Madonna

Devozione alla Madonna via al Paradiso e segno di predestinazione (Padre Manelli)

Stefano M. Manelli, in "Tempi di Maria", 2 Giugno 2021

Molto conosciuto, ma sempre bello e significativo questo gentile episodio.

 

Una mamma insegna al suo bambino come fare il segno di croce. Prende la manina e gliela porta alla fronte:

 

– Nel nome del Padre… del Figlio… e dello Spirito Santo. Ma qui il piccolo rimane come pensoso.

 

– Via, piccino, ripeti con me: «In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…».

 

Ma il bimbo la interrompe: – E la mamma dov'è?…

 

Commovente intuizione del bimbo. La presenza della mamma non è affatto secondaria per la vita cristiana. Ossia: la devozione alla Madonna non è affatto un ornamento superfluo di cui spiritualmente si possa fare a meno senza danno alcuno.

 

Al contrario, «Gesù si oscura, quando Maria è nell'ombra», scrisse il padre Faber. Ossia, senza la devozione alla Madonna, decade anche l'amore a Gesù.

 

In questo senso, ad esempio, il grande sant'Alfonso de' Liguori voleva la presenza della Madonna in tutto ciò che faceva. Quando predicava, voleva che l'immagine di Maria stesse sempre sul palco dove predicava. Una volta in un paese non trovò l'immagine di Maria sul palco. Disse allora ai suoi più vicini: «Stasera la predica non farà grande effetto perché non c'è la Madonna». Ma c'è di più.

 

La Chiesa insegna che la devozione alla Madonna è moralmente necessaria al cristiano per salvarsi, perché «è elemento qualificante della genuina pietà della Chiesa» (Marialis cultus, Introduzione). E ancora: «La pietà della Chiesa verso la Vergine Maria è elemento intrinseco del culto cristiano» (ivi, 56). Il papa Giovanni Paolo II conferma anch'egli parlando della «dimensione mariana della vita dei discepoli di Cristo… di ogni discepolo di Cristo, di ogni cristiano» (Redemptoris Mater, 45).

 

Noi non potremo mai diventare conformi a Gesù se non amiamo la Madonna Santissima come Lui. Questo è un «elemento fondamentale» della vita cristiana, diceva il papa Pio XII. La Madonna deve occupare nella nostra vita il posto che la mamma occupa nella famiglia, ossia il posto di centro vitale, di cuore d'amore. Che cos'è una famiglia senza la mamma?

 

Ella ci unisce a Gesù

 

Se Dio ci ha «predestinati a divenire conformi al Figlio suo» (Rm 8,29), la Madonna – dice san Luigi di Montfort – è stata lo stampo che ha formato Gesù, e che continua a formare Gesù in tutti quelli che a Lei si affidano. Scolpire una statua esige un lungo lavoro; servirsi di uno stampo invece è molto più semplice.

 

Per questo i devoti della Madonna possono diventare «conformi a Gesù» nella maniera «più rapida, più facile e più gradita», diceva san Massimiliano Kolbe.

 

Quanto è fuori posto la meschina preoccupazione di chi considera la Devozione alla Madonna con un certo sospetto, o con il metro in mano… perché teme che si possa eccedere compromettendo la pienezza della vita cristiana e della più alta santificazione. È proprio tutto il contrario! Lo insegna benissimo la Chiesa.

 

San Pio X, in una enciclica mariana, raccogliendo la voce dei Padri e dei Santi, scrive: «Nessuno al mondo, quanto Maria, ha conosciuto a fondo Gesù nessuno è miglior maestro e migliore guida per far conoscere Cristo… Per conseguenza, nessuno è più efficace della Vergine, per unire gli uomini a Gesù».

 

Il Concilio Vaticano II ha ribadito che la devozione alla Madonna non solo «non impedisce minimamente l'immediato contatto con Cristo, ma anzi lo facilita» (Lumen Gentium, 60).

 

Il papa Paolo VI aggiunge che la Madonna non solo favorisce, ma ha proprio Lei la missione di unire a Gesù per «riprodurre nei figli i lineamenti spirituali del Figlio primogenito» (Marialis cultus, 57).

 

Quale tesoro, quindi, è un'ardente devozione alla Madonna!

 

Ella ci porta in Paradiso

 

Un giorno san Gabriele dell'Addolorata disse al suo Padre spirituale: «Padre io sono sicuro di andare in Paradiso!».

«E come fai a saperlo» – chiese il padre.

 

«Perché ci sono già. Amo la Madonna, dunque sono già in Paradiso!…».

 

Proprio così. L'amore alla Madonna è segno di predestinazione, è garanzia del Cielo, è amore di Paradiso.

 

Questo è l'insegnamento comune della Chiesa. Basti ricordare qui tre grandissimi Dottori della Chiesa. Sant'Agostino dice che tutti i predestinati si trovano già chiusi nel seno della Madonna; perciò l'amore a Maria è un segno prezioso di salvezza.

 

San Bonaventura dice che «chiunque è segnato dalla devozione a Maria sarà segnato nel libro della vita».

 

Sant'Alfonso de' Liguori, infine, assicura che «chi ama la Madonna può essere così certo del Paradiso come se già vi si trovasse».

 

Se è segno di predestinazione, quindi, la devozione alla Madonna deve starci a cuore come il «tesoro nascosto nel campo» di cui parla Gesù nel Vangelo (Mt 13,44).

 

E anzi, bisogna stare attenti a coltivare davvero la devozione mariana perché san Leonardo da Porto Maurizio arriva a dire che «è impossibile che si salvi chi non è devoto di Maria». E non ha torto. Il perché lo dice san Bonaventura: «come per mezzo di Lei Dio è disceso fino a noi così è necessario che per mezzo di Lei noi ascendiamo fino a Dio», e quindi «nessuno può entrare in Paradiso se non passa per Maria, che è la porta».

 

Perciò, quando san Carlo Borromeo faceva mettere l'immagine della Madonna sulla porta di ogni Chiesa, voleva appunto far capire ai cristiani che non si può entrare nel Tempio del Paradiso senza passare per Maria, «Porta del Cielo».

 

In conclusione, se abbiamo la devozione alla Madonna, custodiamola e coltiviamola con grande cura. Se non l'abbiamo, chiediamola con tutte le forze come dono e grazia principale di questo mese di Maggio. Ricordiamo la splendida sentenza di san Giovanni Damasceno: «Dio fa la grazia della devozione alla Madonna a coloro che vuole salvi». Questa «grazia» occupi tutto il nostro cuore. È una grazia che vale il Paradiso! Aveva ragione san Pio da Pietrelcina di dire che la devozione alla Madonna «vale più che la teologia e la filosofia»; e aveva ragione san Massimiliano di dire che l'amore alla Madonna fa «vivere e morire felici».

 

Tratto da

 

Padre Stefano M. Manelli, Maggio mese di Maria, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.

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