Domenica dopo l'Epifania BATTESIMO DEL SIGNORE



Domenica dopo l'Epifania BATTESIMO DEL SIGNORE (Mt 3,13-17) "Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui"

 

Quello amministrato da Giovanni era un atto penitenziale, un gesto che invitava all'umiltà di fronte a Dio, invitava ad un nuovo inizio:immergendosi nell'acqua, il penitente riconosceva di avere peccato, implorava da Dio la purificazione dalle proprie colpe ed era inviato a cambiare i comportamenti sbagliati, quasi morendo nell'acqua e risorgendo ad una nuova vita. Per questo, quando il Battista vede Gesù che, in fila con i peccatori, viene a farsi battezzare, rimane sbalordito; riconoscendo in Lui il Messia, il Santo di Dio, il battezzatore avrebbe voluto farsi battezzare da Gesù. Ma Gesù lo esorta a non opporre resistenza, ad accettare di compiere questo atto, per operare ciò che è conveniente ad "adempiere ogni giustizia". Con questa espressione, Gesù manifesta di essere venuto nel mondo per fare la volontà di Colui che lo ha mandato, per compiere tutto ciò che il Padre gli chiede; è Colui che "si è abbassato" per farsi uno di noi. Colui che si è fatto uomo ed ha accettato di umiliarsi fino alla morte di croce (Fil 2,7). Il battesimo di Gesù, di cui oggi facciamo memoria, si colloca in questa logica dell'umiltà e della solidarietà; è il gesto di Colui che vuole farsi in tutto uno di noi e si mette talmente in fila con i peccatori; Lui, che è senza peccato, si lascia trattare come peccatore ( 2 Cor 5,21), per portare sulle sue spalle  il peso della colpa dell'itera umanità, anche della nostra colpa, della mia colpa. È il "servodi Dio" di cui ha parlato il profeta Isaia nella prima lettura (42,1). La sua umiltà è dettata dal voler stabilire una comunione piena con l'umanità, dal desiderio di realizzare una vera solidarietà con l'uomo e con la sua condizione: poter amarlo nonsolo perché buono ma per farlo diventare buono. Il gesto di Gesù anticipa la Croce, l'accettazione della morte per i peccati dell'uomo. Questo atto di abbassamento, con cui Gesù vuole uniformarsi totalmente al disegno d'amore del Padre e conformarsi con noi, manifesta la piena sintonia di volontà e di intenti che vi è tra le persone della Santissima Trinità. Per tale atto d'amore, lo Spirito di Dio si manifesta e viene come una colomba sopra di Lui, e in quel momento l'amore che unisce Gesù al Padre viene testimoniato a quanti assistono al battesimo da una voce dall'alto che tutti odono. Il Padre manifesta apertamente agli uomini, a noi, a me, la comunione profonda che lo lega al Figlio incarnato: la voce che risuona dall'alto attesta che Gesù è obbediente in tutto al Padre e che questa obbedienza è espressione dell'amore che li unisce tradi loro. Perciò, il Padre ripone il suo compiacimento in Gesù, perché riconosce nell'agire del Figlio il desiderio di seguire in tutto alla sua volontà: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento" (Mt 3,17) di Amante nellaComunione di Amore, lo Spirito Santo. E questa parola del Padre allude anche, in anticipo, allavittoria della risurrezione e ci dice come dobbiamo vivere per stare anche noi, figli nel Figlio per opera dello Spirito Santo, nel compiacimento del Padre. Comportandoci come Gesù, come la sua e la nostra mamma.

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