V Domenica

 

In questo episodio, la guarigione della suocera di Simone, appare simbolicamente tutta la missione di Gesù. Gesù venendo dal Padre, l'Amante, si reca nella casa dell'umanità, sulla nostra terra e trova un'umanità ammalata, ammalata di febbre, soprattutto di quella febbre che sono le ideologie, le idolatrie, oggi soprattutto la dimenticanza di Dio in una totale secolarizzazione. La storia del mondo è intrisa di peccato, soprattutto della dimenticanza di Dio, ma il nostro Dio, Padre di ogni Benedizione, non si arrende di fronte al male che compiamo e continua a cercarci e ad annunciarci il Bene grande dell'adozione a figli, desiderando che ritorniamo a Lui e viviamo insieme con gioia, per sempre nella sua casa (Luca 15). Ogni vocazione personale è sempre, prima di tutto, una chiamata a stare con Gesù, perché "in Lui è la Vita" (Giovanni 1,4): "passando lungo il mare" della nostra esistenza Egli per primo ci "vede" (ciò significa che ci "benedice") mentre siamo impegnati nella nostra quotidianità, fatta di fatiche e a volte di delusioni, di "reti da gettare" e talora "da riparare", e non disdegna le nostre energie e capacità, tante o poche che siano, ma promette di potenziarle perché portino frutto in ciò che non perisce. La parola che raggiunge i fratelli "Simone e Andrea", "Giacomo e Giovanni", cambia per sempre la loro vita e la vita del mondo: è Cristo, il logos di Dio, l'unico che da senso ad ogni esistenza e trasforma la storia; Egli chiede a ciascuno di seguire Lui e "dimorare in Lui" (Giovanni 15,4), per trasformare la vita con Lui! E il Signore ci dà la sua mano, ci solleva e ci guarisce. E lo fa in tutti i secoli anche oggi; ci prende per mano con la sua parola, e così dissipa le nebbie delle ideologie, delle idolatrie. Prende la nostra mano nei sacramenti, la Confessione e l'Eucaristia di ogni Domenica, ci risana dalla febbre delle nostre passioni e dei nostri peccati mediante l'assoluzione nel sacramento della riconciliazione. Ci dà la capacità di alzarci, di stare in piedi davanti a Dio e davanti agli uomini. Il Signore cioè Dio uno e trino, si incontra con noi, ci prende per mano, ci solleva e ci sana sempre di nuovo con il dono della sua parola, il dono di sé stesso nell'Eucaristia di ogni Domenica. Questa donna appena guarita si mette a servirli, dice il Vangelo. Subito comincia a lavorare, ad esser a disposizione degli altri, e così diventa rappresentanza di tante buone donne, madri, nonne, donne delle diverse professioni, che sono disponibili, si alzano e servono, e sono anima della famiglia, anima della parrocchia. Gesù parla con il Padre, questa è la fonte e il centro di tutte le attività di Gesù; vediamo la sua predicazione, le guarigioni, i miracoli e infine la passione, escono da questo centro, al suo essere col Padre. E così questo Vangelo ci insegna il centro della fede e della nostra vita cioè il primato di Dio. Dove Dio non c'è, anche l'uomo non è più rispettato. Solo se lo splendore di Dio rifulge sul volto dell'uomo, l'uomo immagine di Dio è protetto da una dignità che poi da nessuno deve essere violata. E la Madre del lungo cammino ci benedice nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

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