Nella verità

Come vivere oggi nella verità: oggi viviamo nell'ora di una svolta epocale rispetto alla quale ci saranno per sempre un prima e un dopo

Francesco Lamendola, "Accademia Adriatica di Filosofia" – 1 settembre 2021

 

Abbiamo visto, nelle precedenti riflessioni, che chi cerca la verità cerca Dio, perché la Verità è Dio, e Dio è la Verità; e di conseguenza che la menzogna è male, e quindi la Menzogna è il Male nel suo più alto grado: il Diavolo. Chi serve la menzogna serve il male, e chi serve il Male è un servitore del Diavolo; così come chi serve la verità è un figlio della luce, perché Dio è la Luce che illumina il mondo, e le tenebre fuggono da Lui. Abbiamo anche visto che Dio, oltre che somma Verità e sommo Bene, è anche somma Giustizia. Ne consegue che chiunque serve la verità, serve anche il bene e la giustizia: ricordando la definizione tomista di giustizia, ossia la ferma e costante volontà di dare a ciascuno il suo, suum cuique tribuere, si deduce che servire la verità è la stessa cosa che operare secondo giustizia, mentre è ingiusto che si rifiuta di dare a ciascuno quel che gli spetta; e se è ingiusto è anche malvagio, perché sta servendo la menzogna e non la verità. Il mondo esiste secondo un progetto ordinato, in base al quale ogni ente tende al proprio fine naturale: ma il fine naturale di ogni ente è la verità, dunque ogni ente tende a Dio, secondo giustizia e secondo un progetto complessivo di bene. Chi nega la verità, chi la offende, chi la travisa, serve il male e fomenta il disordine: costui ha scelto di essere un figlio delle tenebre e non della luce; e lo ha scelto, quasi sempre, per il più vile dei motivi: il denaro e il potere.

 

Fare la santa volontà del Padre è vivere nella "Verità"

Noi stiamo oggi vivendo nell'ora di una svolta epocale, rispetto alla quale ci saranno, per sempre, un prima e un dopo. È il tempo della Grande Menzogna, del Grande Inganno e del Grande Tradimento. Chiunque si presta, direttamente o indirettamente, a questa menzogna, si assume la responsabilità di servire il male e di accrescere il disordine, con danno materiale degli uomini e morale delle anime. È una responsabilità gravissima, rispetto alla quale nessuno può schermirsi, nessuno può dire di non aver saputo o di non aver capito. No: i giochi sono ormai chiari, chiarissimi. È in atto un progetto mondiale di distruzione, sterminio e annichilimento spirituale e materiale, e chiunque si presti ad assecondarlo, ne porta una parte di responsabilità. Il medico che firma un certificato di morte falso, sapendo che è falso, o che applica un protocollo sanitario che espone alla morte il paziente, invece di curarlo secondo scienza e coscienza, si assume la responsabilità di aver aderito alla causa della menzogna, del male e del disordine, e niente e nessuno potranno alleviare la sua responsabilità. Per quante scuse o giustificazioni egli cerchi a se stesso, la realtà è che poteva scegliere altrimenti: certo, pagando un prezzo. Ma quando mai le scelte morali sono esenti da un prezzo da pagare? Da che mondo è mondo, chi sceglie il bene non riceve applausi e felicitazioni, ma diffidenza, ostilità, invidia, maldicenza, disprezzo, calunnia e anche odio e aperte persecuzioni. È così. Il male predomina nel mondo: chi non ha compreso questo, chi lo minimizza, chi lo nega, tradisce la verità e inganna le anime; si assume con ciò la sua parte di responsabilità, e nessuno lo potrà sollevare da essa.

 

 Stiamo vivendo nel tempo della Grande Menzogna e gli operatori d'iniquità hanno comperato la complicità degli organi di stampa e degli stessi medici pagando il prezzo di Giuda, cioè consumando un orribile tradimento ai danni della gente ignara che si fida!

 

 

 

Testimoniare la verità significa prima di tutto aver fatto i conti con essa alla luce della propria esperienza di vita. Non si può testimoniare la verità davanti agli altri, se si è fatta della propria vita una menzogna permanente, nella quale il vero è seppellito sotto pesanti strati di menzogna. Colui che ha usurpato una carriera sfruttando amicizie e raccomandazioni, e non ha neanche il coraggio di ammetterlo con sé stesso, ma s'inventa di esser così bravo e meritevole da essersi fatto strada grazie alle sue capacità, ha fatto della propria vita una continua menzogna, e non si trova certo nelle condizioni di potersi battere per la verità, quando la situazione generale lo richiede. Colui che ha tradito il proprio amore, che ha ingannato la persona che l'amava, per seguire la propria vanità e accettare la corte di qualcuno che disprezzava, ma che poteva offrire un alto tenore di vita, può anche mentire a se stesso e dichiararsi la persona più felice e realizzata di questo mondo, ma la menzogna che ha costruito intorno a sé è di tale spessore da soffocarla, da farle mancare l'aria e metterla in continuo confitto con la sua verità profonda. Ciascuno di noi ha la verità al fondo del proprio essere, perché ciascuno di noi è fatto a immagine di Dio, e Dio è la Verità perfetta. Dunque in questo senso, e solo in questo senso, si può istituire una certa somiglianza fra l'idealismo e il cristianesimo: anche nella concezione cristiana infatti le persone sono chiamate a confrontarsi con l'idea: quella che il Creatore ha per ciascuna di esse, fin da prima che iniziassero a esistere, perfino prima che il mondo fosse creato. Da sempre, dagli abissi dell'eternità, Dio ci chiama ad essere così come dobbiamo essere, secondo giustizia e verità: se poi noi tradiamo tale vocazione, se facciamo finta di non udire la voce interore che ci richiama ad essa, allora la responsabilità è tutta nostra, e alla menzogna di una vita inautentica si aggiunge la menzogna di una negazione sistematica della verità. Ecco perché le persone, mediamente, sono così scontente, frustrate, infelici: al fondo di se stesse, intuiscono di aver sprecato la grande occasione di aver bruciato la possibilità di essere ciò che avrebbero dovuto essere, e per cui avevano ricevuto tutti i talenti necessari; perché Dio non ci domanda l'impossibile, non pretendere da noi più di quel che possiamo fare con la migliore buona volontà. Ma relativamente ai nostri mezzi e alle nostre possibilità ci chiede, eccome, di essere quali dovremmo essere: secondo verità e giustizia, cioè ordinati al fine che è Lui stesso, Verità e Giustizia somme. E se non vogliamo fare della nostra vita un sì alla chiamata, non dobbiamo accampare facili scuse: dobbiamo ammettere di aver preferito la strada più facile, più comoda, più piacevole, almeno in apparenza, e di aver schivato con ogni cura la strada difficile, irta di sassi e di spine, che però ci avrebbe dato l'intima soddisfazione del dovere compiuto, della vocazione realizzata.

 

 

Nel tempo della "Grande Menzogna e del Grande Tradimento": oggi stiamo vivendo nell'ora di una svolta epocale rispetto alla quale ci saranno per sempre un prima e un dopo!

 

 

 

Ma che cosa dovrebbe fare, infine, la persona che si rende conto di aver mancato l'appuntamento con la verità, sia nelle grandi occasioni esistenziali, sia nel quotidiano della propria vita di ogni giorno? Dovrebbe forse lasciarsi schiacciare da rimpianti o rimorsi, quale unica alternativa alle maschere che indossa colui che non vuole ammettere la propria falsità e la propria mancanza di verità, e mettere a nudo le proprie finzioni? No di certo: non si tratta di auto-colpevolizzarsi e di auto-disprezzarsi, ma di ricominciare a vivere veramente, cioè secondo verità e giustizia, dopo aver fatto chiarezza in se stessi e aver riconosciuto in maniera equanime ciò che è stato vero e ciò che è stato falso nel proprio passato, senza facili indulgenze, né praticando sconti all'ingrosso. In altre parole, si tratta di fare la pace con la verità profonda che giace in ognuno di noi: perché non può essere in pace con se stesso, ma perennemente in guerra, colui che mente nel giudizio su di sé e falsifica i propri atti e le proprie scelte, al solo scopo di preservare un'immagine non vera, ma soddisfacente, della propria persona. Quest'ultimo comportamento è tale da provocare l'auto-disprezzo, perché la verità in noi esiste, nonostante tutto, e se ne soffochiamo la voce, se cerchiamo di nasconderla a noi stessi, oltre che agli altri, barando al gioco della vita e inventandoci una immagine di noi che non corrisponde al vero, alla fine saremo proprio noi a pagarne il prezzo, condannandoci all'inferno di una recita continua, di un teatro eternamente insincero, nel quale la nostra anima non trova la pace, ma la pena di dover vivere una vita al contrario, dove il vero è falso e il falso è vero, e dove il bene è male e male il bene. E Dio sa quanti malanni, quante nevrosi, quante patologie sono legati all'intima infelicità e all'intima tristezza di sapere, nel profondo del cuore, di aver tradito se stessi e ignorato o calpestato il progetto perfetto che Dio aveva in mente per la vita di ciascuno di noi. La pace dell'anima, e in una certa misura anche la salute dell'organismo, sono legate a quest'intima consapevolezza: di aver sempre fatto, o almeno cercato di fare, ciò che era giusto, non ciò che era conveniente, o utile, o vantaggioso, e soprattutto non ciò che avrebbe incontrato l'approvazione del mondo. Infatti ciò che piace al mondo non può piacere a Dio, e ciò che piace a Dio per forza di cose spiace al mondo (cfr. At 5,29). Lo ha detto Gesù Cristo nella maniera più esplicita: (Lc 16,13): «Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona».

 

E ancora, con un respiro più ampio, addirittura cosmico (Gv 3,16-21):

16 «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. 21Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.»

 

 

È in atto un progetto mondiale di distruzione, sterminio e annichilimento spirituale e materiale, e chiunque si presti ad assecondarlo, ne porta una parte di responsabilità!

 

 

 

È chiaro, infatti, che chi pratica la menzogna, ama le tenebre: perché la menzogna appartiene alle opere malvagie, e chi fa il male vuole nascondere la propria opera. Ora noi stiamo vivendo nel tempo della Grande Menzogna e gli operatori d'iniquità hanno comperato la complicità degli organi di stampa e degli stessi medici pagando il prezzo di Giuda, cioè consumando un orribile tradimento ai danni della gente ignara che si fida e che dà credito alle autorità e ai mezzi d'informazione perché non ha compreso, ahimè, che si sono venduti da tempo, e che hanno dato l'anima al diavolo in cambio di denaro e di carriera. Le televisioni commerciali sono state acquisite con una ingente offerta di denaro pubblico, a patto che accettassero di veicolare e diffondere quotidianamente la versione governativa della falsa pandemia: vale a dire che si sono messe in vendita e si son fatte comprare per un pugno di monete, venendo meno al loro dovere professionale d'imparzialità e di onesta ricerca del vero. Ecco perché la gente è stata inondata, giorno dopo giorno, per mesi e mesi, da una campagna terroristica senza precedenti, e senza che le voci discordi, come quella del dottor Giulio Tarro, o del dottor Giuseppe De Donno, o del Premio Nobel, Luc Montagner, o dell'esimio microbiologo Didider Raoult, potessero giungere al pubblico con pari dignità e autorevolezza, ma al contrario, se mai sono state diffuse, sono state accompagnate da una sistematica diffamazione o quanto meno da una cortina di velenosi sospetti, sparsa ad arte intorno a quelle persone e alla loro opera. E alla frode si aggiunge l'ipocrisia: perché il governo ha presentato quei finanziamenti come un sostegno alle televisioni commerciali che hanno visto drasticamente ridotti i loro bilanci a causa dell'emergenza sanitaria, cioè della falsa emergenza da esso decretata, sapendo benissimo che i suoi effetti sarebbero stati devastanti per l'economia e specialmente per le piccole aziende e il piccolo commercio. E altre cospicue somme di denaro sono state destinate dal governo, individualmente, ai medici che si fanno vaccinatori, oltre che propagandisti del falso vaccino: una cosa scandalosa che gli stessi organi di stampa hanno riferito candidamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo; anzi, come se fosse una cosa buona in se stessa, dato che viene  presentata come un ulteriore sforzo per indurre a vaccinarsi la parte ancora refrattaria della popolazione, specie quella oltre i sessanta anni di età. E che dire dei farmacisti, i cui tamponi sono improvvisamente lievitati di prezzo, nel momento in cui il governo vuole imporre il green pass o quantomeno il tampone ogni due giorni a una categoria di lavoratori numerosa come quella degli insegnanti e dei collaboratori scolastici? C'è sempre qualcuno che realizza guadagni esagerati e illeciti, quando la menzogna regna sovrana: è questo uno degli aspetti caratteristici della menzogna stessa, che, essendo una cosa malvagia in sé, si alimenta di mezzi poco puliti e fa balenare ai suoi servitori la prospettiva di un grosso vantaggio personale.

 

Tutto questo ci fa capire che non è possibile rimanere neutrali davanti alla menzogna; non è lecito fare finta di non vedere e non sentire; bisogna prender posizione, denunciare l'inganno e riaffermare la verità. Anche se c'è un prezzo da pagare: e il prezzo c'è, sicuramente, perfino in circostanze ordinarie; a maggior ragione in un momento storico come quello che stiamo vivendo, nel quale le forze del male sono letteralmente scatenate. Per un cristiano, il modello perfetto è Gesù Cristo; e Gesù ha detto: Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce (Gv 18,37). E lo ha detto a Pilato, poco prima di morire sulla croce, come un volgare malfattore; mentre il popolino aveva chiesto e ottenuto la liberazione, al posto suo, di Barabba, che era un assassino. Così va il mondo, e non c'è da stupirsene: perché il mondo è questo. Il mondo è  l'insieme delle forze che amano le tenebre e odiano la luce, perché la luce svela i loro disegni malvagi. E se hanno perseguitato Gesù, che è la Verità stessa, come potremmo noi, semplici operai della sua vigna, ricevere un trattamento migliore? Un discepolo non è da più del maestro, né un servo è da più del suo padrone (Mt 10,24). E ancora: Voi avrete tribolazioni nel mondo, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo (Gv 16,33).

 

Del 01 Settembre 2021

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