10 gennaio 2017

Gesù: “…Esci da costui” 
Martedì della prima settimana durante l’anno

La Parola di Dio, la Parola del Signore attraverso la Scrittura punta a farci comprendere sempre più chi è Gesù Cristo nell’aspetto divino e umano per natura, per renderci sempre più consapevoli a cosa è destinato ogni io  per grazia.
Agli inizi dell’evangelizzazione si è accentuato l’aspetto divino, un secolo dopo l’aspetto umano fino all’arianesimo. Lo Spirito Santo attraverso la Chiesa insistette sulle due
nature in una sola persona, quella del Figlio unico di Dio, consunstanziale al Padre nello Spirito Santo E dalla Lettera agli Ebrei la Parola di Dio che abbiamo ascoltato richiama i due aspetti e il passo di oggi quello umano: “Che cosa è ogni uomo perché di ricordi lui? Di poco l’hai fatto inferiore agli Angeli, di gloria e di onore lo ha coronato e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi”.
Nell’uomo Gesù, morto, risorto, asceso al cielo, la vocazione dell’uomo al dominio dell’universo si attua in modo perfetto. Nel racconto della creazione si legge che Dio ha costituito  ogni uomo signore di tutte le creature, ma allo stato attuale delle cose questa vocazione non può essere pienamente realizzata. Soltanto Cristo, con la sua morte e risurrezione, primizia di tutti noi figli nel Figlio, ha ottenuto una umanità rinnovata e può avere il dominio su tuttala creazione, cui anche noi siamo destinati.
Nel Vangelo vediamo che Gesù all’inizio della sua predicazione dimostra questa realtà divinamente umana. San Marco racconta nel suo modo caratteristico: vede le cose come se stessero allora accadendo sotto i suoi occhi e tutte avvengono “subito”: subito di sabato Gesù entra nella sinagoga, subito un uomo che vi si trova, si mette a gridare, subito la fama si diffonde… Qui Marco mette in evidenza due tratti importanti:” Insegnava come uno che ha autorità propria, e non come gli Scribi, non come i rabbini che si rifanno alle Scritture, oppure ad un antico maestro, o alla tradizione. Gesù parla con autorità propria: è il Figlio di Dio con un volto umano e può parlare come maestro che sopra di sé non ha nessun altro maestro. Questo è chiarissimo nel Discorso della Montagna: “Avete sentito che fu detto agli antichi …Ma io vi dico …”. Gesù dà un comando diverso, più perfetto.
L’altra cosa che colpisce la gente è che davanti a Gesù, i demoni, gli spiriti maligni si sentono in pericolo e perciò si sforzano di combattere e si smascherano:: “Un uomo posseduta da uno spirito immondo si mise a gridare: “Che c’entri tu con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci!”. Davanti a Gesù non ha potuto di fare a meno di smascherarsi nel far soccombere nella tentazione, di coinvolgere nel male e Gesù allora può scacciarlo: “Gesù lo sgridò: ‘Taci, ed esci da costui!”, anche qui con grande autorità. Non possiede quindi, anche oggi presente sacramentalmente, risorto. Solo l’autorità di un maestro che insegna una dottrina, ma l’autorità sopra il Maligno, come diceva Paolo VI, “Il demonio è all’origine della prima disgrazia dell’umanità. E’ il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo Essere oscuro e conturbatore esiste davvero e con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e avventure nella storia umana”.
Nella preghiera che ci ha insegnato diciamo non indurci, abbandonarci alla tentazione, liberaci dal Male cioè dal Maligno, come ci dice il Compendio, cioè liberaci dal rischio di soccombere nelle cose maligne : lo spirito di  discordia, lo spirito  di vana compiacenza, lo spirito egoismo, di indifferenza di fronte ai bisogni dei fratelli potendoli aiutare. La consapevolezza della presenza continua di Gesù e di Maria lo smascheri e lo cacci per non soccombere.

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