XVI Domenica

XVI Domenica A (Mt 13,24-43) "Lasciate che buon grano e zizzaniacrescano insieme fino alla mietitura" poiché, con il libero arbitrio, è impossibile impedire ed estirpare i vizi o escludere la misericordia fino al momento della morte

 

Sapendo che le parabole sono state pronunciate da Gesù in una barca, ancorata presso la spiaggia lungo la costa del Mar di Galilea, viene da chiedersi comedoveva svolgersi la scena. Immaginiamo acque tranquille e silenziose e una moltitudine incuriosita, pigiata sulla riva ad ascoltarlo e vederlo, mentre invece Gesù sta nella barca, seduto su una panca un leggio rustico, pronunciante affascinanti metafore.

Nel corso dei secoli, si era sviluppata tra i giudei una mentalità trionfalistica a proposito dell'agognato Messia. Essi sostenevano che al suo arrivo si sarebbeinaugurato un regno stabile, splendido, giusto, e si sarebbe vista l'eliminazione dei peccatori e una conseguente instaurazione di una nuova era. Evidentemente questo ragionamento si fondava su premesse già di per sé irragionevoli, che portavano fideisticamente ad una conclusione del tutto equivoca: nella loro logica non tenevano in considerazione che la creazione, creata tutta buona, storicamente era stata ferita dal peccato originale ed e ferita da quelli seguenti.

A causa dell'influenza dei farisei, il trionfdei buoni – che di fatto sarà folgorante solo nel Giudizio Finale – era visto erroneamente da quegli ebrei comel'essenza di un'era storica caratterizzata dalla supremazia della virtù senza la necessità di un nuovointervento storico di Dio cioè senza una Incarnazione. E qui si trova uno dei principali obiettivi della parabola della zizzania e del buon grano: rettificare la distorta visione farisaica, oggi quella secolarizzata sulla possibilità di una purificazione naturale è un'illusione. Oltretutto, questo getta una luce insuperabile sullo sviluppo della Chiesa Cattolica nel corso dei secoli, da molteplici punti di vista.

Per trarre oggi il maggior profitto dalla sapienza del Risorto che ci parla, è molto utile raffigurarci la scena, i costumi, e persino la psicologia di quei tempi. Questo procedimento non solo ci permette di assaporare ampiamente la profondità di ogni passaggio, ma ci rende anche più facile trasporre le applicazioni alla nostra vita attuale.

Il Vangelo della scorsa domenica ci ha introdottoin questa settimana di sette parabole pronunciate e che pronuncia adesso a noi il Risorto (Mt 13,1-23). Come abbiamo visto che è avvenuto allora e sentiamo che avviene oggi, Egli ha scelto la riva del lago per proferirle. A quei tempi i rumori del mondo moderno, con motori di ogni genere, non esistevano, neppure nell'immaginazione. La vita era moto organica e scorreva tranquillamente.

Era veramente benefico il silenzio vicino ad acque tranquille. Inoltre, la riva in leggero declino costituiva uno splendido e naturale anfiteatro che consentiva al Signore di sedersi nella barca mantenendo un contatto visivo con tutti i presenti. La sua voce, chiara e forte, si faceva sentire facilmente anche da coloro che si trovavano nel punto più lontano. Si trattava di un pubblico abituato alle immagini del mondo agricolo usate da Gesù in quell'occasione e Gesù afferma il Regno dei Cieli "si può immaginare a un uomo" che getta buona semente, poiché in caso contrario, i frutti non sarebbero buoni. La terra infatti si caratterizza per la sua fedeltà, cioè essa ritorna quello che è stato dato. Se la semente è di cattiva qualità, dello stesso tenore sarà il raccolto. Ma il momento cruciale "mentre tutti dormivano venne il nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò". Tutti gli interpretiattualizzano il mentre dormivano Vescovi, Sacerdoti, Genitori cioè coloro che nella Chiesa delle anime hanno il compito di vigilare e che dormono mentre il diavolo lancia la sua semente clandestinamente e senza che nessuno lo denunci. Gesù non ha affermato che il nemico ha praticato i male "perché tutti dormivano" ma mentre tutti dormivano. Il gesto del nemico non potrebbe essere più cattivo. Una pessima azione mossa soltanto da un odio profondo e da una grande invidia. Il pubblico lo ascolta, come in questo momento noi, ci rendiamo conto della presenza di questa erba cattiva, l'oglio, nella piantagione, sparsa dal nemico clandestinamente, di notte, mentre tuttidormivano.

La malizia del diavolo: non è andato a seminare una volta che non c'era niente da danneggiare; ma quando i lavori sono già finiti, allora si danneggia il campo e gli interessi dell'agricoltore. È lampante l'azione del nemico: "seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Egli ha approfittato e oggi approfitta nella scuola, nella chiesa, nella società per metter in pratica la sua cattiva azione. E in questo particolare il Vangelo di oggi riafferma un forte invito: Papa, vescovi, sacerdoti, genitori "vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole" (Mt 26,41). C'è con la ferita del peccato originale e dei peccati attualidentro di noi in stato latente, la concupiscenza. Il Signore ha seminato e semina ogni domenica il buon grano. Lo ha fatto creando Adamo ed Eva e oggi con la Sua Parola. Ma da parte sua, il demonio cioè l'angelo ribelle ha seminato fin dagli inizi e semina continuamente zizzania.

"Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve la zizzania" che spiritualmente fa scomparire l'entusiasmo della fede e la buona volontàdell'impegno morale.

Allora i servi buoni andarono dal padrone: "Padrone, non hai seminato del buon seme nel campo? Da dove viene la zizzania?" Tutto l'essere nella creazione è buono, ma storicamente con il peccato originale e quelli attuali c'è anche l'inclinazione al male. I ferventi vogliono un mondosenza la minima macchia, senza peccato, senza ingiustizie, fatto di soli buoni. Ma questo può realizzarsi solo oltre la morte, anche con la purificazione del purgatorio, ma temporalmente il bene e il male camminano insieme. "No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altra crescano insieme fino alla mietitura. Dio ci ama con il perdono fino alla morte, allora la zizzania coglietela e legatela in fastelli, bruciatela: il granoinvece riponetelo nel mio granaio". Molte occasioni di sofferenza, penitenza sono offerte ai buoni dai cattivi. Traspare qui la grande misericordia di Dio, il quale non permette che le creature si precipitino subito sul peccatore dopo il peccato, ma concede a quest'ultimo l'opportunità con la Confessione di pentirsi e ottenere il perdono. Ecco il punto centrale del Vangelo di oggi: giudicate le azioni, i discorsi ma non le persone perché la coscienza la vede soltanto Dio e Lui con Maria fa di tutto per salvare.

 

1

Commenti

Post popolari in questo blog

Anglicani

I peccati che mandano più anime all'inferno

Nove mesi di novena alla Madonna, fino al 25 dicembre