Solennità della Santissima Trinità



La liturgia di oggi attira la nostra attenzione sull'aspetto di amore che viene espresso dal mistero della Trinità cioè sono tre le persone e unico l'essere divino, solo Dio in tre Persone. Il Padre dà tutto al Figlio; il Figlio riceve tutto al Padre con riconoscenza; e lo Spirito Santo è come il frutto di questo amore reciproco del Padre e del Figlio.


Dopo il tempo pasquale, concluso domenica scorsa con la Pentecoste, la Liturgia è ritornata al "tempo ordinario" di 34 domeniche annuali. Ciò non vuol dire però che l'impegno dei cristiani debba diminuire, anzi, entrati sempre più nella vita divina mediante i Sacramenti, il tempo liturgico forte di avvento-natale, quaresima- pasqua, siamo chiamati quotidianamente ad essere aperti all'azione della Grazia, per progredire nell'amore verso Dio nel prossimo. L'odierna domenica della Santissima Trinità, in un certo senso, ricapitola la rivelazione di Dio avvenuta nei misteri pasquali e memorizzata ogni domenica: morte e risurrezione di Cristo, sua ascensione alla destra del Padre ed effusione dello Spirito Santo. La mente e il linguaggio sono inadeguati a spiegare completamente la relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e tuttavia i padri della Chiesa hanno cercato di illustrare il mistero di Dio Uno e Trino celebrandolo e vivendolo nella propria esistenza con profonda fede, speranza e carità.

La Trinità divina, infatti, prende dimora in noi nel giorno del Battesimo: "Io ti battezzo – dice il ministro – nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Il nome di Dio, nel quale siamo stati battezzati, noi lo ricordiamo ogni volta che tracciamo su di noi stessi il segno della croce, il segno del cristiano. Lo facciamo prima di ogni preghiera, affinché ci metta spiritualmente in ordine; concentri in Dio uno e trino pensieri, cuore e volere; dopo la preghiera, affinché rimanga in noi quello che Dio ci ha donato. Esso abbraccia tutto l'essere, corpo e anima, persona e comunità e tutto diviene consacrato nel nome del Dio uno e trino.

Nel segno della croce e nel nome del Dio vivente cioè sacramentalmente presente è, perciò, contenuto l'annuncio che genera la fede, la speranza, la carità e ispira la preghiera. E, come nel vangelo Gesù promette agli Apostoli che "quando verrà lui, lo Spirito di verità, vi guiderà a tutta la verità" (Gv 16,13), così avviene nella liturgia domenicale, quando i sacerdoti dispensano, di settimana in settimana, il Pane della Parola e dell'Eucaristia al popolo. Anche il santo Curato d'Ars lo ricorda ai suoi fedeli convinto che la sua Messa non può essere senza il popolo: "Chi a accolto la vostra anima – diceva – al primo entrare nella vita? Il sacerdote. Chi la nutre per darle forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il sacerdote. Chi la preparerà a comparire visibilmente dinnanzi al Padre come figli nel Figlio per opera dello Spirito Santo, lavandola per l'ultima volta nel sangue di Gesù Cristo? Sempre il sacerdote".

Facciamo nostra la preghiera di Sant'Ilario di Poitiers. "Conserva incontaminata questa fede retta che è in me e, fino al mio ultimo respiro, dammi ugualmente questa voce della mia coscienza, affinché io resti sempre fedele a ciò che ho professato nella mia rigenerazione, quando sono stato battezzato nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo".

Invocando la Beata vergine Maria, prima creatura pienamente inabitata dalla Santissima Trinità cioè dal Padre che ha atteso la sua libera accoglienza per l'Incarnazione del Figlio attraverso lo Spirito Santo, domandiamola sua protezione nel pellegrinaggio terreno verso la meta trinitaria eterna.


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