Domenica VI durante l'anno

Nell'attuale rivoluzione morale invochiamo la Vergine di Lourdes per il cammino quaresimale, per il frequente ricorso al sacramento della Confessione, il Sacramento del perdono che oggi va riscoperto soprattutto per i giovani ma anche per gli anziani


Domenica scorsa abbiamo visto che Gesù, nella sua vita pubblica, ha guarito molti malati, rivelando che Dio vuole per l'uomo ciò che nell'intimo tutti desideriamo cioè la vta, la vita in pienezza che raggiungeremo oltre la morte. Il Vangelo di questa domenica (Mc 1,40-45) ci mostra Gesù a contatto con la forma di malattia considerata a quei tempi la più grave, tanto da rendere la persona "impura" e da escluderla dai rapporti sociali: parliamo della lebbra. Una speciale legislazione (Lv 13-14) riservava ai sacerdoti il compito di dichiarare la persona lebbrosa, cioè impura, non da avvicinare, non toccabile; e ugualmente spettava al sacerdote constatarne la guarigione e riammettere il malato risanato alla vita normale.

Mentre Gesù andava predicando per i villaggi della Galilea, un lebbroso considerato un grande peccatore gli si fece incontro e gli disse:" Se Tu vuoi, puoi purificarmi!". Gesù, di fronte a una fede esplicita, non sfugge al contatto con quell'uomo, anzi, spinto da intima partecipazione alla sua condizione, addirittura stende la mano e lo tocca – superando il divieto legale – e gli dice: "Lo voglio, sii purificato!". In quel gesto e in quelle parole di Cristo c'è tutta la storia della salvezza, c'è incarnata la volontà dell'amore di Dio di guarirci, di purificarci dal male che ci sfigura e che rovina le nostre relazioni. In quel significativo contatto tra la mano di Gesù e il lebbroso viene abbattuta ogni barriera tra Dio e l'impurità umana, tra il Sacro e il suo opposto, non certo per negare il male e la sua forza negativa, ma per dimostrare che l'amore di Dio è sempre più grande di ogni peccato, più forte di ogni male, anche di quello più contagioso e orribile: è questo il Vangelo perenne, anche di oggi. Gesù ha preso su di sé le nostre infermità, si è fatto "lebbroso" perché noi fossimo purificati. La Nuova Alleanza cioè la Nuova Storia di Amore, la lieta notizia di un amore divino sempre più grande di ogni peccato, di ogni male cioè il Vangelo fonda fiducia, speranza, carità per tutti e sempre.

Uno splendido commento esistenziale a questo Vangelo è la celebre esperienza di san Francesco, che egli riassume all'inizio del suo Testamento: "Il Signore dette a me, frate Francesco d'incominciare a fare penitenza nel cammino quaresimale così: quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara, impossibile vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro, impossibile mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo" (FF, 110) In quei lebbrosi, che Francesco incontrò quando non consapevole era ancora "nei peccati cioè senza la gioia del perdono – come egli dice -, era già presente Gesù risorto; e quando Francesco ebbe il coraggio di avvicinarsi a uno di loro e, vincendo il proprio brezzo, lo  abbracciò, Gesù guarì Francesco dalla sua lebbra, cioè dal suo orgoglio con la freddezza verso tutti, e lo convertì rendendolo consapevole dei propri peccati, della propria lebbra all'amore di Dio sempre più grande di ogni peccato, di ogni male. Ecco la vittoria di Cristo, che è la nostra guarigione profonda in un cammino quaresimale verso la Confessione pasquale e la nostra risurrezione a vita nuova nella Comunione di Pasqua-

Nella storia della Chiesa dei tempi moderni ci sono state quattro rivoluzioni contro la fede cattolica: quella di Lutero nel 1517, dell'illuminismo del 1789, del marxismo del 1917, della morale nel 1968 che stiamo vivendo con la perdita della consapevolezza del peccato, della lebbra spirituale e quindi la gioia del perdono. Mercoledì inizieremo il cammino quaresimale verso la Confessione e Comunione pasquale. "Ritornate a me con tutto il cuore". L'appello alla conversione affiora come tema dominante in tutto il cammino quaresimale. Già nell'antifona della Messa delle Ceneri sentiremo che il Signore dimentica e perdona i peccati di quanti si rendono conto della causa di tutti i mali; nella colletta si invita il popolo cristiano, quelli che in questi giorni si preparano al cammino quaresimale a pregare perché ciascuno intraprenda "un cammino di vera conversione" per non cadere nei rischi psicologici di disperazione oggi divenuti frequenti con la pandemia che ci mette nella tentazione di pensare solo al virus per la salute del corpo dimenticando la Confessione per la salute dell'anima. Nella prima lettura di mercoledì, il profeta Gioiele esorta a far ritorno al Padre "con tutto il cuore, con digiuni e sobrietà, con pianti e lamenti, con gesti di carità generosa …perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male e ricco di benevolenza" (2,12-13). Che ricchezza trovare nel telefonino le letture con la possibilità di prepararsi all'ascolto, magari in famiglia, tra amici: è Dio che ci parla! La promessa di Dio è chiara: se il popolo cioè la comunità parrocchiale, non solo i singoli, ascolterà l'invito a convertirsi anche socialmente, Dio farà trionfare la misericordia e i suoi amici saranno colmati di innumerevoli favori in questo momento di grave crisi. Con il salmo responsoriale (quanto importanti sono e da ripetere reciprocamente nei momenti comuni di preghiera), l'assemblea liturgica fa proprie le invocazioni del più quaresimale dei salmi, il salmo 50, domandando al Signore di creare in noi con la Confessione pasquale "un cuore puro", di rinnovare in noi "uno spirito saldo" nell'attuale rivoluzione morale. Vi è poi la pagina evangelica, nella quale Gesù, mettendoci in guardia dal tarlo della vanità che porta all'ostentazione all'ipocrisia, alla superficialità e all'autocompiacimento, ribadisce di nutrire la rettitudine del cuore. Egli mostra al tempo stesso il mezzo per crescere in questa purezza di intenzione: coltivare l'intimità con il Padre celeste che vede e provvede. Le letture nel telefonino sono quelle del giorno e per prepararsi ci sono tante pubblicazioni. C'è la seconda lettura ai Corinti di san Paolo: "Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio" (5,20). Questo invito dell'Apostolo suona come un ulteriore stimolo a prendere sul serio l'appello quaresimale alla conversione e alla Confessione. Paolo ha esperimentato in maniera straordinaria la potenza della grazia di Dio, la grazia del Mistero pasquale di cui la stessa Quaresima vive. Egli si presenta a noi come "ambasciatore" del Signore. Chi allora meglio di lui può aiutarci a percorrere in maniera fruttuosa questo itinerario di interiore conversione? Nella prima Lettera a Timoteo scrive: "Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io", ed aggiunge: "Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanto la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in Lui per avere la vita eterna" (1,15-16). L'apostolo è dunque cosciente di essere stato scelto come esempio, e questa sua esemplarità riguarda proprio la conversione, la trasformazione della sua vita avvenuta con la certezza dell'amore di Dio più grande di ogni peccato, di ogni male. "Prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento - egli riconosce di non essere nato santo e di aver percorso parte della sua vita contro Cristo – ma mi è stata usata misericordia … e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato" (ibid. 1, 13-14). L'intera sua predicazione, e prima ancora, tutta la sua esistenza missionaria furono sostenute da una spinta interiore riconducibile all'esperienza fondamentale della "grazia". "Per grazia di Dio sono quello che sono – scrive ai Corinzi -…ho faticato più di tutti loro (gli apostoli), non io però, ma la grazia di Dio che è con me" (1 Cor 15,10). Si tratta di una consapevolezza che affiora in ogni suo scritto ed ha funzionato come una "leva" interiore su cui Dio ha potuto agire per spingerlo in avanti, verso sempre ulteriori confini non solo geografici, ma anche spirituali.

Quest'anno sono 61 anni di sacerdozio e i più belli li ho passati pastoralmente in queste parrocchie: Spiazzi, San Fermo, Torri, Santi Apostoli. E in tutte le parrocchie al centro la liturgia, soprattutto il cammino quaresimale e come ringrazio il Signore per chi mi telefona ricordando.

Invochiamo la Verine Maria, la Madre del cammino quaresimale nell'attuale rivoluzione morale che ci preservi da ogni macchia di peccato, ci aiuti ad evitare il peccato e a fare frequente ricorso al Sacramento della Confessione, il Sacramento del Perdono, che oggi soprattutto per i giovani va riscoperto ancor più nel suo valore e nella sua importanza per la nostra vita cristiana. 

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