Testimonianza su Suor Pura

 

Testimonianza di Mons. Gino Oliosi su Suor Pura Pagani registrata da

Suor Giuliana Simoni e in parte rielaborata per le espressioni che Mons.

Gino lascia in sospeso o mescola ad altre.

L'incontro con Mons. Gino è avvenuto in "Casa Perez" a Negrar (VR) il

6 marzo 2019.

 

Per me, il periodo da tenere presente di aumento di fede, speranza e carità

in Suor Pura, sono i trent'anni di S. Zeno; lì veramente è esplosa tutta la sua

santità. In altri periodi da lei vissuti ci sono sempre delle problematiche. La

problematica più grossa fu a Monte Romano, dove Suor Pura iniziò a vivere

la bellezza del carisma delle Piccole Suore perché, da quello che ho capito,

per la vita spirituale la suora dipende dalla Madre e dalla Superiora, per

l'attività pastorale dipende dal Parroco e dal Vescovo. Questo è il punto più

delicato, e praticamente a Monte Romano, quando la Madre Generale non

voleva che per la quarta volta Suor Pura fosse Superiora e il Vescovo lo

voleva, tramite soprattutto il Vicario delle Religiose, doveva essere la

Madre Generale che trattava col Vescovo, invece ha 'pesato' su Suor Pura

che si è trovata veramente in un momento di disagio tremendo, perché

l'obbedienza al carisma domandava di dare priorità al Vescovo e la Madre

Generale invece domandava priorità a lei (è quanto mi ha raccontato

direttamente Suor Pura; come ha vissuto). Questo aspetto del carisma lei

l'ha raccontato a Padre Cappello e lui l'ha presentato con entusiasmo alla

Commissione Preconciliare di cui ha fatto parte. Questo tipo di carisma,

dove l'aspetto pastorale è al primo posto, ha meravigliato molto quelli della

commissione, ha suscitato entusiasmo alla vigilia di un Concilio pastorale.

Mons. Raspanti, ex parroco di Monte Romano, che era poi entrato a far

parte della Segreteria di Stato, fece incontrare Pio XII a Suor Pura. Pio XII

le raccomandò che facesse il servizio, che poi ha svolto fino alla morte, di

assistere Mons. Fortunato Raspanti.

Da esclaustrata, Suor Pura non portava più il vestito delle Piccole Suore

della S. Famiglia, ma si era fatta un vestito con un'alba sacerdotale.

Fu Padre Pio che la inviò da Padre Cappello. Padre Cappello le fece leggere

anche testi di morale. Suor Pura, infatti, ha congiunto la semplicità di

Piccola Suora della Sacra Famiglia con la consapevolezza di certi problemi

per cui a S. Zeno ha potuto anche incontrare sacerdoti e dare dei

discernimenti che erano veramente obiettivi (da come me li ha raccontati).

A S. Zeno in Mozzo c'è stato il fatto più difficile per la parrocchia e

impegnativo per Suor Pura. Il parroco, Don Luigi Veronesi, si ammalò,

dovette lasciare la parrocchia e lei praticamente la gestì in collaborazione

con Monsignor Andrea Veggio.

È stato molto difficile gestire Don Luigi, perché era problematico. Ma l'ho

sempre vista, anche in queste difficoltà che non sono facili, e chi le ha

 

sperimentate lo può capire, di un equilibrio che solo la fede e la speranza

possono dare, nel senso che anche se non le venivano tanti riconoscimenti,

lei era libera in una maniera eccezionale. La carità poi! Era la piccola che

non voleva che si dicesse di lei, che altri sapessero…, che se ne facesse

notizia.

Quand'era a S. Zeno, l'ho vista totalmente nella linea del carisma di mons.

Giuseppe Nascimbeni. Non voglio generalizzare, perché il resto me l'ha

raccontato, quindi è diversa la constatazione che ho potuto avere a S. Zeno

dal racconto che lei mi ha fatto del resto della sua vita.

A S. Zeno ha vissuto gli anni più efficaci e anche più fecondi, dalla Scuola

dell'Infanzia, alla catechesi, ma anche a tutta una sistemazione della

parrocchia.

Don Luigi Veronesi era venuto alla "Casa del Padre" a Torri del Benaco,

ma non poteva rimanere ospite lì in quelle condizioni di salute, allora io,

che ero parroco a Torri, gli ho chiesto di celebrare la Messa a S. Faustino,

ogni giorno, alle cinque. Si è trovato addirittura un appartamentino; sono

stati anni bellissimi, lui faceva sempre anche l'omelia.

In quel periodo è iniziata la mia conoscenza di Suor Pura, perché lei veniva

a Torri a trovare il suo parroco. Si è instaurato così un rapporto in cui lei si

è aperta molto, mi parlava della sua vocazione, anche delle sue difficoltà,

del dono meraviglioso di Suor Maria Domenica Mantovani. Suor Maria

Domenica le ha voluto un bene enorme e lei diceva che se non ci fosse stato

l'aiuto del Signore attraverso Suor Maria Domenica, non avrebbe avuto il

coraggio che ha dimostrato.

Suor Pura, come donna, era bellissima, quindi c'era sempre chi puntava lo

sguardo su di lei, anche il Vicario episcopale che voleva visitarla a

Castelletto ed era stato annunciato come cugino, ma non era vero. Son tutte

quelle cose che accadono...

Ho visto, soprattutto a S. Zeno, anche per i segni straordinari che il Signore

le aveva donato, che riceveva tantissime persone.

L'ho vista proprio investita da una fede, da una speranza, da una carità

molto grandi.

Certo ci sono stati momenti più difficili che si sono risolti quando è

cambiata la Madre Generale. La nuova Generale, in Capitolo, le ha chiesto

perdono, perché ha capito la situazione in cui si è trovata Suor Pura. Il male

più grande è che molte suore l'hanno sempre conosciuta come

disobbediente; il problema è lì.

Per la sua beatificazione dovrà essere approfondito l'aspetto della sua

situazione: lei ha avuto un trauma, un inizio di malattia polmonare, che

influiva anche psicologicamente. È stato il periodo in cui è uscita anche con

espressioni, con frasi, che possono essere biasimabili, però il problema suo

è dovuto a questa difficoltà. A Monte Romano c'è stato anche il problema

politico e tante altre cose. Però io non l'ho mai sentita accusare, o avere atti

 

di ribellione. Io l'ho conosciuta e sentita nel periodo di S. Zeno, per me

proprio stupendo.

L'elemento primo del carisma della Piccola Suora era la collaborazione con

i sacerdoti e quindi l'attività in parrocchia e Suor Pura di questo è stata direi

una testimone meravigliosa. Per esempio, la pastorale riguardava

soprattutto la liturgia e quindi l'Eucarestia era al centro, la catechesi, la

carità. I tre ambiti in cui lei ha dato una testimonianza anche a Vicenza

(Cavazzale). E a S. Zeno in Mozzo in modo particolare perché si è trovata

nella situazione del parroco ammalato, ammalato non fisicamente, ma

depresso, però ha saputo gestire benissimo anche questa situazione.

Dopo il mio trasferimento da Torri, anche Don Luigi non ha potuto

rimanere ed è venuto qui in "Casa Perez". Quando sono venuto a trovarlo,

sono stato un'ora con lui e non ha detto nulla, alla fine ha detto:

"Bisognerebbe che avvenisse quello che è avvenuto con Suor Pura, là a

Torri", per dire che era un ricordo molto bello il suo.

È un peccato non far arrivare, attraverso Suor Pura, il carisma delle Piccole

Suore, soprattutto il carisma della vita parrocchiale, della collaborazione

con i sacerdoti!

Anche Maria Domenica è un'altra figura stupenda. Il fondatore aveva un

carattere abbastanza forte e lei una tenerezza senza limiti, una femminilità

stupenda. Così è stata Suor Pura, ha dato questo esempio, tutto su un

orizzonte di fede, di speranza, e proprio per l'amore gratuito di Dio, perché

anche la gratuità è sempre stata una delle caratteristiche del suo donarsi.

Io l'ho vista nel momento migliore, lei però mi ha raccontato che ha vissuto

momenti difficili. Io la conosco dal suo racconto, quindi a livello

documentale bisogna sempre fare l'ipotesi di opinione, non è che io

assolutizzi.

Credo sia importante prendere i trent'anni di S. Zeno come quelli ideali per

la vita di fede, speranza e carità, gli altri sono problematici. Ma pur essendo

problematici, pur avendo anche da parte di Suor Pura delle espressioni

infelici, lei l'ha riconosciuto, soprattutto quando non stava bene, quando è

stata mandata a Verona, è stata mandata in Svizzera e diceva: "Confesso di

aver anche espresso degli scritti…, ma mi sono 'scappati', per la difficoltà

in cui mi trovavo".

In questi casi, quanto ci sia di suo anche di debolezza, nel viverli…, però la

debolezza nel viverli è una cosa, la debolezza non testimoniale è un'altra.

Se pensiamo a come è rimasta fedele, nonostante l'obbligo della

esclaustrazione, è una testimonianza bellissima, perché poteva benissimo

andarsene. Per me ha influito molto l'indicazione di Padre Pio di andare da

Padre Cappello, ma anche il rapporto con Padre Cappello è stato

provvidenziale in un momento del genere.

Suor Pura ha sofferto di questa attenzione da parte del Vicario per le

religiose e cosa poteva fare? Anche in questo, io ho recepito la tentazione

 

che c'è stata di dare sempre la colpa alla donna. Lui aveva l'approvazione

del Vescovo, invece da parte della Madre generale c'era poco rapporto sia

con lui che con Suor Pura. A me sembra d'aver colto questo, ma anche qui

può esserci un limite da parte mia.

Ho sentito che di Suor Pura si esaltano dei fatti straordinari che sono

successi e questo è secondario alla santità; la santità è l'elemento fede,

speranza e carità.

A San Zeno, nella Scuola dell'Infanzia, veramente Suor Pura si è donata in

una maniera eccezionale, anche con i bambini era stupenda. In un primo

momento lei stessa aveva delle critiche. Per me Suor Pura è: San Zeno!

Anche nello sviluppo della positio si dovrebbe tener conto di questi anni, lei

è stata ineccepibile.

 

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