Santa Maria Goretti, la virtù dellacastità fino al martirio
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PRESENTAZIONE
6 LUGLIO 1902... - È passato poco più di un secolo da quando una bambina qualsiasi, che sarebbe rimasta nell'anonimato, si è lasciata uccidere per amore di Dio, per amore della purezza, per amore ... dell'amore, quello vero che il mondo non conosce, che non sa nemmeno concepire, quell'amore limpido e puro che il mondo odia "cordialmente" e che combatte in tutti i modi, fino all'ossessione.
Di quella bambina non sarebbe rimasta alcuna traccia nella storia: non aveva i "numeri" per emergere. Poteva crescere, sposarsi, aver figli e invecchiare, come quasi tutte le bambine del suo tempo; dopo di che ... la morte e, con la morte, il tonfo definitivo nel mare immenso dei dimenticati ... non da Dio, ma certamente dagli uomini.
Poteva essere, la sua, una piccola storia come tante altre... una storia fatta di quasi "niente". Ma Dio ha disposto diversamente: ha permesso che quella bambina, normale per tanti versi e speciale per altri, incrociasse, col profumo della sua innocenza, un povero ragazzo, un certo Alessandro che, ferito dentro e travolto dalla passione, ha falciato quel "piccolo fiore di campo": Santa Maria Goretti. Per questa bambina, che il Signore ha voluto glorificare col martirio e con la venerazione che si deve ai Santi, porto nel cuore una particolare venerazione per tre motivi.
IL PRIMO MOTIVO
1951 - Avevo allora solo sei anni quando ho visto il film "Cielo sulla palude", che narra la storia affascinante e tragica di Maria Goretti. Eravamo allora tanto poveri e la visione di un film era un lusso quasi impensabile per chi arrivava a stento a fine mese. Probabilmente i sacerdoti della mia parrocchia avevano parlato in chiesa di questo evento e i miei genitori hanno visto in quel film la possibilità di dare "pane" alle anime dei loro figli: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt 4,4).
È stato il primo film che ho visto nella mia vita e, senz'altro, è anche per questo che mi è rimasto particolarmente impresso nel cuore.
Per la mia tenera età, la storia e le immagini di quel film sono rimaste nella mia memoria in modo confuso e sbiadito, ma vivissimo e non sbiadito è rimasto il fascino misterioso di quella bambina, tanto da alimentare in me la curiosità e il desiderio di conoscerla meglio. È ciò che ho fatto col passare degli anni.
Il fascino di quel "piccolo fiore di campo e di ... paradiso", vissuto una manciata di anni in una squallida palude di questa povera terra, mi ha portato a varie letture, fino a far uscire dalla nebbia la sua storia e la sua anima.
E confesso che, man mano che cresceva la conoscenza, cresceva in me anche l'attrattiva, la simpatia, il fascino che questa piccola grande Santa esercitava su di me.
IL SECONDO MOTIVO
Dopo cinque anni di seminario, sono stato consacrato sacerdote il 6 luglio 1969. Dunque, son diventato ministro di Dio 67 anni dopo il suo martirio, ma nello stesso giorno in cui Santa Maria Goretti ha donato a Dio la sua giovane e fragile vita terrena, che già profumava di paradiso.
Una felice coincidenza, a me tanto cara, che è stata voluta dal Signore, e quasi quasi ... uno "scherzo" della piccola Maria Goretti, che entrava così, a titolo speciale, nella mia vita e nel mio sacerdozio.
Da una parte il Signore mi ha collocato molto più in alto di quella piccola creatura per i poteri che mi ha conferito col sacerdozio. Dall'altra, però, continuavo a sentirmi e ad essere immensamente più in basso di Lei. Quanta lontananza tra chi ha dato a Dio prova suprema e definitiva di amore, donando la vita per Lui, e un povero giovane prete che iniziava il suo cammino sacerdotale, peccatore tra i peccatori, che vivono ancora in questa "valle di lacrime"! Per un verso molto più in alto e per un altro verso molto più in basso di lei; comunque, compagna di viaggio nella mia vita e nel mio ministero.
Il Signore ha voluto legarmi a Lei perché mi fosse maestra di vita, perché non dimenticassi mai che questa vita è orientata all'altra e che il paradiso è così prezioso che, pur di ottenerlo, val la pena sacrificare tutto, se occorresse ... anche la vita! Come ha fatto la piccola Maria Goretti.
Un prete che si porta nello zaino dell'anima queste due certezze ne ha quanto basta per "camminare" bene nel suo ministero, per superare tutti gli ostacoli e tutte le stanchezze, che non mancano e certamente non mancheranno mai anche nella sua vita.
È assolutamente necessario che ogni prete non dimentichi, per tutta la vita, e che ricordi a tutti, nel suo ministero, queste due grandi verità. Ecco il servizio che il Signore ha affidato alla piccola Maria Goretti nei miei confronti. Quale responsabilità per me!
IL TERZO MOTIVO
Appartengo a quella razza, in via di estinzione (?), che non si rassegna a dire: "Tutto va bene", anche quando le cose vanno male. Ho gli occhi per vedere ciò che non va, ho un 'intelligenza per cercarne le cause, ho la fede che mi indica i rimedi ed ho la grazia che mi dà forza nella battaglia.
Il nostro tempo è terribilmente malato: il cuore dell'uomo è stato svuotato di Dio e si cerca in tutti i modi di riempire questo vuoto pauroso con quei miserabili surrogati umani o disumani che passa il "convento dei senza-Dio".
Non più Dio, ma l'uomo ... ; non più la persona umana (anima e corpo), ma solo la carne ... ; non più le gioie dello spirito, ma le godurie del sesso ... ; non più il Cielo, ma la terra ... ; non più l'eternità, ma il tempo, l'immediato ... ; non più il senso della vita, ma il buio, lo smarrimento più totale ...
Licenziato Dio, l'uomo si ritrova in un vicolo cieco che è la causa della sua disperazione, dei suoi incubi, delle sue insicurezze, delle sue aggressività e che sarà la causa della sua rovina eterna ... se non inverte in tempo la rotta.
Dove cercare i rimedi a tanto sfascio? Ce li offre il Signore e solo il Signore: la Sua parola e la Sua grazia.
La parola per far luce nel buio e illuminare le nostre menti e la grazia per dare forza e slancio a delle volontà stanche o paralizzate. Ma funzionano davvero questi rimedi?
È possibile vivere in questo mondo senza affogare nelle sabbie mobili che invadono la terra? Sì, è possibile!
I Santi sono la garanzia più certa che ciò che il Vangelo dice è vero, che ciò che domanda è possibile, che ciò che promette è realtà: l'uomo è malato, profondamente malato, ma può guarire ... se si affida al Signore!
Ogni malattia ha la sua cura specifica e Santa Maria Goretti la vedo come una delle "cure" più adatte ed efficaci per i mali del nostro tempo.
Ha fatto di Dio il tutto della sua vita.
"Sì, d'accordo, - mi si può obiettare - ma anche gli altri Santi hanno fatto questo". È vero, ma in Santa Maria Goretti questo dare a Dio il primo posto, lei così piccola, così "niente ", brilla di una luce particolarmente vivida perché ha sacrificato la vita, accettando liberamente una morte violenta per Lui.
"Se fosse stato necessario, - mi si può ribattere - anche gli altri Santi avrebbero dato la vita per il Signore". Anche questo è vero. Ma Lei ha dato la vita per salvare una virtù, la purezza, che oggi il mondo disprezza, di cui non sa che farsene e della quale anche nella Chiesa (lo dico con tristezza) si parla troppo poco o quasi niente.
In questo vedo l'estrema attualità di Santa Maria Goretti, esempio e "scandalo": esempio per i ben intenzionati e "scandalo" per un mondo che ha perso la bussola e il senso e il gusto e la gioia e la pulizia e la fecondità della vita.
Già, se per il Vangelo, globalmente preso, tirano oggi brutte arie, per la purezza sono tempi assolutamente tempestosi: questa virtù il mondo proprio non la sopporta, non sa che farsene e sogna di vederla sparire del tutto ... anzi c'è quasi riuscito.
Se alcune virtù a cui ci chiama il Signore (ad esempio, la giustizia) il mondo le approva e tenta di viverle, sia pur dopo averle stravolte e riadattate ai propri comodi (basti pensare che se da una parte si reclama giustamente il rispetto dei diritti dei lavoratori, dall' altra si reclama, con l'abor-
to, la macellazione di carne umana innocente e indifesa); se altre virtù (ad esempio, l'umiltà) il mondo non le capisce, ma tutto sommato le sopporta o le ignora perché l'umiltà ...
degli altri non gli recano alcun danno, la purezza no: né la approva, né la sopporta. Questa virtù che per Dio conta moltissimo, per il mondo conta nientissimo!
Quel "beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5,8) che troviamo nel Vangelo significa questo e solo questo: come il cieco non può vedere la luce, così chi non è puro "di cuore" non riesce a percepire nulla delle cose di Dio ... in lui tutto viene oscurato e azzerato!
Contro la purezza è guerra aperta fino all'ossessione, con tutti i mezzi, in tutti i momenti, in ogni angolo della terra, soprattutto nel nostro mondo occidentale ed... "ex-cristiano".
La purezza, per il mondo, non deve assolutamente sopravvivere, perché non è una virtù, è un'assurdità disumana, è una tortura, è un inganno, è la strada per privare l'uomo delle "godurie" più grandi che la terra può dar gli.
Eh già! A chi non guarda al Cielo, non resta che grufolare tra le pattumiere della terra!
Qui e solo qui - si vuoi credere - abita la gioia, visto che nell'''Alto'' e nel "poi" eterno non ci saranno gioie per l'uomo ... per la semplice ragione che non esiste né un ''Alto ", né un ''poi'', cioè una vita eterna.
E anche chi, grazie alla fede che ha, crede a queste ultime realtà, forse, per un difetto di speranza, non ci pensa quanto dovrebbe e non le pone sempre e in tutto a fondamento della vita terrena.
Che una creatura come la piccola Maria Goretti si sia lasciata rapinare la vita da una morte violenta fa traballare l'inganno che il mondo ha così abilmente e ostinatamente intessuto e che trascina al suo seguito folle sterminate di increduli e di vinti.
Scrive Vittorio Messori: "Tutta la società occidentale è fondata sul presupposto che non c'è altro che questa vita.
Chi, semplicemente con il suo vivere casto, grida silenziosamente che c'è un'altra vita per la quale (e solo per la quale) ha liberamente rinunciato alla pratica della sessualità, non può non essere un guastafeste intollerabile, un deviante senza diritto di cittadinanza".
Questo spiega lo "zelo" fanatico e il pregiudizio rabbioso con cui lo storico Giordano Bruno Guerri, qualche anno fa, ha scritto un libro cattivo e falsificante contro Santa Maria Goretti. Proprio non la sopportava: Lui preferiva chiaramente - come ha detto fuori dai denti - una come la
porno-star Moana Pozzi, che fu una delle sue amanti. Maria Goretti, dunque, è una Santa particolarmente necessaria in questi tempi di "sporcizia disumana" amata, goduta, esaltata, capillarmente divulgata dal mondo e non abbastanza combattuta dagli "amici" di Cristo.
Con la sua breve e santa vita e col suo martirio, Santa Maria Goretti ci aiuta ad alzare lo sguardo verso altri orizzonti, a cercare le gioie vere (quelle che si attingono solo dal Cuore di Dio, fonte della vita e di ogni gioia), le più grandi, le più pure, quelle che non tramontano col tramonto della vita umana. Quanto abbiamo bisogno, tutti, ma soprattutto i giovani, di guardare a questa splendida creatura di paradiso che il Signore ha seminato su questa povera terra, lasciando
poi che una mano assassina la falciasse prima del tempo, quando stava sbocciando alla vita!
Il martirio di Santa Maria Goretti ... È forse un esempio dell'indifferenza di Dio davanti alle ingiustizie subite dai suoi figli più piccoli e più deboli, più innocenti e più indifesi? No! Piuttosto è un dono che il Signore ci ha fatto perché comprendessimo che cosa conta veramente nella vita.
Tutto è prezioso e santo se orienta alla pienezza della vita eterna in paradiso, e tutto è miseria e nulla se ci allontana dal Cielo. Confesso che se fossi Vescovo intitolerei a Santa Maria Goretti la prima parrocchia nuova che dovessi istituire nella mia diocesi. Dico questo ... nella speranza che qualche Vescovo prenda per buono questo mio più che fondato desiderio e ... Non potendo far questo mi limito alla sola cosa che posso fare: prestare la mia penna a Santa Maria Goretti perché parli a tutti, ma in particolare ai giovani d'oggi, e ridica, con parole adatte al nostro tempo, quanto ha già detto molto prima e molto meglio di me con la sua vita santa e col suo eroico martirio.
Riconosciamolo umilmente: per paura di non apparire abbastanza moderni (è questa, oggi, la nostra paura, la nostra ossessione ... !!), nelle nostre parrocchie abbiamo mutilato, possiamo dire "castrato", l'insegnamento di Gesù, abbiamo smesso di parlare della purezza, dello spirito di sacrificio, della vita eterna e di tante altre cose che sono parte integrante della fede e della vita cristiana. A parlarne (ovviamente male!) non è rimasto sulla piazza che il mondo, con la sua "sapienza" che è assurda e rovinosa stoltezza.
Scrive il cardo J. M. L ustiger: "In tema di sessualità e di rapporto col corpo, oggi la società è al punto in cui ci trovavamo più di cent'anni fa in campo sociale. Nel 19° secolo, il capitalismo selvaggio sfruttava i giovanissimi. Nel nostro secolo, lo stesso capitalismo ne prostituisce alcuni e gli altri li corrompe. E, per di più, chiama questo sfruttamento e questo inquinamento 'liberazione' ... La strategia è questa: fondare la sessualità unicamente sul desiderio e sfruttarlo come fonte di profitto."
Sì, il nostro tempo ha "liberato" il sesso. Peccato che in catene ci siano finiti l'uomo e l'amore!
E così i nostri giovani si affacciano alla vita "ben indottrinati" dalla falsa sapienza del mondo, intossicati da tante menzogne e quasi del tutto privi di quella visione cristiana che è assolutamente necessaria per affrontare le grandi responsabilità che li aspettano, soprattutto su temi così
delicati e fondamentali.
Che Santa Maria Goretti, a poco più di cent'anni dal suo martirio, dono supremo del suo tenero amore a Dio e agli uomini, ottenga a noi sacerdoti la grazia di un ripensamento della nostra pastorale, per non lasciare la nostra gente alla deriva ... con una fame inappagata di verità, di amore e di pulizia morale.
E ottenga a tutti, giovani e non più giovani, vicini e lontani, la grazia di credere fermamente a quanto ci ha detto Gesù: "Passeranno il cielo e la terra, ma le mie parole non passeranno" (cfr Mt 5,18.).
Tutte le sue parole ... anche quelle fuori moda che ci parlano di purezza e di sacrificio, di inferno, di purgatorio e di paradiso. Alcune saranno anche parole "dure ", ma sono sicuramente parole "vere" che salvano e questo ci basta!
Verona, 6 luglio 2024
don Enzo Boninsegna
"PUÒ MORIRE MARTIRE SOLO CHI AMA GESÙ, PIÙ DELLA SUA STESSA VITA, CHI PIÙ DEL DONO ... AMA IL DONATORE"
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