Un incontro personale con il teologo Ratzinger

La memoria di un incontro personale con il teologo Ratzinger

 

Ho 88 anni, sono in Casa di riposo e la memoria ha tanti limiti. Sacerdote da 62 anni e licenziato in Teologia a Venegono da 60 anni. Subito dopo il Concilio il mio Vescovo di Verona ha avviato lo Studio teologico nel 1955 con un problema sempre più difficile e cioè il rapporto tra Scrittura e Tradizione, tra biblisti e dogmatici. I primi accentuavano che nella Dei Verbum, pur nominando Bibbia e Tradizione, si presenta costitutiva solo la Bibbia: nella lettura di fede è Dio che parla oggi nella lettura biblica, come ha parlato allora con Mosè, i Profeti, fisicamente in Cristo. I secondi, rifacendosi alla lettera di Paolo VI al cardinale Ottaviani, prefetto del sant'Uffizio, perché il Concilio nella Dei Verbum dichiarasse costitutiva la Tradizione come la Bibbia, volevano che la voce del Papa fosse ascoltata. Io ero Rettore al Santuario della Corona e mons. Carraro: "Don Gino, va a Venegono dal tuo professore di dogmatica Mons. Carlo Colombo per avere un indirizzo autorevole".

Andai con fiducia e Mons. Colombo: "Don Gino c'è qui il prof. Ratzinger. Viene spesso a Milano per incontrare il card. Martini. Ti faccio incontrare con lui." E fu l'incontro di due ore più significativo nella mia vita, pur prevenutocon un'immagine severa di lui. Di una cordialità, di una bontà, di un umorismo eccezionale con una chiarezza ugualmente semplice profonda. Pur con tanti limiti la ricordo così, chiamandomi con nome, come gli aveva detto Colombo: Don Gino il problema è molto grave, e gravi saranno le conseguenze. Paolo VI con la sua lettera a Ottaviani obbligava il Concilio ad affermare costitutiva la Tradizione come la Bibbia. La Dei Verbum non lo nega ma non lo afferma. Il Papa poteva rifiutare la Costituzione e non l'ha fatto e io ti invito a una mediazione distinguendo tra ontologico e ontico. Ontologicamente la Bibbia mi dà la possibilità di ascoltare Dio che mi parla oggi nella lettura, onticamente la Tradizione me lo fa comprendere e quindi i biblisti e i dogmatici possono accettare poiché la Dei Verbum nomina Bibbia e Tradizione diverse ma necessarie, però costitutivamente la Bibbia. Carraro ha accettato e fui nominato Direttore dello Studio teologico.

Sempre nel 1968 abbiamo affrontato la Ratio studiorum Cristocentrica. Ma Paolo VI chiese al vescovo di Verona di porre il momento biblico e il momento dogmatico. Io non ero visto bene né dei biblisti e né dei dogmatici per cui Carraro ci offrì il volo in aereo alla Congregazione dei Seminari che richiamò la volontà di Paolo VI.

Nel 1971 ci fu il Convegno biblisti a Roma con la Presenza di Paolo VI e fu riproposto il problema senza la reazione di Paolo VI. Nel 1972 un Convegno a Verona che sostituì il momento dogmatico, Tradizione, con Riflessione teologica. Chiesi al vescovo di intervenire: "Se non è intervenuto il Papa, non posso intervenire io". E io detti le dimissioni rifacendomi al teologo Ratzinger.

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