La fede che eccelle, l a Chiesa ha sette nuovi santi
Ieri Leone XIV ha canonizzato gli italiani Bartolo Longo, Maria Troncatti, Vincenza Maria Polloni, l'armeno Ignazio Malojan, il papuano Peter To Rot e i venezuelani Rendiles Martinez e José G. Hrnàndez. Tutti testimoni di fede "capaci di diffondere la luce di Cristo".
Nico Spuntoni "Nuova Bussola" – 20 ottobre 2025
La Chiesa ha sette nuovi santi. Leone XIV ha canonizzato ieri il fondatore del Santuario della Madonna di Pompei, Bartolo Longo, la Figlia di Maria Ausiliatrice, Maria Troncatti, la fondatrice dell'Istituto delle Sorelle della Misericordia, Vincenza Maria Poloni, l'arcivescovo cattolico armeno Ignazio Maloyan, il catechista papuano Peter To Rot e coloro che così sono diventati i primi santi venezuelani della storia: María Carmen Rendiles Martínez e José Gregorio Hernández Cisneros.
Nell'omelia della celebrazione di ieri a San Pietro, il Papa ha detto che «quel che è più prezioso agli occhi del Signore» è «la fede, cioè il legame d'amore tra Dio e l'uomo». A questo proposito, i sette nuovi santi – ha detto Prevost – «hanno tenuto accesa la lampada della fede, anzi, sono diventati loro stessi lampade capaci di diffondere la luce di Cristo». La data di ieri per queste nuove sette canonizzazioni era stata decisa da Leone XIV durante il primo concistoro ordinario pubblico del suo pontificato tenutosi il 13 giugno 2025 presso il Palazzo Apostolico e nel corso del quale aveva disposto di canonizzare insieme, il 7 settembre, Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati.
L'omelia di Prevost si è concentrata sull'importanza della fede che eccelle, «rispetto a grandi beni materiali e culturali, scientifici e artistici (...) non perché essi siano da disprezzare, ma perché senza fede perdono senso». Analizzando il brano del Vangelo, il Papa ha spiegato che Gesù si interroga su cosa succederebbe se dal mondo sparisse la fede. «Il cielo e la terra resterebbero come prima – ha spiegato Leone – ma non ci sarebbe più nel nostro cuore la speranza; la libertà di tutti verrebbe sconfitta dalla morte; il nostro desiderio di vita precipiterebbe nel nulla», arrivando alla conclusione che «senza fede in Dio, non possiamo sperare nella salvezza». Presente alla cerimonia anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme al presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
Tre gli italiani innalzati agli onori degli altari: un laico e due religiose. Bartolo Longo è l'avvocato pugliese, anticlericale e persino satanista, che si convertì grazie all'incontro con la contessa Marianna De Fusco e nei suoi terreni di Valle di Pompei ascoltò una voce che lo esortava a propagare il Rosario per essere salvato. Da quell'episodio partì l'impegno per la costruzione di un santuario dedicato alla Madonna del Rosario a Pompei approvato da Leone XIII, divenuto suo amico. Suor Vincenza Maria Poloni è stata la fondatrice dell'Istituto delle Sorelle della Misericordia di Verona presente con case e comunità in Italia, Germania, Portogallo, Tanzania, Angola, Burundi, Argentina, Brasile e Cile. Una figura dedita interamente alla carità verso poveri e ammalati e il cui impegno trovava forza e ispirazione dall'accostamento al Santissimo, di giorno e anche di notte. Diventa santa anche suor Maria Troncatti, la seconda dopo santa Maria Domenica Mazzarello ad appartenere all'istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Canonizzati anche due martiri: l'arcivescovo Ignazio Maloyan, ucciso nel 1915 durante il genocidio degli armeni ad opera dell'Impero ottomano; Peter To Rot, il catechista papuano ucciso nel 1945 durante l'occupazione giapponese perché si opponeva alla reintroduzione della poligamia e che diventa il primo santo della Papua Nuova Guinea.
La fede, ha detto il Papa, «sostiene il nostro impegno per la giustizia, proprio perché crediamo che Dio salva il mondo per amore, liberandoci dal fatalismo» e Cristo è «l'umile che chiama i prepotenti a conversione, il giusto che ci rende giusti» come attestano i sette nuovi santi che Leone ha definito «non eroi, o paladini di qualche ideale, ma uomini e donne autentici».
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