Legge eterna e naturale, fondameento perenne della morale e del diritto

Luiz Sergio Solimeo, in "Duc in altum" – 16 ottobre 2016

Con la morale e la legge naturale sotto assedio oggi, e messi nel mirino dell'agenda rivoluzionaria che minaccia il nostro diritto di esprimere le nostre convinzioni morali, dobbiamo essere pronti a difendere la legittimità della nostra posizione.1  O accettiamo che il fondamento della morale e della legge risiede nella saggezza di Dio o ci impantaniamo nelle sabbie mobili del relativismo odierno.

 

 

Senza una legge morale oggettiva, il caos è inevitabile

 

Affinché esista un ordine morale, deve esistere una legge morale oggettiva, facilmente percepibile, comune a tutti gli uomini e che obblighi tutti allo stesso modo. Altrimenti, tutto rimarrebbe soggetto alle fantasie umane o ai capricci dei governanti, portando al caos sociale e alla tirannia. Oggi assistiamo a un totale disprezzo per qualsiasi regola morale che limiti il comportamento individuale, soprattutto in campo sessuale, e a una sorta di dittatura legislativa/giudiziaria che impone leggi innaturali alla società. Da un lato, i giudici liberal approvano la morte per fame, i "diritti" all'aborto e favoriscono l'agenda omosessuale; dall'altro, rimuovono i simboli religiosi dai luoghi pubblici.

 

La legge morale è connaturale all'uomo

 

Senza una legge morale oggettiva, l'ordine sociale è impossibile. Pertanto, deve esistere una legge morale oggettiva per guidare il comportamento umano e impedire che la libertà individuale e il bene della società siano messi in pericolo. Non solo la legge morale deve essere oggettiva, ma anche conforme alla natura dell'uomo, cioè connaturale con lui. Se ciò che la legge comanda, proibisce e permette non risuonasse nel profondo della coscienza dell'uomo, l'unica cosa che impedirebbe all'uomo di infrangerla sarebbe la paura della polizia. In questo caso, la moralità dipenderebbe interamente dal numero di poliziotti, e ogni uomo avrebbe bisogno di un poliziotto che lo sorvegli una infinità di volte. Ma allora, come chiede il satirico pagano Giovenale, "Sed quis custodiet ipsos custodes?". "Ma chi sorveglierà i sorveglianti?".

 

La legge e la volontà del legislatore

 

Consideriamo un altro punto. Ogni legge è una manifestazione della volontà di un legislatore che impone, comanda, proibisce, permette e punisce. Se la legge è solo un frutto della volontà dell'uomo, come può essere imposta ad altri uomini? Poiché abbiamo tutti la stessa natura, la volontà di un uomo è uguale a quella di un altro e nessun uomo può imporre la sua volontà a un altro. Pertanto, perché una legge fatta dall'uomo possa vincolare altri uomini, deve provenire da una volontà superiore a quella dell'uomo. Perché una legge sia efficace, deve avere origine nella volontà divina di Dio.

 

San Paolo lo dice chiaramente all'affermare che ogni autorità proviene da Dio: "Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna"2.

 

 

Questa è la soluzione: il legislatore umano è solo il rappresentante del Legislatore Supremo e quando obbediamo alla volontà del legislatore umano, ci sottomettiamo alla volontà di Dio, non alla volontà di un uomo. La legge che precede tutte le leggi umane si chiama Legge eterna. Come possiamo dimostrare con la ragione l'esistenza della Legge eterna?

 

Le leggi della natura

 

Cominciamo osservando la realtà. Contemplando l'universo, percepiamo un'armonia, un ordine che risuona profondamente nella nostra anima e ci riempie di pace e di stupore. L'ordine è la giusta disposizione delle cose in funzione del loro fine. San Tommaso d'Aquino insegna che l'ordine dell'universo non è casuale, ma pensato da Dio.

 

In quanto Suprema Sapienza, Dio non poteva creare senza avere un obiettivo. Essendo infinito, Dio ha in sé tutto ciò che è necessario alla perfezione della sua natura. Pertanto, l'obiettivo della creazione non poteva che essere la gloria estrinseca di Dio. Questo obiettivo è ciò che ordina e dà significato all'universo.

 

 

L'ordine dell'universo è possibile solo perché gli esseri creati sono dotati di perfezione, di leggi che li guidano verso la loro finalità individuale e generale. Ad esempio, tutti i corpi celesti si muovono in modo ordinato seguendo uno schema specifico. In una parola, con il Salmista dobbiamo dire: "I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento"3.  Così, le leggi dirigono l'intero universo. E che dire dell'uomo?

 

Gli esseri intelligenti e le leggi della natura

 

In questo universo ordinato – guidato dalle leggi della natura che Dio usa per dirigere le cose – ci sono creature che, pur avendo corpi materiali, sono dotate di un'anima spirituale superiore alla materia: gli esseri umani.

 

Le leggi della natura obbligano le cose materiali a reagire in modo predeterminato. E queste si applicano al corpo umano, non all'anima umana. L'uomo nella sua parte superiore, cioè l'anima, non avrebbe anch'esso delle leggi che lo aiutano a capire e a prendere decisioni? In un universo guidato da leggi, la creatura la cui intelligenza e libero arbitrio la pongono al di sopra di tutti gli altri, potrebbe essere l'unica a non essere guidata da leggi? Ovviamente no. Nella sua intelligenza e volontà, l'uomo è anche guidato da leggi che lo aiutano senza compromettere la sua libertà. È naturalmente soggetto alle leggi della logica che dirigono il suo ragionamento e ai principi della morale che dirigono il suo comportamento.

 

 

Queste leggi che guidano gli uomini sono state fatte da Dio.

 

Legge eterna

 

Per spiegare la Legge Eterna, San Tommaso d'Aquino fa un paragone: come un artigiano concepisce un progetto, ad esempio una vetrata, o un sovrano concepisce una legge prima di eseguirla, così Dio, prima di creare qualcosa, concepisce nella sua Sapienza divina l'idea che servirà da modello per l'essere che ha voluto creare. E poiché per Dio non esiste il tempo, ha concepito la creazione e le sue leggi dall'eternità. Per questo chiamiamo eterne le leggi che l'infinita Sapienza divina ha concepito. "Di conseguenza", dice San Tommaso, "la legge eterna non è nient'altro che la ragione della divina sapienza, dirigendo tutti gli atti e i movimenti"4.

 

La legge naturale

 

San Tommaso d'Aquino spiega che la legge naturale non è altro che la partecipazione della creatura razionale alla Legge eterna. Il suo precetto generale, da cui discendono tutti gli altri, è che "il bene va fatto e perseguito, e il male va evitato".

 

Con la sua ragione naturale, l'uomo percepisce ciò che è bene o male per lui. Preserva la sua vita, la sua proprietà, tende a sposarsi e a procreare. Allo stesso tempo, il fatto di condividere la stessa natura con tutti gli uomini crea un legame naturale di fraternità con i suoi simili. Così, l'uomo percepisce la bontà della sua vita, la legittimità della sua proprietà e la santità del suo matrimonio, e sa che è male uccidere, rubare la proprietà di qualcuno o commettere adulterio. Conosce anche il fine di ciascuno dei suoi atti e come questi debbano essere in accordo con la felicità su questa terra e la beatitudine eterna.

 

 

Di conseguenza, sa che è sbagliato trasformare i mezzi che lo aiutano a compiere un atto nella finalità di quell'atto. Per esempio, se non provasse piacere nel mangiare, un atto fondamentale per il mantenimento della vita e della salute, tenderebbe a trascurare l'alimentazione. Lo stesso vale per la procreazione. Se non vi fosse legato un certo piacere, anche questa verrebbe trascurata, causando così problemi per la perpetuazione della specie umana.

 

Ma se l'uomo trasforma il piacere, che è un mezzo che facilita i suddetti atti, in un fine in sé, va contro la sua stessa ragione che gli fa vedere che è un disordine. E così facendo contraddice la legge naturale e viola la norma oggettiva della morale. Come ulteriore prova di questo punto, san Paolo insegnò ai Romani che la legge naturale è inscritta nel cuore dell'uomo.5

 

 

San Tommaso d'Aquino afferma che l'ordine è connaturato alla natura e quindi, quando qualcosa è disordinato, non procede dalla natura. Possiamo dire che il disordine è innaturale. Pertanto, disobbedire a una legge significa disobbedire a Dio e, poiché Dio è l'Autore della legge naturale, disobbedire alla legge naturale significa peccare e il peccato è un disordine.6

 

Universalità della legge naturale

 

Essendo radicata nella natura umana, la legge naturale è universale e immutabile perché si applica a tutto il genere umano in egual misura. Essa comanda e proibisce in modo coerente, ovunque e sempre. Tutti gli uomini che hanno l'uso della ragione riconoscono la legge naturale. Questa conoscenza è incompleta nei bambini piccoli e compromessa nelle persone dissennate. Lo stesso accade con i selvaggi, giacché casi estremi di barbarie possono oscurare il riconoscimento della legge naturale. Un'estrema degradazione religiosa o morale può causare lo stesso fenomeno. La storia registra diversi esempi di religioni che praticano sacrifici umani, come nel caso dei cartaginesi e degli aztechi, e di prostituzione "sacra" nel caso dei fenici.7

 

Anche i pagani conoscevano la legge eterna e la legge naturale

 

 

Storicamente, anche le culture pagane avevano la nozione di legge eterna e di legge naturale. Così, in Antigone, Sofocle scrive di un tiranno, Creonte, che dopo aver conquistato una città proibisce di seppellire il cadavere del capo della città. Antigone, sorella del capo della città, sfida questa legge crudele e seppellisce il fratello e perciò è convocata davanti a Creonte:

 

Creonte: Dimmi brevemente – non con un lungo discorso – eri consapevole che c'era un proclama che vietava quello che hai fatto?

 

Antigone: Ne avevo sentito parlare. Come potevo non saperlo? Era di dominio pubblico.

 

Creonte: Creonte: Eppure hai osato infrangere quelle stesse leggi?

 

Antigone: Sì. Zeus non mi ha annunciato quelle leggi. E la Giustizia che vive con gli dèi che stanno sotto non ha inviato leggi simili per gli uomini. Non ritenevo nulla di ciò che proclamavi abbastanza forte da permettere a un mortale di scavalcare gli dèi e le loro leggi non scritte e immutabili, che non sono solo per oggi o per ieri, ma esistono per sempre, e nessuno sa dove siano apparse per la prima volta.8

 

La legge positiva

 

Le leggi positive sono quelle che Dio o l'uomo emanano, stabiliscono come precetto e impongono obbedienza sotto la minaccia di una punizione. Nel primo caso, abbiamo la legge positiva divina (ad esempio, il Decalogo). Nel secondo caso, abbiamo la legge positiva umana, che è fatta dai legislatori umani.

 

La legge positiva umana deve essere basata sulla legge naturale e non sui capricci di qualcuno, sul consenso popolare o sulle circostanze storiche. Quando la legge positiva non è basata sulla legge naturale, non è una vera legge. Non siamo obbligati a obbedire e a volte non possiamo farlo, come nel caso di Antigone.

 

La Legge morale oggettiva e la "scelta"

 

Se neghiamo in teoria o in pratica l'oggettività della legge morale, trasformiamo l'atto morale in una mera "scelta personale". Molti dicono: "È la mia coscienza che decide cosa sia un atto morale". È vero che la coscienza guidata dalla ragione giudica se qualcosa è buono o cattivo, ma per giudicare correttamente la coscienza deve applicare principi morali corretti, i quali sono le norme oggettive che devono guidare le nostre azioni. In altre parole, la coscienza personale non crea la norma della moralità: applica solo le regole morali incarnate nella legge naturale.

 

I liberali confondono queste due cose e trasformano la morale in una scelta personale capricciosa. Sostenendo che si può "scegliere" di agire come si vuole, negano l'oggettività della legge morale e il fatto che tutti gli uomini hanno una nozione fondamentale del bene e del male.

 

Caos morale e processo rivoluzionario

 

Il caos morale odierno è la conseguenza del processo rivoluzionario che il professor Plinio Corrêa de Oliveira ha chiamato la "Rivoluzione" e ha denunciato e analizzato nel suo capolavoro, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione. Egli vedeva questo caos come il risultato dell'abbandono dei principi fondamentali della dottrina cattolica e della civiltà cristiana9 .

 

Egli ha sottolineato che la perdita del senso del peccato è una delle cause principali della crisi attuale, indicando come compito importante per la Controrivoluzione quello di far rivivere la nozione di bene e di male, di peccato in generale, di peccato originale e di peccato attuale.10  Pertanto, la nozione di Legge Eterna e di legge naturale, come base della morale e della legge, è di importanza cruciale al giorno d'oggi.

 

 

Al culmine della Rivoluzione, un'opportunità per la Controrivoluzione

 

Se è vero che la fibra morale della società si sta disintegrando e che stiamo entrando in un periodo di persecuzione per i cattolici, non è meno vero che questa tragica situazione offre una speranza. La Rivoluzione è un processo iniquo. Ma il suo potere sta nel travestimento e nell'ipocrisia, come per il diavolo. È per questo che Nostro Signore ha definito il diavolo "menzognero e padre della menzogna"11. E San Paolo ci ammonisce che "anche satana si maschera da angelo di luce"12. Ma quando la Rivoluzione proclama che il vizio contro natura è motivo di "orgoglio" e che una madre può "scegliere" di uccidere il suo bambino, il suo vero volto orrendo comincia ad apparire e di conseguenza il suo potere di seduzione si indebolisce.

 

"La verità vi renderà liberi"

 

Sebbene molti siano sedotti dal potere della Rivoluzione, coloro che desiderano contrastarla hanno qualcosa che quelli da essa sedotti non possiedono. Hanno la forza della verità e il potere della grazia. Nonostante la confusione e il caos generale, molte persone nutrono un crescente disgusto per le menzogne della Rivoluzione, la sua bruttezza, le sue tirannia e tenebrosità.

 

Lentamente ma inesorabilmente, per usare una metafora del professor Plinio Corrêa de Oliveira, sempre più persone scendono dal treno della Rivoluzione e si orientano verso gli ideali della Contro-Rivoluzione. Sempre più persone desiderano qualcosa che non hanno mai conosciuto veramente: la civiltà cristiana. È diffusa l'idea che si debba tornare ai principi basilari, all'essenziale della vita, alla Legge Eterna e alla legge naturale, alla Verità. In una parola, la gente comincia a desiderare la promessa del nostro Salvatore: "Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi"13.

 

E poiché senza la grazia non possiamo fare nulla, cosa c'è di meglio che ricorrere continuamente alla Madonna, che la Chiesa chiama Sede della Sapienza incarnata e trono dello stesso Verbo divino?

 

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Note

 

Questo articolo è basato su una conferenza data ai corrispondenti della TFP Usa.

Rm 13, 1-2.

Sal 18, 2.

Santo Tommaso d'Aquino, Summa Teologica, I–II, q. 93, a. 1.

Cfr. Rm 2, 14-15.

Cfr. Santo Tommaso d'Aquino, Summa Teologica, I–II, q. 71, a. 1.

Alcuni re apostati di Giuda adottarono, a volte, il culto fenicio di Astarte e Baal con la prostituzione "sacra" e furono condannati dai Profeti (cfr. I Re 14, 23-24; II Re 23, 7).

Sophocles, Antigone, trans. Ian Johnston.

Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Controrivoluzione

Cfr. Rivoluzione e Controrivoluzione

Gv 8, 44.

2Cor 11, 14.

Gv 8, 32.

Fonte: Tfp.org

 

Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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