XVI Domenica
Nell'episodio di Abramo ciò che viene messo maggiormente in risalto è la generosità del patriarca nell'accogliere i tre personaggi misteriosi che diventano suoi ospiti. Appena li vede giungere presso la sua tenda, egli corre loro incontro, si prostra a terra e chiede loro – come una grazia! – di essere suoi ospiti: "Mio Signore – dice ai tre -, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo".
Questo atteggiamento di Abramo fa impressione. Egli mostra una prontezza e una disponibilità straordinarie. Subito si preoccupa di lavare i piedi a questi personaggi, di preparare per loro un cibo abbondante, facendo uccidere un vitello tenero e buono, e fa cuocere da Sara delle focacce. Questa ospitalità è meravigliosa e ci interpella.
Il racconto ci rivela che Abramo, accogliendo questi tre personaggi, in realtà ha accolto Dio. Questo episodio di evangelizzazione è molto caro soprattutto alla Chiesa orientale. C'è una famosa icona di Rublev che lo riproduce, dandone una interpretazione trinitaria. In effetti, accogliendo i tre personaggi, Abramo dice loro: "Mio Signore" (al singolare), come fossero uno solo. In questo particolare i padri della Chiesa hanno visto il segno della Trinità cioè il Padre, l'Amante, il Figlio, l'Amato, lo Spirito santo, l'Amore: tre persone, ma che sono un solo Signore.
Qui l'ospitalità viene elogiata e portata a un livello molto alto, perché il racconto si suggerisce evangelicamente che, praticandola, entriamo in contatto con Dio uni trino.
E Dio si mostra generoso. Alla fine fa questa promessa ad Abramo: "Tornerò da te tra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio".
Abramo e Sarà non speravano più nella nascita di un figlio, essendo molto avanti negli anni. Ma il Signore, come ricompensa dell'ospitalità gratuita, opera questo miracolo.
E Marta ospitò l'Amato dell'Amante nell'Amore cioè Gesù (10,38). Questo particolare lascia intendere che, delle due, Marta è la più anziana, quella che governa la casa. Infatti, dopo che Gesù si è accomodato, Maria si mette a sedere ai suoi piedi e lo ascolta, mentre Marta è tutta presa dai molti servizi, dovuti certamente all'Ospite eccezionale. Ci sembra di vedere la scena: una sorella che si muove indaffarata, e l'altra come rapita dalla presenza e dalla bellezza del Maestro e dalle sue parole. Dopo un po' Marta, evidentemente risentita, non resiste più e protesta, sentendosi anche in diritto di criticare Gesù: "Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Marta vorrebbe addirittura insegnare al Maestro! Invece Gesù, con grande calma, risponde: "Marta, Marta - e questo nome ripetuto esprime l'affetto – tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta" (10,41-42). La parola di Cristo è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa ospitalità come Abramo; ma un richiamo netto al fatto che l'unica cosa veramente necessaria è un'altra: ascoltare cioè congiungere all'udire l'obbedire la Parola del Signore; e il Signore cioè il Dio uni trino in quel momento è lì, presente nella Persona e nella bellezza di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto con il morire, ma la parola di Dio è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano. Questa pagina di vangelo è quanto mai intonata al tempo delle ferie, perché richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità soprattutto per il momento terminale di questa vita. Senza amore, dono di Dio attraverso la preghiera, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l'Amore e la Verità, se non Gesù Cristo, lo stare con Lui soprattutto nella Messa di ogni domenica? Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande, come ci è richiamato dalle presunte apparizioni della Regina della Pace, dell'Amore, dalla Madre del lungo cammino.
Commenti
Posta un commento