IV Domenica, Laetare

 

    La liturgia di questa domenica di metà quaresima, denominata "Laetare", invita a rallegrarci, a gioire. Qual è la ragione di questa gioia? Ce lo dice il Vangelo odierno, nel quale Gesù, non pensando ad eventuali colpe, con un po' di terra e di saliva fa del fango come nella creazione e lo spalma sui suoi occhi, guarisce un uomo cieco dalla nascita operando una nuova creazione. La domanda che il Signore Gesù rivolge a colui che era stato cieco costituisce il culmine del racconto: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?" (Gv 9,35). Quell'uomo riconosce il segno divino operato da Gesù e passa dalla luce degli occhi alla luce della fede dell'anima: "Credo Signore!" (Gv 9,38), cioè Figlio di Dio Padre nello Spirito Santo. È da evidenziare come una persona semplice e sincera come un bambino, in modo graduale, compie un cammino di fede: in un primo momento incontra Gesù come un "uomo" tra gli altri, poi lo considera un "profeta", infine i suoi occhi si aprono e lo proclama "Signore". In opposizione alla fede del cieco guarito vi è l'indurimento del cuore dei farisei che non vogliono accettare il miracolo che vedono, perché si rifiutano di accogliere Gesù come Messia di Dio. La folla, invece, si sofferma a discutere sull'accaduto e resta distante e indifferente. Gli stessi genitori del cieco sono vinti dalla paura del giudizio degli altri. E noi che ascoltiamo Dio che in questo momento ci parla nella lettura e nella Tradizione della Bibbia, quale atteggiamento assumiamo di fronte a Gesù risorto, vivo, presente? Anche noi a causa del peccato di Adamo siamo nati "ciechi", ma ricreati nel fonte battesimale fin da bambini siamo stati illuminati dalla grazia di Cristo: come è importante vivere in grazia di Dio con la Confessione! Il peccato aveva ferito l'umanità destinando all'oscurità della morte, ma in Cristo risorto, presente che ricrea, risplende la novità della vita e la meta alla quale siamo chiamati e che dobbiamo ricordare. In Lui risorto, presente e operante soprattutto nella Messa di ogni domenica, rinvigoriti dallo Spirito Santo, riceviamo la forza per vincere il male e operare il bene cogliendolo presente in ogni volto per cui il bene che vogliamo ad ogni persona, lo vogliamo a Lui ed è carità, il rifiuto, l'indifferenza è a Lui e quindi peccato. Infatti la vita cristiana non è solo obbedienza ai comandamenti ma un continuo incontro, una conformazione a Cristo, immagine dell'uomo nuovo, per giungere alla piena comunione con Dio. Il Signore Gesù, presente e operante in chi consapevole per fede si apre a Lui, è "la luce del mondo" (Gv 4,6), perché in Lui "risplende la conoscenza della gloria di Dio" (2Cor 4,6) che continua a rivelare nella complessa trama della storia quale sia il senso dell'esistenza umana. Nel rito del Battesimo, la consegna della candela, accesa al grande cero pasquale simbolo di Cristo Risorto, presente, è un segno sacramentale che aiuta a cogliere ciò che avviene nel Sacramento. Quando la nostra vita si lascia illuminare dal mistero di Cristo, sperimenta la gioia di essere liberata da tutto ciò che ne minaccia la piena realizzazione. In questi giorni che ci separano dalla Veglia pasquale, cui parteciperemo, ravviviamo in noi la consapevolezza del dono ricevuto nel Battesimo fin da bambini, quella fiamma che a volte rischia di essere soffocata, oggi in particolare con la secolarizzazione: la candela che nella Veglia riceveremo e porteremo nelle nostre case! Come è significativo Lui Risorto per la tomba vuota e le apparizioni rimanda a Maria, presente pure per la tomba vuota e le apparizioni in tutta la storia della Chiesa offrendoci come saremo anche noi con la nostra risurrezione alla fine dei tempi. Con le molte apparizioni di Maria alimentiamo questa fede con la preghiera e la carità amando Cristo nel prossimo, consapevoli del peccato non amandolo nel prossimo. 

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