Prima Domenica di Quaresima

 La memoria dell'esperienza post-battesimale di Gesù nel deserto per cogliere in modo particolare la presenza di Dio nella sua umanità spinge ogni cristiano a vivere il cammino quaresimale nella memoria del proprio Battesimo in cui siamo diventati figli nel Figlio per opera dello Spirito Santo e quindi fratelli

 

 

In questa prima domenica di Quaresima nella memoria del proprio Battesimo, in contriamo Gesù che, dopo aver ricevuto il battesimo nel fiume Giordano da Giovanni il Battista (Mc 1,9), subisce la tentazione nel deserto (Mc 1,12-13). La narrazione di san Marco è concisa, priva di dettagli che leggiamo negli altri due Vangeli di Matteo e di Luca. Il deserto di cui si parla ha diversi significati nel clima di questo tempo liturgico. In Terra Santa, ad ovest del fiume Giordano e dell'oasi di Gerico, si trova il deserto di Giuda, che per valli pietrose, superando un dislilivello di circa mille metri, sale fino a Gerusalemme. Dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni, Gesù si addentrò in quella solitudine quaresimale condotto dallo Spirito Santo, che si era posato su di Lui consacrandolo nella sua umanità e rivelandolo quale Figlio Amato dal Padre. Nella quaresima del deserto, luogo di prova per interiorizzare umanamente ciò che aveva ricevuto come mostra l'esperienza del popolo d'Israele, appare con viva drammaticità la realtà della kenosi, dello svuotamento della persona divina incarnata, che si è spogliato della forma di Dio (Fil 2, 6-7). Lui, che non ha peccato e non può peccare, si sottomette alla prova e perciò può compatire la nostra infermità (Eb 4,15). Si lascia tentare da Satana, l'avversario, che fin da principio e in continuità si oppone al disegno salvifico di Dio in favore degli uomini, favorendo, vincendo la tentazione, la loro adesione.

Il deserto si cui si parla ha diversi significati. Può indicare lo stato di abbandono e di solitudine, il "luogo" della debolezza dell'uomo dove non vi sono appoggi e sicurezze naturali, dove la tentazione si fa più forte. Ma esso può indicare un luogo di rifugio e di riparo, come lo fu per il popolo di Israele scampato dalla schiavitù egiziana, dove si può esperimentare in modo particolare la presenza di Dio. Analogo può essere il deserto della pandemia. Gesù "nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana" (M 1,13). Il Signore ha voluto esperimentare l'attacco del tentatore per difenderci e istruirci col suo esempio.

Che cosa può insegnarci questo episodio per la nostra quaresima? Fare deserto vuol dire limitare la propria affettività sensibile, la spinta al successo temporale, l'eccessiva attenzione al proprio io a favore della fraternità. Come leggiamo nel Libro dell'Imitazione di Cristo, "l'uomo non è mai del tutto esente dalla tentazione finché vive …ma è con la pazienza e con la vera umiltà che diventeremo più forti di ogni nemico (Liber I, c. XIII); con la pazienza e l'umiltà di seguire magari ogni giorno il Signore nella Messa, impariamo a costruire la nostra vita non al di fuori di Lui e come se non esistesse e non ne avessimo bisogno, impariamo a costruire la nostra vita, il nostri rapporti in Lui e con Lui, perché è la fonte della vera vita, della felicità. La tentazione di rimuovere Dio soprattutto nell'attuale secolarizzazione, di mettere ordine da soli in sé stessi e nel mondo contando solo sulle proprie capacità disperando quando da anziani vengono meno, è sempre presente nella storia di ogni uomo. Quasi di sfuggita, nella brevità del racconto, di fronte alla figura oscura e tenebrosa che osa tentare il Signore, appaiono gli angeli, figure luminose e misteriose ma reali cui pensare e invocare. Gli angeli, dice il vangelo, "servivano" Gesù (Mc 1,13); essi con il contrappunto di Satana. "Angelo" vuol dire "inviato". In tutto l'Antico Testamento troviamo queste figure, che nel nome di Dio invocati aiutano e guidano gli uomini. Basta ricordare il Libro di Tobia, in cui compare la figura dell'angelo Raffaelle, che assiste il protagonista consapevole in tante vicissitudini. La presenza rassicurante dell'Angelo del Signore accompagna il popolo di Israele in tutte le sue vicende buone e cattive. Alle soglie del Nuovo Testamento, Gabriele è inviato ad annunciare a Zaccaria e a Maria i lieti eventi che sono all'inizio della nostra salvezza; e un angelo, del quale non si dice il nome avverte Giuseppe, orientandolo in quel momento di sofferta incertezza. Un coro di Angeli reca ai pastori la buona notizia della nascita del Salvatore; come pure saranno degli angeli ad annunciare alle donne la notizia gioiosa della risurrezione. Alla fine dei tempi, gli angeli accompagneranno Gesù nella sua venuta nella gloria (Mt 25,31). Gli angeli servono Gesù, che è come persona divina superiore ad essi, e questa sua dignità viene qui, nel Vangelo, proclamata in modo chiaro, seppure discreto. Infatti anche situazione di estrema povertà e umiltà, quando è tentato da Satana, Egli rimane il Figlio di Dio, il Messia, il Signore. Ma Gesù proclama che "il tempo è compiuto e il regno di Dio ' vicino" (Mc 1, 15), annuncia che in Lui accade qualcosa di nuovo: Dio si rivolge all'uomo in modo in modo inaspettato, con una vicinanza unica concreta, piena di amore.; Dio si incarna ed entra nel mondo dell'uomo per prendere su di sé il peccato, per vincere il male e riportare l'uomo nel mondo di Dio. Ma questo annuncio è accompagnato dalla richiesta continua in quaresima di corrispondere ad un dono così grande. Gesù infatti aggiunge: "convertitevi cioè cambiate mentalità e credete nel Vangelo cioè nella vita oltre la morte" (Mc 1,15).; è l'invito ad avere fede nella presenza di Dio e convertire ogni giorno la nostra vita alla sua volontà con la nostra buona volontà, orientando al bene la nostra vita alla sua volontà, orientando al bene ogni nostra azione e pensiero, anche nei momenti in cui la sensibilità non ci aiuta. Il tempo di Quaresima e è il momento propizio per rinnovare e rende più saldo il nostro rapporto con Dio, attraverso la preghiera quotidiana, i gesti di penitenza soprattutto il venerdì anche con la Via Crucis, le opere di carità fraterna così urgenti con la pandemia.

Supplichiamo con fervore Maria Santissima, l'Addolorata perché accompagni il nostro cammino quaresimale con la protezione e ci aiuti ad imprimere nel nostro cuore l'attesa della Confessione e Comunione di Pasqua.

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