Crisi demografica

Crisi demografica: abbiamo il coraggio di analizzare le vere cause? La concezione sbagliata della sessualità?

Fabio Fuiano in "Corrispondenza Romana" – 11 gennaio 2023

Lo scorso 18 dicembre, il Santo Padre Francesco ha rilasciato un'intervista su Canale 5 intitolata Il Natale che vorrei in cui il Pontefice è intervenuto anche sulla crisi demografica che sta attraversando il nostro paese. Egli ha affermato: «C'è un inverno demografico oggi in Italia. Non c'è la cultura della procreazione, meglio fare un viaggio, comprare la villa, conosco gente che la pensa così. Alcuni Paesi, come la Francia, hanno fatto misure pro-famiglia molto buone e per questo il livello delle nascite in Francia è salito abbastanza. In Italia ci vuole in questo momento aiutare le famiglie. Tante donne hanno paura di restare incinte perché pensano di essere mandate via dal lavoro e altre non lo trovano perché i datori di lavoro hanno paura che rimangano incinta. Un figlio è una minaccia in questo momento, dovrebbe essere una benedizione. Io dico, italiani per favore fate figli. Meno egoismo».

 

Il 26 dicembre scorso, anche la premier, Giorgia Meloni, si è espressa sul medesimo argomento sul proprio profilo Twitter: «Ribaltare l'inverno demografico che svuota le culle in Italia. Una battaglia che Fratelli d'Italia prova a condurre da anni, spesso in totale solitudine. Speriamo che non cada nel vuoto anche l'appello del Santo Padre».

 

Uno dei princìpi cardine della logica è quello di causalità: ogni effetto è sempre preceduto da una causa che lo genera. Questo è il motivo per cui, quando sorge un problema, il primo passo logico per risolverlo è quello di ricercarne la causa. La crisi demografica non sfugge alla medesima logica. Tuttavia, nonostante i continui richiami ad essa, sembra che nessuno abbia il coraggio di parlare esplicitamente delle cause effettive di tale crisi.

 

Non bisogna aver paura d'ammettere che uno dei motivi determinanti per la denatalità risiede nell'iniqua legge 194: essa, oltre ad aver causato la morte di 6 milioni di innocenti in quasi 45 anni, ha ingenerato una cultura e una mentalità contro la vita che pervade il popolo italiano, soprattutto giovani e giovanissimi. Ma non basta: accanto all'aborto non poteva mancare un male ad esso complementare e mai abbastanza ricordato, quello della contraccezione. In un articolo del 19 ottobre scorso su Corrispondenza Romana si è già toccato questo tema, ma si ritiene opportuno ritornarci sopra per approfondire ulteriormente la questione.

 

Molti sono convinti che, in realtà, la 194 abbia contribuito alla diminuzione del numero di aborti nel tempo adducendo come argomentazione un trend in costante diminuzione dagli anni '80. A ben vedere, tuttavia, tale diminuzione è solo apparente, in quanto fra gli aborti conteggiati è impossibile includere i cripto-aborti dovuti alla cosiddetta "contraccezione d'emergenza": in tale categoria, vengono incluse principalmente due tipologie di pillole che fanno capo a principi attivi diversi. Una è la "pillola del giorno dopo" (Levonorgestrel), comunemente conosciuta con il nome commerciale di Norlevo, l'altra è la "pillola dei cinque giorni dopo" (Ulipristal Acetato), conosciuta come EllaOne, in quanto possono essere somministrate a distanza di uno o cinque giorni dopo il rapporto sessuale, rispettivamente.

 

Vi sono diversi studi in letteratura scientifica che spiegano il loro meccanismo d'azione. Per quanto riguarda la prima, ad esempio, in uno studio di Marions (Emergency contraception with mifepristone and levonorgestrel: mechanism of action. Obstet Gynecol. 2002 Jul; 100(1): 65-71), si legge: «Per essere efficace, il trattamento post-coitale dovrebbe inibire/ritardare l'ovulazione oppure inibire l'impianto. Se il rapporto sessuale ha luogo poco prima o in corrispondenza dell'ovulazione, e il trattamento viene somministrato dopo l'ovulazione, è necessario un effetto inibitorio sullo sviluppo embrionale o sull'impianto embrionale perché sia prevenuta la gravidanza».

 

Dunque, l'efficacia della pillola del giorno dopo risiede non solo nell'impedire l'incontro dei gameti maschile e femminile (effetto contraccettivo), ma piuttosto nella modifica della struttura dell'endometrio femminile, impedendo all'embrione di potersi impiantare e proseguire il suo fisiologico sviluppo con il nutrimento dell'organismo materno (effetto abortivo).

 

La pillola dei cinque giorni dopo d'altra parte, come attestato in uno studio di Brache (Immediate pre-ovulatory administration of 30 mg ulipristal acetate significantly delays follicular rupture. Hum Reprod. 2010 Sep; 25(9): 2256-63), se somministrata in prossimità del picco dell'ormone luteinizzante, ha solo l'8.3% di possibilità di ritardare l'ovulazione. L'efficacia anti-ovulatoria della pillola è perciò più limitata proprio nel momento di massima probabilità del concepimento: si deve dedurre dunque che, se l'efficacia propagandata sui foglietti illustrativi è veritiera, il meccanismo d'azione prevalente deve essere necessariamente abortivo.

 

L'8 giugno 2022, il Ministero della Salute ha pubblicato la relazione sull'applicazione della 194 in cui sono riportati i dati del 2020 relativi agli aborti e alle vendite di Norlevo (pillola del giorno dopo) e EllaOne (pillola dei cinque giorni dopo). Nella sezione della relazione intitolata Contraccezione d'emergenza si nota come, dal 2015 (anno di liberalizzazione di tali pillole da parte dell'Agenzia Italiana per il Farmaco – AIFA), il trend di vendite è in costante crescita registrando 266.567 scatole di EllaOne e 289.503 scatole di Norlevo vendute nel 2020 (pp. 23-25).

 

Non è purtroppo fattibile riuscire a stimare con certezza il numero di innocenti uccisi per cripto-aborto. E ciò rende questo male ancora più subdolo perché non se ne può constatare l'effettiva entità. Sta di fatto che il numero di aborti chirurgici diminuisce perché i concepiti non riescono nemmeno ad arrivare all'impianto nell'utero materno, con conseguente calo delle richieste d'aborto nelle strutture ospedaliere. Si è "privatizzato" un fenomeno che, prima dell'approvazione della 194, si voleva rendere "sociale". Se si vuole davvero invertire la tendenza demografica denunciata, bisognerebbe partire da una onesta e coraggiosa riflessione sugli effetti nefasti delle leggi ingiuste nel nostro paese. Altrimenti, qualsiasi appello, per quanto nobile, cadrà davvero.

Fabio Fuiano

 

 

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