2° Domenica di Quaresima

Gesù sul monte ti sei trasfigurato e i tuoi discepoli hanno contemplato il divino nell'umano affinché, vedendoti poi crocifisso, comprendessero che la tua passione era volontaria cioè libera, di amore e annunciassero al mondo che tu con i tuoi siete veramente lo splendore del Padre


Quest'oggi, seconda domenica di Quaresima, proseguendo il cammino penitenziale, la liturgia, dopo averci presentato domenica scorsa Il vangelo delle tentazioni, delle prove di Gesù nel deserto, ci invita a riflettere sull'evento straordinario della Trasfigurazione sul monte. Considerati insieme, entrambi gli episodi anticipano il mistero pasquale cioè il cammino della nostra vita: la lotta di Gesù e di noi con il tentatore prelude al grande duello finale della Passione, della Morte mentre la luce del suo Corpo trasfigurato anticipa la gloria della Risurrezione, dell'Ascensione al cielo, della meta di tutti noi. Da una parte vediamo Gesù pienamente uomo come noi, che condivide con noi persino la tentazione, la prova; dall'altro lo contempliamo nella persona di Figlio di Dio in un volto umano, che divinizza la nostra umanità nel Battesimo, nella fede, nella speranza e quindi nella carità. In tal modo, potremmo dire che queste due domeniche fungono da pilastri su cui poggia tutto l'edificio, il cammino della Quaresima fino alla Pasqua, ed anzi l'intera struttura di fede, speranza, carità della vita cristiana: davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Secondo i sensi, la luce del sole è la più intensa che si conosca in natura, m, secondo lo spirito, i discepoli videro, per un tempo breve, uno splendore ancora più intenso, quello della divinità dell'umanità di Gesù, che illumina tutta la storia della salvezza.

La montagna – il Tabor come il Sinai – è il luogo della vicinanza con Dio. È lo spazio elevato, rispetto all'esistenza quotidiana, dove respirare l'aria pura della creazione. È il luogo della preghiera, dove stare consapevolmente alla presenza del Signore, come Mosè e come Elia, che appaiono accanto a Gesù trasfigurato e parlano con Lui dell'"esodo" che lo attende a Gerusalemme, cioè della sua Pasqua. La Trasfigurazione è un avvenimento di preghiera: pregando Gesù si immerge in Dio, si unisce intimamente con la sua vera umanità a Lui, aderisce con la propria umanità umana alla volontà di amore del Padre, e così la luce lo invade e appare visibilmente la verità divino-umana del suo essere: Egli è Dio Figlio con Il Dio Padre, il Dio Spirito santo, Luce da Luce. Anche la veste di Gesù diventa candida e sfolgorante. Questo fa pensare al Battesimo, alla veste bianca che indossano i neofiti. Chi rinasce nel Battesimo, anche bambino nella fede dei genitori, viene rivestito di luce anticipando significativamente l'esistenza celeste della meta, che l'Apocalisse rappresenta con il simbolo delle vesti candide (Ap 7,913). Qui è il punto cruciale: la trasfigurazione è anticipo della risurrezione, ma questa presuppone la morte. Gesù manifesta agli Apostoli la sua gloria, perché abbiano la forza di affrontare lo scandalo della croce, e comprendano che occorre passare con fiducia, speranza, amore, attraverso molte tribolazioni per giungere al Regno di Dio. La voce del Padre, che risuona dall'alto, proclama Gesù suo figlio prediletto come nel Battesimo nel Giordano, aggiungendo: "Ascoltatelo cioè all'udire l'obbedire" (Mt 17,5). Per entrare nella vita eterna, nella vita che dura sempre bisogna ascoltare Gesù, seguirlo con amore sulla via della croce, portando nel cuore come Lui la certezza, la speranza della risurrezione. "Spe salvi", salvati nella speranza in tutte le contrarietà. Oggi possiamo dire: "Trasfigurati nella speranza".

Rivolgendoci ora in preghiera a Maria, riconosciamo in Lui la creatura umana pienamente realizzata, trasfigurata interiormente anche sotto la croce dalla grazia di Cristo, e affidiamoci alla sua guida per percorrere con fede e generosità il cammino della Quaresima.

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