La metafisica cristiana e il problema di Dio, del mondo e dell'uomo

Dalla concezione cristiana di Dio, del mondo e dell'uomo, derivano alcune conclusioni che è opportuno sottolineare per far meglio risaltare il carattere irriducibile dell'insegnamento metafisico cattolico di fronte alla Cabala e il Progressismo modernista antimetafisico, puramente fenomenico

Julio Meinvielle, "Dalla Cabala al Progressismo", Effedieffe pp.219-222 

Essendo l'Essere il costitutivo di Dio, in Lui non trova posto null'altro che il medesimo Essere, e pertanto la Verità e la Volontà. Di conseguenza non vi è in Dio nulla di negativo, nulla di menzognero, nulla di malvagio come perversamente hanno immaginato la Cabala e gnosi modernista. Al contrario, essendo la creatura e l'uomo tratti dal nulla, nel fondo più profondo e radicale di ogni creatura vi è il nulla, e nel nulla la menzogna e la malvagità.

Ciononostante, la creatura e l'uomo, in ciò che sono, sono verità e bontà, derivate da quella del Creatore. Il nulla che è in loro è una deficienza o, meglio, una dipendenza continua e totale del loro essere in relazione al Creatore. Se la creatura vuole per superbia liberarsi da questa dipendenza incorre già nel male e nel peccato.

Il male e il peccato provengono dalla creatura e dall'uomo, non necessariamente, bensì liberamente, ovvero quando la creatura intelligente e libera fa cattivo uso del libero-arbitrio, ovvero in indipendenza, dei doni ricevuti dal Creatore. Il "Non Serviam" rappresenta il grido di ribellione del peccatore di fronte agli ordinamenti divini.

La storia umana è lo sviluppo nel tempo e nello spazio di tutte le manifestazioni buone e cattive in cui si svolge la vita dell'uomo. I protagonisti della storia sono l'uomo, il diavolo e Dio. L'uomo come protagonista visibile, nel quale incidono tutti gli influssi della bontà divina, che soavemente ma fortemente lo conducono al suo destino temporale ed eterno. Il diavolo come il grande insidioso, che cerca di perdere l'uomo e deviarlo dalla sua vera felicità. Dio nella sua giustizia, ma soprattutto nella sua misericordia, che ripara i mali del diavolo e dei suoi seguaci e desidera di condurre l'uomo alla meta superiore alla quale lo ha destinato.

La storia ha uno sviluppo soprannaturale con riferimento a Cristo, in modo che tutte le manifestazioni profane e religiose dell'uomo, nelle quali si risolve in definitiva il suo destino eterno, in un modo o nell'altro ci parlano di Cristo, l'Unico Salvatore dell'Umanità.

Questo riferimento a Cristo si dispiega in tre economie ugualmente soprannaturali e divine: la chiamata naturale, la mosaica e l'evangelica. La legge nuova o cristianesimo è il culmine intra storico dell'umanità e non vi è più da sperare in un'altra età, come pretendevano l'abate Gioacchino e i millenaristi di ogni tempo, perché con la venuta di Cristo si è chiusa l'età per la Salvezza del Mondo.

La salute dell'uomo e della storia si compiono nella storia e non per mezzo della storia. L'unica salute è Cristo, che prese sopra di Sé i peccati dell'umanità per soddisfare al posto nostro. Se la salute è Cristo (e non il mondo, la storia o l'uomo) esistono due dimensioni, radicalmente irriducibili: una, quella delle cose che hanno ordinamento intrinseco e diretto a Cristo; l'altra, quella delle cose che non hanno ordinamento intrinseco e diretto a Cristo. La prima dimensione – quella delle cose realizzate in Cristo (le sacre, quelle cristiane, quelle della Chiesa) – è la via di Cristo; la seconda dimensione – quella delle cose profane e secolari – ha per ordinazione intrinseca ed immediata il destino temporale dell'uomo. 

Queste due dimensioni – di realtà radicalmente irriducibili tra loro che sono le cose di Cristo e le cose del mondo- sono tuttavia armonizzabili, perché le cose del mondo, le profane e le secolari anch'esse debbono essere -non per ordinazione intrinseca e diretta (fine operis) ma per un rapporto del soggetto operante (fine operantis) – al servizio di Cristo. "Che mangiate, beviate, o qualsiasi altra cosa facciate, fate tutto a gloria di Dio". Di conseguenza, il cristianesimo comporta necessariamente Cristianità (Dottrina sociale). E ciò in virtù della subordinazione indiretta che le cose profane e secolari debbono avere rispetto a quelle di Cristo e della sua Chiesa. Queste relazioni devono operare in un mondo che vuole armonizzarsi con Cristo. Ma come tutte le cose che dipendono dalla volontà dell'uomo possono defezionare e venir meno, e allora si produce l'anticristianesimo e con esso l'Anti-cristianità cui far fronte con la Dottrina sociale della Chiesa.

Se la Chiesa non santifica e non salva il mondo, ovvero se non lo cristianizza, il mondo, in certo qual modo, dovrà perdere la Chiesa, ovverossia umanizzarla. Questo è tipicamente l'errore cabalico del progressismo.

Il progressismo, in definitiva, riduce ad un'unica dimensione la realtà umana; Ad una dimensione profana e secolare, nella quale viene assorbita l'altra dimensione, quella di Cristo e della Chiesa. Cristo si secolarizza, il cristianesimo si secolarizza. La Chiesa si secolarizza come ha preteso il fariseismo del likud e della cabala che hanno crocifisso Gesù umanizzandolo, negando la divinità.

Questo è un errore tipicamente gnostico, poiché in ogni gnosticismo antimetafisico vi è un'unica dimensione reale, in quanto una stessa ed umica via scorre dall'Ein Sof (o Pleroma) fino al mondo demoniaco degli Quelipoth.

Nell'aversi modernisticamente un'unica dimensione del divino e dell'umano, l'umano non può essere salvato dal divino, l'uomo non può essere salvato da Cristo e dalla Chiesa, ma l'umano si salva da se stesso, idealisticamente (Hegel) con la fiducia irrazionale nel futuro. E ciò – costituendo l'errore tipico di ogni gnosi, ovvero il fideismo dell'autoesaltazione – può darsi in variante sacra o profana. Le antiche gnosi contro la metafisica della Rivelazione di Cristo rivestivano umanamente carattere sacro, mentre le nuove gnosi attuali sono deliberatamente secolari, contro ogni metafisica anche razionale.

  

Commenti

Post popolari in questo blog

Anglicani

I peccati che mandano più anime all'inferno

Sulla bellezza della Messa “Tridentina”