C'era grande attesa per il discors o di Putin a Mosca, nel timore che dichiarasse formalmente guerra all'Ucraina, ma così non è stato
Lunedì in Russia ci sono stati i festeggiamenti per il Giorno della Vittoria, una delle feste nazionali più importanti del paese, in cui si ricorda la resa dei nazisti del 1945. La parata militare più importante si è tenuta a Mosca, dove l'evento principale è stato il discorso del presidente russo Vladimir Putin. In molti temevano che nel suo discorso Putin potesse formalmente dichiarare guerra all'Ucraina, ma così non è stato. Il suo è stato un discorso breve e piuttosto cauto, in cui ha ribadito quanto detto più volte in passato a proposito dell'Ucraina, senza mai nominare la parola "guerra" e senza dire esplicitamente quali siano gli obiettivi militari della Russia.
Attualmente infatti, secondo la propria versione, la Russia starebbe compiendo una "operazione militare speciale" in Ucraina. Se avesse dichiarato guerra, la Russia avrebbe potuto mobilitare le risorse dell'intero paese, istituire la legge marziale e arruolare nuovi soldati per dare il cambio a quelli stanchi e demotivati che hanno combattuto fin qui.
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Nel discorso Putin invece ha parlato dell'invasione dell'Ucraina ripetendo quanto aveva detto spesso nelle settimane scorse, descrivendola soprattutto come un'azione di liberazione della popolazione del Donbass. Ha detto che, prima che la Russia invadesse l'Ucraina, i paesi occidentali aderenti alla NATO avrebbero progettato di attaccare il Donbass, e che quindi le azioni russe sono state solo una risposta preventiva. «È stata una decisione forzata, tempestiva e l'unica giusta. La decisione di un paese sovrano, forte, indipendente», ha detto il presidente russo.
Nel suo discorso Putin ha anche detto di aver firmato un decreto per sostenere le famiglie dei soldati morti nel corso dell'invasione dell'Ucraina, affermando che «le perdite tra le forze armate russe sono una tragedia per noi tutti e una perdita irreparabile per le famiglie». È stata un'affermazione sorprendente da parte del presidente russo, dato che la questione dei soldati morti in questi mesi di guerra non è stata quasi mai affrontata pubblicamente dalle autorità russe.
Al discorso di Putin, ha risposto con un video il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che tra le altre cose ha ricordato come anche l'Ucraina celebri il 9 maggio la vittoria sui nazisti, e ha detto che in futuro ci saranno due Giorni della Vittoria, alludendo al fatto che l'Ucraina vincerà la guerra contro la Russia: «Molto presto ci saranno due giornate della vittoria in Ucraina. E a qualcuno non ne rimarrà nemmeno una».
A causa dell'enorme estensione della Russia (il paese ha 11 differenti fusi orari al suo interno) le parate e le commemorazioni non sono iniziate tutte assieme: a Vladivostok, nell'estremo est del paese, il fuso orario è 8 ore avanti, e la parata locale era cominciata diverse ore prima di quella di Mosca. La parata di Vladivostok non ha avuto la grandiosità di quella di Mosca: per le strade della città hanno sfilato pochi mezzi armati e un gran numero di membri della Marina (Vladivostok è importante soprattutto come sede della flotta russa nel Pacifico).
Fin dai tempi dell'Unione Sovietica, il Giorno della Vittoria ha sempre avuto un'enorme importanza nella retorica ufficiale: la vittoria nella Seconda guerra mondiale è uno dei miti fondanti dell'identità nazionale costruita da Putin.
La parata del 9 maggio, che di solito ha toni bellicosi e trionfalistici, ha assunto un'importanza ulteriore dopo l'invasione dell'Ucraina. Alcuni analisti occidentali avevano ipotizzato che Putin e il regime russo sperassero di poter sfruttare l'evento per "dichiarare vittoria" nella guerra, ma questi piani sono saltati a causa della resistenza ucraina: le forze russe sono state costrette a ritirarsi dal nord del paese, e anche a est, nel Donbass, non hanno ottenuto risultati sufficienti da poter essere definiti una "vittoria".
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