II Domenica di Quaresima
(Lc 9,28-36) "Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d'aspetto" Anche noi veniamo trasfigurati quando preghiamo, quando apriamo tutto il nostro essere all'amore che viene da Dio, per diventare anche noi generosi, misericordiosi, pieni di comprensione e d'indulgenza com'è Lui. Allora il nostro volto si trasfigura
Salire sulla montagna per i tre Apostoli ha voluto dire essere coinvolti nella preghiera di Gesù, che si ritirava spesso in orazione, specialmente all'alba e dopo il tramonto, e talvolta per tutta la notte. Solo però quella volta, sulla montagna, Egli volle manifestare ai suoi amici la luce interiore che lo ricolmava quando pregava alla presenza del Padre, l'Amante, nello Spirito santo, l'Amore: il volto umano dell'Amato il Figlio – leggiamo nel Vangelo – s'illuminò, si trasfigurò e le sue vesti lasciarono trasparire lo splendore della Persona divina del Verbo incarnato (Lc 9,29). C'è un altro dettaglio, proprio del racconto di san Luca, che merita di essere sottolineato: l'indicazione cioè dell'oggetto della conversazione di Gesù con Mosè, la Legge, ed Elia, la Profezia, apparsi accanto a Lui trasfigurato. Essi – narra l'Evangelista – "parlavano della sua dipartita (in greco exodos), che avrebbe portato a compimento fra otto giorni a Gerusalemme" (9,31). Dunque, Gesù ascolta la Legge e i Profeti che gli parlano della sua morte e risurrezione. Nella preghiera cioè nel suo dialogo intimo con il Padre nello Spirito Santo, Egli non esce dalla storia, non sfugge la missione per la quale è venuto nel mondo, anche se sa che per arrivare trasfigurati alla gloria dovrà passare attraverso la Croce con la Madre accanto. Anzi, Cristo entra più profondamente in questa missione, aderendo nella preghiera con tutto sé stesso alla volontà del Padre, e ci mostra che la vera preghiera consiste nella consapevolezza di un tu a tu con il Padre nello Spirito Santo unendo la nostra volontà a quella di Dio. Per 19 anni ho camminato con Renato Baron, veggente delle presunte apparizioni della Regina dell'amore e ho imparato da Lui la preghiera. Nel Rosario l'elemento più importante è la consapevolezza di rapportarmi con il Padre nello Spirito Santo, con il Figlio risorto, vivo, presente nella memoria dei misteri, con l'Assunta, viva, presente nelle dieci ave Maria. Il veggente rapportava tutto il vissuto a questo rapporto mistico della preghiera. Necessitava del silenzio assoluto. Per un cristiano, pertanto, pregare non è evadere dalla realtà e dalle responsabilità che essa comporta, ma assumerle fino in fondo dopo la preghiera che mi fa confidare nell'amore fedele e inesauribile della presenza del Signore. Per questo, la verifica della trasfigurazione è, paradossalmente, l'agonia del Getsemani (Lc 22,39-46). Nell'imminenza, dopo otto giorni della passione, Gesù nella realtà umana della Persona divina del Verbo ne sperimenterà l'angoscia mortale e si affiderà dopo la tentazione "Dio mio mi hai abbandonato?", "nelle tue mani affido la mia vita" affidandosi totalmente alla volontà divina; in quel momento la sua preghiera alla presenza del Padre nello Spirito Santo sarà pegno di salvezza per tutti noi pregando alla presenza del Risorto, vivo, soprattutto nell'attualizzazione del Sacrificio della Croce nella Messa con accanto la presenza di Colei che stava presso la Croce. Cristo, infatti, supplicherà il Padre celeste di "liberarlo dalla morte" e, come scrive l'autore della lettera agli Ebrei, "fu esaudito per la sua pietà" (,5,7). Di tale esaudimento è prova la risurrezione. Ma questo è anche il nostro vissuto di fede, speranza e carità cioè dell'amore di Dio in noi pure indotti in tentazione per crescere nelle virtù teologali e cardinali. La preghiera non è un accessorio, un optional, ma è questione di vita o di morte perché nemmeno Dio può aiutarci a motivo del libero arbitrio senza la preghiera. Solo chi prega rapportandosi con la Trinità, con il Risorto vivo, presente, con la sua e nostra Madre, con i Santi e le Anime del Purgatorio, cioè chi con il libero-arbitrio si affida al mondo soprannaturale con amore filiale e fraterno può entrare nella vita eterna non solo con l'anima ma anche da risorto, trasfigurando questo difficile cammino temporale. Durante questo tempo di Quaresima, chiediamo a Maria, Madre del Verbo incarnato e Maestra di vita spirituale, di insegnarci a pregare come faceva il suo Figlio trasfigurando perfino la Croce, perché anche la nostra drammatica esistenza venga trasfigurata.
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