Per il cardinale Pell oggi la capacità di vedere Dio è offuscata

Per oltre 400 giorni il cardinale George Pell, 79 anni, ha vissuto in prigione da innocente. Solo, impossibilitato a celebrare Messa. Il diario scritto durante la prigionia verrà pubblicato negli Stati Uniti nella primavera del 2021. Il timone di ottobre 2020 ne pubblica alcuni estratti da cui attingiamo (pp. 19-22)

George Pell

"Ottanta lettere arrivate oggi (venerdì 15 marzo 2019), e ho impiegato un paio d'ore per leggerle. Durante la mia intera vita sacerdotale, tranne forse gli ultimi quattro anni a Roma, sono sempre stato rafforzato ispirato dalla qualità della fede delle persone che ho servito. Tante buone persone, che di solito trascorrono la loro vita silenziosamente. Uno dei misteri della nostra epoca è la crescita dell'incredulità, a volte in uomini e donne la cui vita morale è, o sembra essere, irreprensibile. Agostino sosteneva che i nostri cuori sono inquieti finché non riposano in Dio, ma sembra che molti cattolici non abbiano affatto alcuna ansia al riguardo, come se fossero felicemente sordi. Sono restio a concludere che tutti coloro che non credono non sono buoni. Penso a mio padre, che era un buon uomo, sebbene religiosamente sordo, anche se diventava più solidale verso la Chiesa man mano che il tempo passava […]. A livello generale, credo che l'amore per il benessere, a volte un autentico materialismo, e la rivoluzione sessuale abbiano offuscato la capacità di vedere Dio. E molte persone sono a disagio e senza pace, come si può vedere nelle rotture di matrimoni, nell'alcool, nelle droghe, nella dipendenza dalla pornografia. Gli insegnanti nelle nostre scuole si trovano ora in prima linea per cercare di aiutare e sanare la sofferenza dei bambini dagli errori, dalle sconfitte dei loro genitori, o genitori acquisiti, o "zii". Ricordo l'opera di una graffitista brasiliana: i contratti di divorzio vengono scritti con le lacrime dei loro figli. Qualunque cosa queste forti amareggiate sociali siano, parte dei problemi della Chiesa sono autoinflitti. Se Cristo è il Figlio di Dio, il suo insegnamento ha una autorità peculiare e il suo insegnamento, quando è vissuto, porta a una fioritura umana […] Quando noi crediamo di poter far meglio di Gesù, eliminando gli insegnamenti difficili o minimizzando la preghiera, la fede, la croce, ecc., allora non dovremmo sorprenderci che le persone se ne vadano o non aderiscano. Una religione troppo facile è una falsa religione. Che cosa vogliono cambiare alcune forme riformatrici nella Chiesa? Non mettono mai tutte le loro carte sul tavolo. Fu per me occasione di risveglio quando feci presente a un alto prelato europeo che il primo criterio per essere un buon vescovo testimoniare la fede cattolica e apostolica. Il mio interlocutore schiumava indignazione e disapprovazione. Dio nostro padre, conservaci sempre fedeli al tuo Figlio, nostro redentore, e aiuta i pastori della Chiesa a vedere che la sola unità cattolica si realizza nella tradizione apostolica. L'alternativa è la decadenza sicura (sabato 16 marzo 2019).

La fedeltà a Cristo e al suo insegnamento resta un requisito indispensabile per un cattolicesimo fecondo, per qualsiasi rinnovamento religioso. Per questo l'interpretazione argentina e quella maltese "approvate" di Amoris Laetitia sono tanto pericolose. Esse vanno contro l'insegnamento del Signore sull'adulterio e gli ammonimenti di San Paolo sulle disposizioni necessarie per ricevere adeguatamente la Santa Comunione (domenica3 marzo 2019).

Riparazione

Il mio destino ha serie ripercussioni per la Chiesa, soprattutto in Australia, ma maggiormente per la mia difesa della "Cristianità crocifissa". Pare ci siano pochi dubbi sul fatto che il mio conservatorismo sociale e la difesa dell'etica giudeo-cristiana abbiano acuito l'ostilità popolare, soprattutto tra i laicisti militanti. Credo nella provvidenza di Dio; non ho mai scelto questa situazione, né mi son prodigato per evitarla; ma eccomi qui, e devo fare  di tutto per compiere la volontà di Dio (sabato 9 marzo 2019).

Una donna ritiene che il Signore mi stia facendo riparare per McCarrick, che ho incontrato molte volte. Sarei felice di contribuire un po' a questo, perché egli ha fatto molti danni, resi più profondi dall'insabbiamento e dal suo ritorno [alla vita pubblica] quando Benedetto si è dimesso. La donna spera anche che io non venga trattato male come San Giovanni della Croce, quando era stato imprigionato dai suoi fratelli religiosi. Non vengo trattato male. Questo mi ricorda una conversazione che avevo avuto con padre Kolvenbach, il superiore generale dei Gesuiti, dopo che mi ero scontrato in televisione con il provinciale dei Gesuiti per l'Australia [padre William Uren], riguardo la magnifica enciclica sulla vita morale di san Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor, nel 1993 o 1994. Perlomeno, dissi Kolvenbach, non sono come San Carlo Borromeo, che fu vittima di un tentato omicidio da parte di alcuni religiosi della sua diocesi. "Non ancora", rispose. Grande linguista, Kolvenbach è stato un peso massimo dal punto di vista intellettuale, morale e penso spirituale, degno di guidare i gesuiti, anche se ero stupito da un paio di sue dichiarazioni. Sono assolutamente certo che a Roma, nel complesso, non abbiano più questa raffinatezza spirituale. (martedì 19 marzo).

Altre quarantacinque lettere arrivate oggi (giovedì 4 aprile), che leggo con gratitudine. Qualche giorno fa ho ricevuto una lettera da padre Matthew Baldwin, un sacerdote di Melbourne che sta facendo il dottorato a Roma. Una delle consolazioni di oggi, in mezzo alla turbolenza, è che molti giovani sacerdoti sono spiritualmente solidi e teologicamente ortodossi, al contrario di come eravamo noi dopo il Concilio negli anni sessanta e settanta, allora eravamo spesso confusi e innervositi, con l'odore della rivoluzione nell'aria. Matthew, un caro amico, ha scritto che si sentiva come se stesse scrivendo a Thomas More o John Fisher, "sebbene la tua incarcerazione appaia agli occhi del mondo molto più ignominiosa". È vero. Egli terminava citandole parole di Gesù a San Pietro: "Quando eri giovane, andavi dove volevi", "ma quando sarai vecchio … un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove non vuoi" (Gv 21,18). Anche questo è vero. Spesso le lettere mi fanno fermare a riflettere. Una donna riteneva che "l'inizio della nostra persecuzione come cattolici" è stata quando ho rifiutato la Comunione a coloro che indossavano delle sciarpe arcobaleno nella Cattedrale St. Patrick di Melbourne […]. Potrebbe aver ragione. Con il referendum che ha deciso in favore dei matrimoni omosessuali possiamo aspettarci di incontrare maggiori pressioni alla nostra libertà religiosa di insegnare, nelle nostre svuole, chiese e parrocchie, la dottrina cristiana sulla famiglia, il matrimonio e la sessualità. Una delle mie maggiori preoccupazioni sono le conseguenze a lungo termine dei miei problemi per la Chiesa in Australia. Il danno a breve termine è fuori discussione, mentre i benefici o le benedizioni a breve, e soprattutto a lungo termine sono più difficili da discernere. Un avvocato di Sydney è stato incoraggiante, ripetendomi le affermazioni fatte da altri che in Quaresima c'era stato un aumento delle persone che vanno alla Messa quotidiana nelle parrocchie o al Polding Center. La donna ha aggiunto: "Ma mi creda che c'è qualcosa che si muove nei cuori di molti, che porterà grandi frutti nel tempo. Il vostro periodo di prigionia e la sofferenza potranno ben essere per colti un aiuto perla loro salvezza". Sia come sia, le preghiere per me di molte migliaia di persone non andranno sprecate e finiranno in qualche modo a beneficio del Regno di Dio (lunedì 1aprile 2019).

Occorre pentirsi perché Dio possa perdonare

La prima lettura del Breviario (sabato 23 2019) è tratta ancora dal libro dell'Esodo e racconta della promulgazione, da parte di Dio, di quanto abbiamo reso in modo ordinato nei Dieci Comandamenti (Esodo, capitolo 20). Da adulto, e anche da bambino, li ho sempre considerati essenziali. Cinquant'anni fa, leggendo Bertrand Russel, un noto filosofo ateo, ricordo che diceva che i Dieci Comandamenti sono sempre un esame finale di dieci domande, di cui solo sei necessarie per superarlo. Geniale, ma troppo comodo. In un'altra occasione, mentre stavo spiegando a una psicologa che i comandamenti sono come un binario ferroviario o un'autostrada su cui viaggiare spinti dall'amore, mi rispose che la campagna è molto più interessante dell'autostrada. Si possono vedere molte cose da un treno senza rimanere intrappolati nel deserto! Durante i due Sinodi sulla Famiglia alcuni hanno proclamato ad alta voce che la Chiesa è un ospedale o un porto per i rifugiati. Questa è solo una delle immagini della Chiesa, lontana da quella più utile e importante, perché la Chiesa deve mostrare come non diventare malati, come evitare il naufragio, e in ciò i Comandamenti sono fondamentali. Gesù stesso osserva, ha detto: "Chi osserva i miei comandamenti, rimane nell'amore" (Gv 15,10). La seconda lettura del Breviario (giovedì 21 marzo 2019) è un estratto di sant'Ilario di Poitiers su "benedetto chi teme il Signore". Il timore del Signore non è approvato dall'ala progressista, perché Dio è amorevole, comprensivo e perdona tutti. Costoro non sempre uniscono questi sentimenti all'ovvia premessa che uno debba pentirsi prima che Dio possa perdonare. Ricordo una veemente condanna del "timore del Signore" da parte di un anziano vescovo, e invero la maggioranza dei vescovi votò per rimuovere "il timore di Dio", o "del Signore", dalle traduzioni liturgiche a uno degli incontri dei vescovi australiani. Ilario spiegava che il timore del Signore doveva essere appreso mediante la preghiera, la ricerca della sapienza e dell'intelligenza, contrariamente alla nostra naturale paura di essere colpiti dalla malattia, dai pericoli e dai disastri naturali. Sono a favore del timore del Signore, adeguatamente definito, e non perché io creda che Dio sia crudele, imprevedibile o stile. In molte conversazioni nel corso di decenni, in genere iniziavo con l'insegnamento delle Scritture che solo "l'amore perfetto scaccia il timore" (1 Gv 4,18), e nessuno di noi può dire di amare perfettamente.

Luci di speranza nella confusione

Ieri (lunedì della settimana santa, 15 aprile 2019), quando mi trovavo nel piccolo recinto per l'attività fisica, pregando il rosario […], il prigioniero del recinto accanto irruppe nel canto di una preghiera islamica. Credo che sia colpevole di aver pianificato un attacco terroristico; eravamo entrambi seriamente credenti nell'unico vero Dio, ma eravamo due mondi lontani nel nostro modo di pensare. Nessuna generazione precedente è stata in grado di distrarsi in continuazione come quella attuale. È malsano e sfavorevole a un equilibrio spirituale. Gran parte dei nostri nuovi seminaristi trovano difficile mettere da parte i loro cellulari all'ingresso del seminario. Se guardi agli adolescenti che camminano per strada con le loro teste sepolte nei loro telefoni. È una benedizione per la Chiesa e psicologicamente salutare che i giovani adulti spesso amino il silenzio, la vocazione alla vita mistica, la preghiera dinnanzi al Santissimo Sacramento. Non me lo sarei mai aspettato, perché dopo il Concilio Vaticano II, all'interno della classe illuminata (cui mi sentivo di appartenere), la celebrazione della Benedizione e dell'adorazione erano ritenute totalmente fuori luogo, resti medioevali che erano stati rigettati. 

Nessuno di noi avrebbe mai ritenuto anche solo lontanamente possibile che a Roma, nel 2005, ci sarebbe stato un Sinodo dei vescovi sull'Eucaristia, concluso con il santo padre, i vescovi e tutti gli altri partecipanti che celebravano la Benedizione e che pregavano in adorazione silenziosa (domenica 7 aprile 2019).

Il clima era piuttosto fresco e nuvoloso, ma era ancora piacevole stare fuori. Aspettavo questo momento non solo per la ginnastica, che non è particolarmente godibile, dato lo spazio limitato e squallido, ma per l'aria fresca, l'essere all'esterno, l'essere in grado di vedere il cielo e le nuvole e qualche volta anche il sole. Queste occasioni, una bella doccia calda, la televisione e la teiera, e anche la cordialità delle guardie aiutano a rendere la vita un po' più sopportabile (martedì, 10 aprile 2019). 



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