V Domenica di Pasqua
Nella celebrazione del mistero pasquale che abbiamo celebrato passione e glorificazione, venerdì santo e veglia sono strettamente legate fra loro, formano un'unità inscindibile ma l'inizio del come amare è il venerdì santo, frutto la risurrezione della veglia. Gesù infatti afferma: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui" (Gv 13,31) e lo fa quando Giuda esce dal cenacolo per attuare il piano del suo tradimento, che condurrà per amore alla morte del Maestro: proprio in quel momento inizia la glorificazione di Gesù di cui la risurrezione è frutto. L'evangelista Giovanni lo fa comprendere chiaramente: non dice, infatti, che Gesù è stato glorificato solo dopo la sua passione, per mezzo della risurrezione, ma mostra che la sua glorificazione è iniziata proprio con la passione che rivela il modo iniziale del suo amore senza limiti: il premio per noi non è solo dopo morte ma nell'affrontare il sacrificio, perfino il martirio nella gioia per amore con Lui. Nella passione Gesù manifesta la sua gloria, che è l'inizio della gloria dell'amore, che dona tutto sé stesso. Egli, anche umanamente, ha amato il Padre, compiendo la sua volontà fino in fondo, con una donazione perfetta; ha amato l'umanità dando la sua vita per noi peccatori. Così già nella passione viene glorificato, e Dio che è amore, viene glorificato in Lui sulla Croce. Ma la passione – come espressione realissima e profonda del suo amore – è soltanto l'inizio. Per questo Gesù afferma che la sua glorificazione è immediata e sarà anche futura (v. 32). Poi il Signore, nel momento in cui annuncia la sua partenza da questo mondo (v. 33), quasi come testamento ai suoi discepoli per continuare in modo nuovo la sua continua presenza sacramentale da Risorto in mezzo a loro, dà ad essi un comandamento: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri" (v. 34). Se ci amiamo gli uni gli altri, Gesù continua ad essere presente in mezzo a noi, ad essere glorificato nel mondo. Gesù parla di un "comandamento nuovo". Ma qual è la sua novità? Già nell'Antico testamento Dio aveva dato il comando dell'amore; ora, però, questo comandamento è diventato nuovo in quanto Gesù vi apporta un'aggiunta molto importante: "Come io ho amato voi iniziando (con la Croce), così amatevi gli uni gli altri". Ciò che è nuovo è proprio questo "amare come Gesù ha amato". Tutto il nostro amore è preceduto dal suo amore e si riferisce a questo amore. L'Antico Testamento non presentava alcun modello di amore, ma formulava soltanto il precetto di amare. Gesù invece ci ha dato sé stesso come modello e come fonte di amore. Si tratta di un amore senza limiti, universale, in grado di trasformare tutte le circostanze negative e tutti gli ostacoli, perfino il martirio, in occasioni per progredire nell'amore. Ascoltando la sua Parola ci convinciamo interiormente ma per amare come Gesù ci ha amati è possibile solo con quella forza sacramentale di amore che ci viene comunicata soprattutto nell'Eucarestia.
Vorrei raccontarvi un fatto che mi successo come parroco di Torri del Benaco. Avevo invitato al Triduo pasquale un professore di Liturgia che io stesso apprezzavo sull'importanza della Veglia pasquale. Alla liturgia e soprattutto alla processione del Venerdì Santo partecipavano tutti, ma proprio tutti, anche chi era in crisi, mente pochi alla Veglia. Alla domenica il professore ha criticato questa tradizione, dicendo che più importante del Venerdì Santo è la Veglia della Domenica di pasqua, la Risurrezione. Un meraviglioso anziano di novant'anni alza la mano e chiede di andare all'ambone. Conoscendolo l'ho permesso: "Professore chiedo scusa ma non condivido la priorità della Veglia sul Venerdì Santo anche se don Gino è del suo parere, pur non criticando per rispettarci. L'inizio del modo di amarci in Cristo è nel sacrificio del Venerdì Santo, nella Veglia la conseguenza futura. Come nei primi secoli i pagani rimanevano meravigliati del comportamento dei cristiani, notando che c'era tra loro, marito moglie, genitori e figli, fratelli, cittadini un amore fraterno superiore a tutte le difficoltà e dicevano "Vedete come si amano, addirittura fino al martirio". Nella tradizione di Torri per noi il sacrificio, la Via Crucis del venerdì è per amare anche chi ci fa soffrire non solo per il premio oltre la morte ma per la gioia di vivere in tutte le tribolazioni con l'amore di Gesù del Venerdì Santo. Quel professore e anch'io non ho più dimenticato questo intervento dello Spirito. Che La Regina della Pace, dell'Amore, della Madre del lungo cammino, della Madonna del Rosario di Pompei, ci aiuti.
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