L'urgenza e la bellezza della castità o rinuncia all'uso della genitalità sia in vista del matrimonio o per tutta la vita per beni superiori

Nel cattolicesimo la castità è considerata una delle virtù più importanti perché legata al rispetto del proprio e altrui corpo in forza del battesimo e degli altri sacramenti ricevuti come figli nel Figlio di Dio Padre nello Spirito Santo. Oggi si presenta anche necessaria, soprattutto fin da adolescenti, di fronte al rischio del delitto dell'aborto

Da "Wikipedia, l'enciclopedia libera" 14 ottobre 2020

La castità è la condizione di chi sceglie di astenersi dall'avere rapporti sessuali, per motivi etici, religiosi e/o filosofici.[1] Per estensione, la parola può venire applicata per riferirsi alla condizione di verginità (vedi la locuzione "casto e puro")[senza fonte][chiarire]; oppure anche all'astinenza sessuale, sia volontaria che non volontaria (vedi per esempio i falsi storici della cintura di castità).


In molti contesti religiosi e culturali il termine viene inteso in accezioni specifiche: nell'ebraismo l'attività sessuale è limitata al matrimonio;[1] nell'islam, il Corano raccomanda la castità in determinati periodi come durante il ciclo mestruale, durante i periodi diurni del ramadan e fuori del matrimonio;[1] nel cristianesimo la castità è considerata una virtù perché legata al rispetto del corpo in forza del battesimo e degli altri sacramenti ricevuti;[1] è strettamente correlata alla temperanza e viene intesa come un astenersi dagli eccessi o dalle implicazioni peccaminose del sesso ed è opposta al vizio capitale della lussuria. Essa comporta la rinuncia all'uso della genitalità o in vista del matrimonio o per tutta la vita e la sublimazione della pulsione sessuale in vista di beni ritenuti superiori.[senza fonte]


In Occidente la castità è stata spesso concepita come mezzo di controllo della sessualità femminile, il rispetto della quale, era richiesto alla donna 'onesta', mentre all'uomo era consentito di avere esperienze sessuali con donne di bassa estrazione sociale o prostitute. L'introduzione della pillola nel secondo dopoguerra ha rappresentato un'importante rivoluzione sociale e ha avuto come conseguenza, tra le altre, anche il declino della castità intesa come valore femminile. Oggi, salvo all'interno di comunità religiose o per scelte personali, la castità è scomparsa come valore sociale nei paesi occidentali.[2]

Cenni storici

La parola deriva dal latino castitas, il nome astratto corrispondente a "castus", che originariamente indicava uno stato "puro" in conformità con la religione greco-romana, diversamente dalla controparte pratica di uno stato mentale "pio" (in latino "pius"), non limitato alla sfera sessuale.


In tempi antichi il valore della castità era oggetto di dibattito sia nella sfera eterosessuale che in quella omosessuale. In particolare, Socrate era un sostenitore delle relazioni pederaste caste tra uomini e ragazzi, in contrapposizione alle relazioni pedagogiche sessuali prevalenti all'epoca. Platone, che trasmise molti di questi insegnamenti ai posteri, è diventato l'eponimo di questo tipo di castità, noto come amore platonico. A causa delle varie proibizioni di intimità sessuali nelle religioni abramitiche (Giudaismo, Cristianesimo, Islam) derivanti dal Decalogo e dalla legge mosaica, il termine è stato spesso associato nella cultura occidentale con l'astinenza sessuale. Tuttavia, in un contesto religioso, il termine è applicabile a persone di tutti gli stati sociali, e ha implicazioni ben oltre la sfera dell'astinenza sessuale.


La castità nelle religioni

Tradizionalmente atti di natura sessuale sono stati proibiti al di fuori del matrimonio nel contesto etico islamico e in quello giudeo-cristiano e considerati peccaminosi. Tra gli atti che solitamente sono considerati contrari alla castità, con varie distinzioni tra le diverse fedi, possiamo riportare a titolo di esempio: masturbazione, fruizione di opere pornografiche, atti sessuali durante il periodo delle mestruazioni e poco tempo dopo il parto, sesso orale, sesso anale, adulterio, prostituzione, fornicazione e altri atti considerati lussuriosi, e così via fino ad azioni considerate illegali nella maggior parte dei Paesi, come lo stupro. La proibizione di alcuni di questi atti si ritrova direttamente nella Bibbia e nel Corano, altri, come la proibizione della contraccezione artificiale, sono derivati dall'interpretazione della Tradizione e non sono riconosciuti da tutte le confessioni.[senza fonte]


Diverse confessioni protestanti, la chiesa ortodossa e la chiesa cattolica non ammettono alcuna forma di rapporto sessuale prima del matrimonio. Molte denominazioni protestanti liberali ammettono i rapporti prematrimoniali purché responsabili. I rapporti prematrimoniali sono di solito condannati in quanto la sessualità nel fidanzamento è incapace di essere segno di un rapporto pieno e definitivo qual è invece per il cristianesimo il matrimonio. Nel periodo successivo diversi teologi cattolici (Valsecchi, Curran, Vidal, associazione teologica americana) proposero possibili eccezioni al precetto dell'astinenza prematrimoniale, tenendo anche conto della prolungata lunghezza dei fidanzamenti tipica dei fidanzamenti nei paesi occidentali ma questi nuovi approcci furono condannati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con il documento Persona Humana.


La chiesa cattolica riguardo al petting afferma nel documento "Orientamenti educativi sull'amore umano" che: "Si vanno sempre più diffondendo tra gli adolescenti e i giovani certe manifestazioni di tipo sessuale che di per sé dispongono al rapporto completo senza però giungere alla sua realizzazione. Queste manifestazioni della genitalità sono un disordine morale, perché avvengono al di fuori di un contesto matrimoniale". Ci sono posizioni più tolleranti all'interno della chiesa al riguardo ma non sono ufficiali e quindi non seguono la Verità rivelata.[senza fonte][chiarire]


L'intimità sessuale tra coniugi all'interno del matrimonio tradizionale è generalmente considerata casta da tutte le confessioni, seppure con vari distinguo tra gli atti sessuali.


La verginità, intesa come lo stato fisico dell'illibatezza, è stato spesso un requisito per certe funzioni religiose, specialmente per sacerdoti e sacerdotesse. Ad esempio le Vergini vestali nell'Antica Roma dovevano rimanere vergini fino all'età di 40 anni, in cui cessava il servizio al tempio.


Il celibato (o "consacrazione alla verginità") è usualmente riferito al clero o ad appartenenti ad istituti di vita consacrata, è il voto con cui la persona si impegna a vivere senza gratificazioni sessuali e senza contrarre matrimonio. Un voto di castità può essere preso anche da laici come parte di una vita religiosa organizzata, come un volontario atto di devozione o come parte di una vita ascetica, spesso devota alla contemplazione. Nella cultura popolare, il voto di castità ha anche una interpretazione più pragmatica; si può fare voto di castità (per esempio per un determinato periodo di tempo) con intento scaramantico e superstizioso, per esempio per "ottenere" che si avveri un determinato desiderio.


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