A San Marino una sconfitta per la vita ...

Luca Volonté, in "La Nuova Bussola" -27 Settembre 2021

A San Marino i Sì all'aborto vincono il referendum con il 77% dei consensi. Con il 59% di astenuti, in uno Stato dove il 98% della popolazione si dichiara cattolico e grazie a un quesito estendibile a tutte le casistiche, la Repubblica sul Titano ha deciso che si potrà abortire anche fino al nono mese creando le condizioni per un "turismo eugenetico" dall'Italia. Esclusa, al momento, l'obiezione di coscienza. Don Mangiarotti alla Bussola: «Una sconfitta per la vita, si riparte dall'opera cresciuta in questi mesi dei difensori della vita».

 

 

Ieri è stato il giorno del referendum sull'aborto a San Marino, il risultato annunciato alla TV di Stato, è stato chiarissimo: il 59% dei cittadini che vivono a San Marino, non ha partecipato al voto; il SI alla depenalizzazione e liberalizzazione dell'aborto ha ottenuto oltre il 77% dei consensi, il NO poco più del 22%. Il mondo va all'indietro e lo chiamano progresso! Una parte importante degli elettori cattolici, il 98% dei cittadini si dichiara tale, ha scelto di non partecipare al voto. Incomprensibile.

 

La vittoria del SI obbliga entro i prossimi sei mesi il Consiglio Generale (parlamento) ed il Consiglio dei Reggenti (Governo) a dar seguito alla volontà dei cittadini e approvare una legge che ne dia attuazione. Il testo del quesito era chiarissimo: "Volete che sia consentito alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, e anche successivamente se vi sia pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna?".

 

Siamo chiari, il testo del quesito non lascia adito a dubbi: aborto libero sempre (ben oltre le 12 settimane) e comunque, incluso l'aborto eugenetico. Infatti: il "grave rischio per salute psicologica della donna", per un medico favorevole all'aborto, è sempre diagnosticabile anche quando al figlio che porta in grembo venga diagnosticato un semplice labbro leporino, la spina bifida, la sindrome di down…Tutto ciò senza considerare che il Referendum si basava su una menzogna: "l'aborto per un mamma in pericolo di vita era già possibile" nella Repubblica di San Marino, come si legge nel sito del Comitato 'Uno di Noi'.

 

L'Arcivescovo di San Marino, Mons. Andrea Turazzi, con una lettera pubblicata sul sito di informazione pubblica Libertas.com, il 25 settembre aveva invitato a sostenere la vita nascente, ricordato il diritto-dovere di votare, ricordato che i cattolici e la Chiesa sono incondizionatamente per l'accoglienza della vita. Di segno opposto le dichiarazioni di ieri al Fatto Quotidiano, la presidente dell'abortista Unione delle Donne Sanmarinesi, aveva giocato il ruolo della paladina dei diritti delle donne che, sola contro tutti ("Democrazia Cristiana, insieme alla Diocesi, il Vescovo, gli scout, Comunione e Liberazione, Carità senza Confini, Azione Cattolica, Provita&Famiglia, tutta la Chiesa e anche il Papa") desiderava far prevalere le ragioni dell'aborto nell' "appuntamento con la storia dei diritti della donne".

 

La legalizzazione con l'omicidio del bimbo concepito (sino al nono mese) coinciderebbe con la conquista di uno storico diritto della donna? Non c'è nulla che capita a caso, la fanfara suonata dai mass media italiani ed internazionali a sostegno della legalizzazione dell'aborto a San Marino, descritta ieri da Ermes Dovico su queste pagine, non è altro che l'ennesima spinta per fare di tutto il continente europeo una vera e propria "zona franca" dell'aborto libero, eugenetico ed incondizionato.

 

Ovviamente, in questo senso gioca un ruolo di importante moral suasion il Parlamento Europeo che, ancora lo scorso giugno ha riaffermato, con l'approvazione del Report Matic, la conclamata menzogna dell'aborto come diritto umano inviolabile. Non è una coincidenza che, nella giornata di sabato 25 settembre, ad Andorra la associazione abortista 'Stop Violències' abbia organizzato una massiccia manifestazione per chiedere la depenalizzazione e liberalizzazione dell'aborto ed indicato nel Vescovo di Andorra il nemico che si oppone a queste "leggi di civiltà".

 

A Malta, la liberalizzazione dell'aborto è impedita, per ora, dal Presidente della repubblica Georges Vella (sarà in carica sino al 2023) che più volte ha ribadito di esser pronto a dimettersi piuttosto che firmare una legge favorevole all'aborto. La volontà di inserire l'aborto tra i diritti della donna non tiene conto della realtà del concepito. La possibilità di operare l'aborto senza limiti di tempo, oltre all'orrore dell'aborto tardivo ed eugenetico fino al nono mese, aprirà al macabro turismo abortivo dai Paesi vicini a San Marino, Italia inclusa.

 

Gravissimo che non sia prevista in alcun caso l'obiezione di coscienza, che sia assente qualunque riferimento al padre e che manchi la previsione del consenso dei genitori o dei tutori per l'aborto delle minorenni.

 

Don Gabriele Mangiarotti, combattente sacerdote per la vita, ha dichiarato alla Bussola poco dopo i risultati: «Una sconfitta per la vita…ma si può imparare la lezione. L'amicizia operosa cresciuta tra i difensori della vita potrà continuare…Da chi si riparte? Si riparte da Uno, dalle radici della Repubblica di San Marino, che è fondata da un Santo e su un Santo».

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