Il Covid ha messo alla prova anche i nostri pastori

Aldo Maria Valli: "Cari amici di Duc in altum, vi propongo, da lifesitenews.com, una sintesi della testimonianza dell'avvocato americano Thomas Renz". Come sempre non tutto è accettabile, ma utili gli stimoli

Thomas Renz, "Duc in altum" – 7 Luglio 2021


Circa diciassette mesi fa il mondo ha iniziato a sentire parlare di una malattia "nuova e terrificante" che avrebbe "ucciso milioni e milioni". Si dà il caso che la malattia non fosse nemmeno lontanamente letale come si diceva. Però è stata incredibilmente mortale per la salute della nostra fede.


Sono cattolico attivo e praticante. Credo nei sacramenti e la mia famiglia va in chiesa quasi tutte le domeniche. Per molti anni prima del 2020 mi sono seduto in chiesa su base settimanale e ho ascoltato il mio sacerdote esaltare i sacramenti. Questo mi è sempre piaciuto, perché credevo davvero che fosse un privilegio comunicare direttamente con Cristo, partecipare alla Messa e celebrare la mia fede con una comunità di credenti. Poi è arrivato il Covid.


Improvvisamente la mia Chiesa, fondata da qualcuno che guariva i malati e trascorreva del tempo con lebbrosi e peccatori, mi ha informato che i sacramenti non valevano il rischio. Hanno chiuso le chiese, annullato i sacramenti e in qualche caso il prete ha persino smesso di ungere i malati. Dire che tutto ciò è stato deludente è un eufemismo.


Come ha potuto la mia Chiesa, che crede che la Comunione che riceviamo durante la Messa sia letteralmente il corpo e il sangue di Cristo, affermare che non è sicuro partecipare a questo rituale? Cristo è davvero presente nella Comunione o no? Se lo è, allora perché dovremmo avere paura? Non crediamo che Cristo sia abbastanza potente da guarire i malati? Pensiamo davvero che, partecipando a un rito così sacro, di cui Lui è parte diretta, il nostro Dio amorevole ci farebbe ammalare?


Sono disgustato. Trovo spaventoso aver rinunciato ai principi fondamentali della nostra fede. Ma ho trovato anche peggiore il fatto che un prete abbia negato l'unzione degli infermi a un certo numero di anziani, che si erano ammalati o stavano morendo durante questa debacle, nonostante il loro impegno per la fede durato un'intera vita. Non mi interessa partecipare a un'altra Messa con questo cosiddetto "sacerdote". Mi chiedo con quale credibilità questa stessa persona ora possa dire a tutti che devono tornare per la Messa ogni fine settimana, in modo che possano partecipare ai santissimi riti.


Questa completa, totale mancanza di fede nella capacità di Dio di proteggerci si è verificata in più comunità cristiane, non solo nella Chiesa cattolica, ed è stata ugualmente spaventosa in tutte. Dai battisti agli evangelici ai luterani, e così via, la fede è sembrata scarseggiare.


Presumo che questo mio intervento farà sollevare qualche sopracciglio, ma non mi interessa. I nostri fratelli e sorelle in Cristo hanno tutto il diritto di decidere autonomamente se avere o meno il coraggio di partecipare alla Messa. Tuttavia, non credo sia troppo chiedere ai pastori, che settimanalmente ci raccontano l'importanza della fede, che non abbandonino le loro greggi al primo accenno di avvicinamento di un lupo. La mia Chiesa cattolica è la continuazione della Chiesa fondata da Pietro, un uomo che, secondo la tradizione, chiese di essere crocifisso a testa in giù perché non credeva di essere degno di morire allo stesso modo di Cristo. Come può un sacerdote di questa Chiesa abbandonare il suo gregge, il suo obbligo di celebrare i sacramenti e la sua responsabilità?


Ora, come se tutto ciò non bastasse, molti di questi stessi pastori non riescono a indagare sulla verità dei vaccini Covid. Nonostante le crescenti prove di pericolo, stanno spingendo il loro gregge a farsi vaccinare. Sembra che sia più facile essere politicamente corretti che essere coraggiosi nella fede.


Io sono un peccatore. Non ho il diritto di giudicare, e non sto giudicando nessuna persona né la sua fede. Ho però l'obbligo di giudicare le azioni e di determinare se quelle azioni sono appropriate o meno alla legge della mia fede. È mia fervente convinzione che Dio abbia messo alla prova la nostra fede e che abbiamo fallito miseramente.


Dobbiamo tutti pregare con fervore per le nostre chiese. Ma penso anche che sia nostro dovere aiutare umilmente i pastori a seguire il cammino che Dio ha tracciato per noi, un cammino che non è mai soggetto alla politica dell'uomo.

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