L'obbediente al Vaticano II porta in sé l'intera storia dottrinale della Chiesa non potendo tagliare le radici di cui l'albero vive

L'attuale problema di fondo non è la moderna cultura illuministica ma, in questo momento storico, la cultura illuminista egemonica, radicale, che pone lreligioni in subordine ad essa con un conseguente dogmatismorelativista.

Tratto da Roberto Regoli "Oltre la crisi della Chiesa" (pp. 282-283)

Tale cultura "conduce sempre più sull'orlo dell'abisso verso l'accantonamento totale dell'uomo, della persona e può trovare una risposta solo in una nuova impostazione in grado di cercare di vivere e indirizzare la propria vita "veluti si Deus daretur, come se Dio ci fosse".  Il 1 aprile 2005 il cardinale Ratzinger in una conferenza a Subiaco, presso il monastero di Santa Scolastica, in occasione del ricevimento del premio San Benedetto, sull'Europa nella crisi attuale delle culture. In quell'occasioneRatzinger riconosce, purtroppo, egemonica, dogmatica nell'attuale momento storico la moderna cultura illuminista radicale, che pone le religioni in subordina ad essa. Tale cultura viene definita dai "diritti di libertà" (concezione non chiaramente definita), che sono in via di formazione in ordine al divieto di discriminazioni, in quanto "ci sono diritti dell'uomo contrastanti, come per esempio nel casodel contrasto tra la voglia di libertà della donna e il diritto della vita del nascituro, tra la libertà al diritto anche al suicidio assistito"

Per il cardinale la filosofia sottostante alla modernista cultura illuministica contemporanea, radicale, dogmatica, non esprime la compiuta ragione dell'uomo, ma soltanto una parte di essa, che contro la ragione modernisticamente esclude Dio dal discorso pubblico, relegandolo contro la ragione all'ambito soggettivo di ogni coscienza. A suo avviso, la "vera contrapposizione che caratterizza il mondo di oggi non è quella tra diverse culture religiose, ma quella tra la radicale emancipazione dell'uomo da Dio, dalle radici metafisiche o creaturali della vita, da una parte, e le grandi culture metafisiche o religiose dall'altra".

Il problema di fondo si chiama relativismo, che per Ratzinger non è altro che un "dogmatismo"modernista. A suo modo di vedere, tale cultura"conduce sempre più sull'orlo dell'abisso, verso l'accantonamento totale dell'uomo" e può trovare una urgente risposta solo in una nuova impostazione in grado di cercare di vivere e indirizzare la vita "veluti si Deus daretur", come se Dio ci fosse".Propone allora all'Europa e quindi al Mondo un nuovo, moderno incontro tra cristianesimo e illuminismo, che vale la pena riportare in una lunga citazione:

Il cristianesimo, fin dal principio, ha compreso sé stesso come la religione del logos, come la religione secondo ragione, illuminista …In quanto religione dei perseguitati in quanto religione universale, al di là dei diversi Stati e popoli, ha negato allo Stato il diritto di considerare la religione come una parte dell'ordinamento statale, postulando così la libertà della fede. Ha sempre definito gli uomini, tutti gli uomini come persone senza distinzioni, creature di Dio e immagine di Dio, proclamandone in termini di principio, seppure nei limiti imprescindibili degli ordinamenti sociali, la stessa dignità. In questo senso l'illuminismo è di origine cristiana ed è nato non a caso proprio ed esclusivamente nell'ambito della fede cristiana. Laddove il cristianesimo, contro l sua natura, era purtroppo diventato tradizione e religione di Stato. Nonostante la filosofia, in quanto ricerca di razionalità – anche della notrafede – sia sempre stata appannaggio del cristianesimo, la voce della ragione era stata troppo addomesticata. È stato ed è merito storico dell'illuminismo non radicale, moderno, averculturalmente ridato alla ragione, anche al Concilio, la sua propria voce. Il Concilio Vaticano II, nella costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporanea, ha nuovamente evidenziato questa profonda corrispondenza tra cristianesimo e illuminismo, cercando di arrivare a una vera conciliazione tra Chiesa  e modernità, che è il grande patrimonio da tutte  le parti. Con tutto ciò, bisogna che tutte e due le parti riflettano su sé stesse e siano pronte a correggersi.

A partire dal 19 aprile 2005, il discorso cardinalizio di Ratzinger diviene papale, senza alcun cambiamento.

 

 

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