su come realizzare concretamente gli scenari del Great Reset.

 

Dinanzi a quella dichiarazione di guerra, taceva la Gerarchia della Chiesa-conciliare, nel timore di apparire integralista; tacevano i fedeli e i cittadini, tenuti all'oscuro delle trame del nemico; tacevano gli intellettuali cattolici, spesso essi stessi distratti da diversivi offerti proprio dai cospiratori o dai loro complici; tacevano i moderati del conservatorismo montiniano, troppo presi dalle loro disquisizioni astratte o troppo impegnati a cercarsi un ruolo istituzionale dal quale trarre qualche immediato profitto.

 

Così, mentre i figli delle tenebre si organizzavano e preparavano con efficienza il loro attacco finale; mentre i loro rampolli entravano in politica e conquistavano i vertici delle istituzioni – come già avevano fatto certi chierici modernisti in seno alla Chiesa, ascendendo i gradi della Gerarchia conciliare – tra i conservatori ci si baloccava con il doppio Confiteor nella Messa tridentina o ci si punzecchiava l'un l'altro per questioni che, con gli occhi di oggi, giudicheremmo quantomeno marginali.

 

Ma quei piani di guerra, quelle prove del tradimento e della cospirazione, non hanno indotto nessuno di noi – riconosciamolo onestamente – a dare una formazione intellettuale e una preparazione ideologica ai nostri giovani, né ad insegnar loro ad usare le armi dottrinali, morali e politiche con cui combattere. Come se la consapevolezza di un attacco imminente fosse stata sufficiente a scongiurarlo; anzi: come se nel comprendere chi fosse il nemico e quali mezzi egli volesse usare per cancellare la società tradizionale ci bastasse compiacerci della nostra perspicacia, senza organizzare alcuna forma di resistenza.

 

Il male si afferma con orgoglio luciferino, pretende di essere accettato in quanto tale, così come la menzogna esige di esser creduta proprio perché palesemente falsa. Il bene invece pare vergognarsi, la verità prova quasi imbarazzo ad essere affermata, e cerca spesso di rendersi accetta concedendo qualcosa all'avversario. Sono Cattolico, ma… Sono tradizionalista, però… Mentre nessuno, sul versante opposto, cede a compromessi col bene. Un paradosso, questo senso di inferiorità dei buoni dinanzi all'arroganza dei malvagi. Ma chi si vergogna della verità, si vergogna di Dio, che è Egli stesso Verità somma. Ma solo chi è nella Verità è veramente libero – Liberi in veritate – come promette il Signore: Veritas liberabit vos.

 

Oggi, dinanzi all'evidenza che quel piano infernale sta giungendo alle fasi finali, qualcuno di noi finalmente si è deciso a muoversi, a combattere, a chiamare a raccolta i Cattolici e le persone di buona volontà per far fronte comune contro il nemico. Con un sano realismo, e un doveroso esame di coscienza, dobbiamo ammettere di aver perso molto tempo, di non aver colto preziose occasioni, di aver preferito affermare le nostre piccole peculiarità per dividerci tra di noi, come se non fossimo già abbastanza divisi e disorganizzati.

 

Questa premessa è indispensabile per fare tesoro degli errori commessi e trarne una lezione per il presente, perché questi errori non si abbiano a ripetere, tanto nelle questioni religiose quanto in quelle civili e politiche. Siamo un pusillus grex, e questo è un destino che la Provvidenza ci ha assegnato come segno distintivo della nostra impotenza dinanzi al mondo, dinanzi alla quale dobbiamo avere il coraggio di combattere ugualmente, e la fiducia di avere dalla nostra parte il Signore Iddio degli eserciti schierati in ordine di battaglia, la Vergine Santissima nostra Condottiera, il Principe delle Milizie celesti San Michele Arcangelo, e tutta la Corte celeste. Siamo come Davide contro Golia, armati solo di una fionda, certo, ma la nostra mano è guidata da Dio perché colpisca il bersaglio e lo abbatta.

 

Cari amici di Liberi in Veritate, voi oggi state chiamando a raccolta tante buone persone, alle quali la farsa pandemica e gli eventi bellici hanno aperto gli occhi, mostrando la minaccia incombente di un potere ostile e asservito al demonio. Assieme a voi altri – forse meno saldi nella dottrina e meno consapevoli dei piani di guerra del nemico – si stanno svegliando dal loro torpore e cercano di coordinarsi per impedire l'instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale. Altri ancora, che nella confusione del momento crediamo possibili alleati, forse pensano di poter distrarre una parte dei buoni, facendo loro credere di combattere quel nemico, per poi vanificare i loro sforzi con quelle che gli esperti chiamano operazioni di gatekeeping. Ma queste, in fondo, sono le incognite che si presentano sempre a chi sceglie di agire, senza limitarsi a guardare da spettatore. Questi sono i rischi che l'azione comporta inevitabilmente, mentre chi critica senza schierarsi ha mille pretesti per giustificare la propria ignavia.

 

Certo, muoversi nelle acque infide della politica per chi non vi è abituato è sempre rischioso e può dar luogo a sconfitte e fallimenti. Ma se a muovervi sono santi propositi e buone intenzioni, e se la vostra azione saprà essere illuminata dalla Fede e infiammata dalla Carità, la vostra inesperienza, le vostre piccole ingenuità, i vostri errori saranno ampiamente compensati dalla Grazia, e il Signore si degnerà di farvi partecipi della Sua vittoria, perché avete avuto il coraggio e la determinazione di combattere il bonum certamen al Suo fianco. Qui non est mecum, contra me est, dice Nostro Signore, et qui non colligit mecum, dispergit. Ed è significativo che questa affermazione lapidaria venga subito dopo la pericope dell'indemoniato, nella quale ci è mostrata l'organizzazione militare del diavolo: Omne regnum in seipsum divisum desolabitur, et domus supra domum cadet. Si autem et Satanas in seipsum divisus est, quomodo stabit regnum ejus ?

 

E ancora: Cum fortis armatus custodit atrium suum, in pace sunt ea quæ possidet. Si autem fortior eo superveniens vicerit eum, universa arma ejus auferet, in quibus confidebat, et spolia ejus distribuet.

 

Certo, i figli delle tenebre sono ben più organizzati e astuti dei figli della luce, ma è il Signore stesso che ci esorta a coniugare la prudenza e la semplicità: Ecce ego mitto vos sicut oves in medio luporum. Estote ergo prudentes sicut serpentes, et simplices sicut columbæ. Questo non significa, ovviamente, che dobbiamo comportarci in modo disonesto, ma che viceversa non dobbiamo farci un alibi della bontà dei nostri principi per agire da sprovveduti o da irresponsabili. Il nostro essere numericamente pochi non va inteso come un difetto, se sapremo essere lievito della massa.

 

In questa battaglia spirituale contro forze che appaiono enormemente più organizzate di quanto non siamo noi, dobbiamo compiere con generosità la nostra scelta di campo, schierarci al fianco del nostro Re, al Quale appartiene una vittoria certissima; e porci sotto il manto della Vergine Santissima, Regina delle Vittorie, alla Quale la Provvidenza ha dato il potere di schiacciare il capo dell'antico Serpente.

 

Il nostro addestramento inizia in ginocchio, con la preghiera assidua, la recita del Santo Rosario, la vita della Grazia, il nutrimento celeste della Santissima Eucaristia, l'assistenza alla Santa Messa, la penitenza e il digiuno. Una palestra spirituale, nella quale possiamo prepararci allo scontro e rafforzarci nelle Virtù, per non cedere agli assalti del Maligno. Questo nostro addestramento ci renderà davvero come il lievito della massa, e quanti con generosità si affiancheranno a voi anche senza condividere tutto ciò che voi credete e volete, presto si uniranno a voi anche nella professione dell'unica Fede, perché avranno in voi un esempio e un modello.

 

Fecit potentiam in brachio suo, dispersit superbos mente cordis sui. Deposuit potentes de sede, et exaltavit humiles. Mostratevi degni di questa opportunità preziosa, nell'umiltà di chi per primo è consapevole della propria nullità, e dell'onnipotenza di Dio. Perché proprio nell'umiltà il Signore si compiace di compiere cose grandi. E domani, con la Grazia di Dio, potremo cantare con Cristo il nostro Lætare.

 

Carlo Maria Viganò, arcivescovo

 

26 marzo 2022

 

Sabbato Hebdomadæ III Quadragesimæ

 

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