ASCENSIONE DEL SIGNORE

ASCESNSIONE DEL SIGNORE (Lc 24,46-53) "Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo"

 

Non si tratta di un abbandono, perché Egli, non più fisicamente presente, sacramentalmente rimane sempre con loro- oggi con noi, con me in grazia di Dio - in una forma nuova cioè sacramentale.

San Bernardo di Chiaravalle spiega che l'ascensione al cielo di Gesù si compie in tre gradi: "Il primo è la gloria della risurrezione, il secondo il potere di giudicare e il terzo sedersi alla destra del Padre" con ciascuno di noi.

Tale evento è preceduto dalla benedizione dei discepoli preparati con i quaranta giorni da risorto in attesa di ricevere il dono dello Spirito Santo come figli nel Figlio, come celebreremo domenica prossima, affinché la salvezza sia proclamata ovunque nella Confessione alla libera accoglienza del perdono.

Gesù stesso dice loro: "Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso" cioè la Persona trinitaria delloSpirito Santo (cfr 24,47-49).

Il Signore attira lo sguardo degli Apostoli, preparati nei quaranta giorni, - il nostro sguardoconfessati, il mio sguardo – verso la meta, il Cielooggi a Messa – per ravvivare loro come percorrere la strada dell'amore più grande del peccato durante la vita terrena.

Egli, tuttavia, non più condizionato dalla presenza fisica, rimane sacramentalmente nella trama umana, vicino sacramentalmente a ciascuno di noi e guida il nostro cammino cristiano di diventare come Lui: è compagno dei perseguitati a causa della loro fede in Lui, è nel cuore di quanti sono emarginati perché cristiani, è presente in coloro a cui è negato, fin dal grembo materno, il diritto alla vita.

Possiamo ascoltare, vedere e toccare sacramentalmente il Signore  Gesù nel suo corpo che è la Chiesa, specialmente mediante la Parola e i Sacramenti […aprendo anche noi al Cielo oltre la morte del corpo, pregustando la via alla meta, al Cielo oltre la morte del corpo, già temporalmente la vita divina di figli nel Fio e quindi di fratelli.

Un autore russo nel Novecento, nel suo testamento spirituale, scriveva: "Osservate più spesso le stelle. Quando vi accade un peso nell'animo. Guardate le stelle o l'azzurro del cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete".

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