V Domenica di Quaresima

 

   Si tratta dell'ultimo grande "segno" compiuto da Gesù, dopo il quale i sommi sacerdoti riunirono il Sinedrio e deliberarono di ucciderlo; e decisero di uccidere anche lo stesso Lazzaro rianimato e non risorto, che era la prova vivente della divinità di Cristo Signore della vita e della morte. In realtà questa pagina evangelica mostra Gesù quale vero Uomo e vero Dio (ricreare il corpo materiale di Lazzaro sepolto da quattro giorni in decomposizione è solo da Dio creatore). Anzitutto l'evangelista insiste sulla sua amicizia anche umana con Lazzaro e le sorelle Marta e Maria. Egli sottolinea che a loro "Gesù voleva molto bene" (Gv 11,5), e per questo volle compiere il grande prodigio. "Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato, ma io vado a svegliarlo (G 11,11) – così parlò ai discepoli, esprimendo con la metafora del sonno il punto di vista di Dio sulla morte fisica di ogni corpo materiale: Dio  vede la morte del corpo materiale non come la fine ma appunto come un sonno da cui ci si può risvegliare perché l'anima, come invece questo corpo materiale, non si decompone. Gesù ha dimostrato un potere assoluto nei confronti di questa morte corporale. In verità è proprio così: la morte di questo corpo materiale è un sonno per la persona da cui Dio ci può ridestare in qualsiasi momento. Questa signoria sulla morte non impedì a Gesù di provare sincera com-passione per il dolore del distacco. Gesù "si commosse profondamente, si turbò" e infine "scoppiò in pianto" (Gv 11,33.35). Il cuore di Cristo nell'incarnazione è divino-umano: in Lui Dio creatore e l'Uomo creato" si sono perfettamente incontrati e da risorto si incontrano sacramentalmente anche oggi, senza separazione e senza confusione. Egli è l'immagine, anzi, l'incarnazione del Dio che è amore, misericordia per i pentiti dal peccato e si confessano, tenerezza paterna del Padre e materna dello Spirito Santo, del Dio che è Vita, Via in Cristo da Lui e ogni uomo e da ogni uomo a Dio: chi crede, ha fiducia in me, anche se muore nel corpo materiale, vivrà con il corpo spirituale da risorto, con ogni bene senza più alcun male in eterno dopo il giudizio universale. E aggiunse a Marta: "Credi tu in questo?" (11, 25-26). Una domanda che Gesù, attraverso la lettura della Tradizione e della Bibbia, rivolge in questo momento a ognuno di noi di fronte alla decomposizione del nostro corpo materiale; una domanda che certamente ci supera nel ragionare naturalmente, supera la nostra capacità come quella di Marta di comprendere, e ci chiama di affidarci a Lui, come Lui da uomo si è affidato al Padre. Esemplare è La risposta di Marta di non pretendere subito la risurrezione ma da subito la rianimazione del copro del fratello Lazzaro: "Si, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che (da risorto) deve venire nel mondo" (Gv 11,27) e farà risorgere mio fratello come Tu Maria, e tutti noi. Si, o Signore! E intanto adesso dona a mio fratello Lazzaro il segno grande della rianimazione del suo corpo materiale. Anche noi, memorizzando questo grande segno della rianimazione dato in preparazione della tomba vuota e delle apparizioni del Risorto e dell'Assunta, crediamo come Marta, malgrado i nostri dubbi e le nostre terribili oscurità soprattutto oggi con la cultura atea e secolarizzata; crediamo in Te ascoltandoti nell'Eucarestia di ogni Domenica attraverso la tradizione e la Bibbia, costitutive della fede cattolica, perché solo Tu hai parole di vita eterna; vogliamo credere in Te e nella Tua e nostra mamma, che ci doni una speranza affidabile per evitare la disperazione del non credente: con l'aiuto, pur non necessario, delle tue apparizioni e di quelle della mamma nostra, Regina della pace, dell'Amore, Madre del lungo cammino e di tante altre! 

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