XXX domenica, 1 novembre Tutti i Santi, 2 novembre commemorazione di tutti i defunti
Quest'ultimo aveva pregato esponendo tutti i suoi meriti davanti a Dio, quadi facendo di Lui un suo debitore. In fondo, egli non sentiva il bisogno di Dio, anche se lo ringraziava per avergli concesso di essere perfetto e "non come questo pubblicano". Eppure sarà proprio il pubblicano a scendere a casa sua giustificato. Consapevole dei suoi peccati, che lo fanno rimanere a testa bassa – in realtà però egli nella preghiera è tutto proteso verso il Cielo -, egli aspetta ogni cosa dal Signore: "O Dio, abbi pietà di me peccatore" (Lc 18,13). Egli nella preghiera bussa alla porta della Misericordia, la quale si apre e lo giustifica come nel battesimo, "perché – conclude Gesù soprattutto nella preghiera di riconciliazione della confessione nella pasqua dei Santi e dei Defunti – chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato" (Lc 18,14). Che rischio pregare senza confessarsi mai!
Tutti i Santi "Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli" (Mt 5,1-12°).
Come possiamo essere e divenire sempre più santi cioè amici di Dio? All'interrgativo si può rispondere anzitutto in negativo: per essere santi non occore compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi ecezionali. Viene poi la risposta in positivo: è necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d'animo di fronte alle difficoltà. "Se uno mi vuol servire – Egli ci ammonisce – mi segua, e dove sono io (sacramentalmente e nella carità), là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà" (Gv 12,26) cioè è e diviene santo. Chi si fida di Lui soprattutto nella Messa e nei sacramenti e lo ama sinceramente in ogni relazione soprattutto con i poveri, accetta di morire a sé stesso, come il chicco di grano sepolto nella terra, accetta di morire a sé stesso. Egli infatti sa e ne ha coscienza che chi cerca di avere la sua vita per sé stesso la perde, e chi si dà, si perde, trova proprio la vita (Gv 12,24-25) cioè la santità. L'esperienza della Chiesa dimostra che ogni forma di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa sempre per la via della croce, la via della rinuncia a sé stesso. Le biografie dei santi così importanti, descrivono uomini e donne che, docili ai disegni divini, hanno affrontato talvolta prove e sofferenze indescrivibili, persecuzioni e martirio. Hanno perseverato nel loro impegno di santità, "sono passati attraverso la grande tribolazione – si legge nell'Apocalisse – e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello". I loro nomi sono scritti nel libro della vita (Ap 20,12); loro eterna dimora è il Paradiso. L'esempio dei santi è per noi incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi tende alla santità cioè a fidarsi di Dio, perché l'unica causa di vera tristezza e infelicità per ogni uomo è vivere lontano da Lui cioè non da santi.
2 novembre Commemorazione di tutti i fedeli defunti nel pre-paradiso, nel purgatorio della purificazione ultraterrena per i quai noi con le Messe e la carità possiamo essere di grande aiuto
È molto importante che noi viviamo il rapporto co i defunti nel purgatorio, nel pre-paradiso nella verità della fede, e guardiamo alla morte e all'aldilà nella luce della Rivelazione. Già l'apostolo Paolo, scrivendo alle prime comunità, esortava i fedeli a "non essere tristi come gli altri che non hanno speranza". La fede cristiana è anche per noi uomini d'oggi una speranza che trasforma e sorregge la vita nell'attesa della purificazione ultraterrena del purgatorio, del pre paradiso nel quale ci sono le nostre persone acre che noi possiamo aiutare con le Messe e la carità. Gli uomini e le donne di questa nostra epoca desiderano ancora la vita eterna?? O forse l'esistenza terrena secolarizzata, idolatrata è diventata l'unico orizzonte? Tutti vogliamo la "vita beata", la felicità. Il Beato per eccellenza è solo Lui, Gesù. È Lui, infatti, il vero povero di spirito, l'afflitto, il mite, l'affamato e l'assetato di giustizia, il misericordioso, il puro di cuore, l'operatore di pace; è Lui il perseguitato a causa della giustizia. Le Beatitudini ci mostrano la fisionomia spirituale di Gesù e così esprimono il suo mistero, il mistero di Morte e Risurrezione, di Passione, purgatorio e gioia della Risurrezione. Con Lui, con la sua e nostra mamma l'impossibile diventa possibile per noi ancora qui in terra, per chi, per i nostri cari che si trovano in purificazione, in purgatorio, in pre-paradiso.
Commenti
Posta un commento