II Domenica di Quaresima

 

   Dopo averci presentato domenica scorsa il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, la Parola di Dio di questa seconda Domenica di Quaresima ci invita a riflettere sull'evento straordinario della Trasfigurazione di Gesù sul monte otto giorni prima della preghiera sofferta nell'orto degli ulivi: con i tre apostoli, Pietro Giacomo e Giovanni, presenti alla Trasfigurazione e nell'orto degli ulivi. Considerati insieme, entrambi gli episodi anticipano il mistero pasquale: la lotta di Gesù col tentatore prelude al grande duello della Passione, mentre la luce del suo Corpo trasfigurato anticipa la gloria della Risurrezione. Da una parte vediamo Gesù pienamente uomo come noi, che condivide con noi persino la tentazione; dall'altra lo contempliamo Figlio di Dio, che divinizza la nostra umanità offrendoci la speranza di figli nel Figlio del Padre per opera ello Spirito Santo del Battesimo. In tal modo, potremmo dire che queste due domeniche fungono da pilastri su cui poggia tutto l'edificio della Quaresima fino alla pasqua, ed anzi l'intera struttura della vita cristiana, che consiste essenzialmente nel dinamismo pasquale: dalla morte alla vita. La montagna – il Tabor come il Sinai – è il luogo della vicinanza con l'unico Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. È lo spazio elevato, rispetto all'esistenza quotidiana, dove respirare l'aria pura della creazione. È il luogo della preghiera, dove stare alla presenza del Signore, come Mosè ed Elia, che appaiono accanto a Gesù trasfigurato e parlano con Lui dell'"esodo" che lo attende a Gerusalemme, cioè della sua Pasqua. La Trasfigurazione è un avvenimento di preghiera: pregando l'umanità di Gesù si immerge in Dio, si unisce intimamente a Lui, aderisce con la propria libera volontà umana alla volontà di amore del Padre, e così la luce dello Spirito Santo lo invade e appare visibilmente la verità del suo essere divino-umano: Egli è Dio con noi, Luce da Luce. Anche la veste di Gesù diventa candida e sfolgorante. Questo fa pensare a figli nel Figlio del Battesimo, alla veste bianca che indossano i neofiti. Chi rinasce nel Battesimo figlio nel Figlio del Padre per opera dello Spirito Santo viene rivestito di luce e in grazia di Dio con la Confessione pasquale viene rivestito di luce e di amore anticipando l'esistenza celeste, che l'Apocalisse rappresenta con il simbolo delle vesti candide (Ap 7,9.13). Qui è il punto cruciale: la trasfigurazione è anticipo della risurrezione, ma questa presuppone la passione e la morte. Gesù manifesta agli Apostoli la sua gloria, perché abbiano la forza di affrontare lo scandalo della croce, e comprendano che occorre passare, la Via Crucis di ogni venerdì di Quaresima ci aiuta, attraverso molte tribolazioni e oscurità per giungere al Regno di Dio, alla meta felice di ogni bene senza più alcun male. La voce del Padre, che risuona dall'alto, proclama Gesù suo Figlio diletto incarnato come nel Battesimo nel Giordano, aggiungendo: "Ascoltatelo" (Mt 17,5) cioè congiungete all'udire l'ubbidire con gioia. Per entrare nella vita eterna bisogna ascoltare Gesù attraverso la Bibbia e la Tradizione della Chiesa, seguirlo sulla via della croce, portando nel cuore come Lui la speranza della risurrezione. "Spe salvi", salvati nella speranza. Oggi possiamo dire: "Trasfigurati nella speranza". E le apparizioni di Maria già giunta alla meta anche del corpo ci aiutano.

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