Veglia pasquale

Domenica di Pasqua nella risurrezione del Signore: Veglia pasquale nella notte santa

(Lc 24,1-12) "Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?" Vivo in questa notte, sempre vivo che si identifica con tutti, i poveri in particolare per cui lo incontro continuamente

 

Gesù che entra nel mondo dei morti porta le stimmate: le sue ferite, i suoi patimenti sono diventati potenza, sono amore che vince la morte. Egli incontra Adamo e tutti gli uomini che aspettano nella notte della morte. Alla loro vista si crede addirittura di udire la preghiera di Giona: "Dal profondo degli inferi ho gridato, e tu hai ascoltato la mia voce" (Gio 2,3). Il Figlio di Dio nell'incarnazione si è fatto una cosa sola con l'essere umano – con Adamo. Ma solo in quel momento, in cui compie l'atto estremo dell'amore discendendo nella notte della morte, Egli porta a compimento il cammino dell'incarnazione. Mediante il suo morire Egli prende per mano Adamo, tutti gli uomini, noi, me personalmente in attesa e li porta alla luce. Ma che cosa significa questa immagine? Quale novità è lì realmente accaduta per mezzo di Crosto? L'anima dell'uomo, appunto, è di per sé immortale fin dalla creazione – che cosa di nuovo ha portato Cristo? Sì, l'anima non muore con il corpo, è immortale, perché ogni uomo in modo singolare sta nella memoria dell'amore di Dio, anche dopo la sua caduta. Ma la sua forza non basta per elevarsi verso Dio. Non abbiamo ali che potrebbero portarci fino a tale altezza di vedere Dio. E tuttavia, nient'altro può appagare l'uomo eternamente, se non l'essere con Dio, vederlo. Un'eternità senza questa unione con Dio sarebbe una condanna. L'uomo non riesce a raggiungere in alto, ma anela verso l'alto: "Dal profondo grido a te ...". Solo il Cristo risorto, vivo può portarci su fino all'unione con Dio, fin dove le nostre forze non possono arrivare. Egli prende davvero la pecora smarrita sulle sue spalle e la porta a casa in Cielo. Aggrappati al suo corpo noi viviamo, e in comunione con il suo Corpo giungiamo fino al cuore di Dio. E solo così è vinta la morte, siamo liberi e la nostra vita è speranza. E questo il giubilo della Veglia Pasquale: noi siamo liberi perché uniti a Lui non perché soggettivamente facciamo quel che vogliamo. Mediante la risurrezione di Gesù l'amore si è rivelato più forte della morte, più forte del male. L'amore Lo ha fatto discendere ed è al contempo la forza nella quale Egli ascende. La forza per mezzo della quale ci porta con sé. Uniti al suo amore, portati nelle tenebre del mondo, sapendo che proprio così saliamo anche con Lui. Preghiamo quindi in questa notte sapendo che la preghiera Gli consente di intervenire e quindi l'attende per poter aiutarci: Signore, vivo, presente, dimostra anche oggi che l'amore è più forte dell'odio. Che è più forte della morte. Discendi anche nelle notti e negli inferi di questo nostro tempo moderno secolarizzato e prendi per mano anche coloro che aspettano perché nessuno può sostituirti. Portali alla luce! Sii anche nelle mie notti insonni e oscure con me e conducimi fuori! Aiutami, aiutaci a scendere con te nel buio di coloro che sono in attesa, che gridano dal profondo della loro solitudine verso di te! Aiutaci a portarvi la tua luce! Per intercessione della Regina della pace, dell'amore, della Madre del lungo cammino ad arrivare sempre al "sì" dell'amore, che ci fa discendere e proprio così salire insieme con te! Amen

 

 

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