Sarah, bordate a Fiducia supplicans

Nico Spuntoni in "ECCLESIA" – 08 – 01 - 2024 

Contro "Fiducia supplicans" è sceso in campo Robert Sarah. Il cardinale guineano ha bocciato su tutta la linea la Dichiarazione del Dicastero per la dottrina della fede autorizzata dal Papa. Lo ha fatto in una riflessione pubblicata dal vaticanista Sandro Magister nel suo blog Settimo Cielo. Il prefetto emerito della Congregazione per il culto divino non ha usato giri di parole per rilevare come «la confusione, la mancanza di chiarezza e di verità e la divisione hanno turbato e oscurato la festa di Natale di quest'anno». Il riferimento è inequivocabile: il testo uscito fuori dall'ex Sant'Uffizio proprio il 18 dicembre scorso. Prima Sarah se l'è presa con quei media e quei vescovi che sostengono che la Chiesa incoraggia la benedizione di coppie formate da persone dello stesso sesso: «Non fanno che generare errori, scandali, dubbi e delusioni», ha sentenziato il cardinale.

 

Poi, però, il porporato non ci ha girato attorno ed ha puntato l'indice in direzione di "Fiducia supplicans", la Dichiarazione che «non ha saputo correggere questi errori e fare opera di verità» ma, anzi, «con la sua mancanza di chiarezza, non ha fatto che amplificare la confusione che regna nei cuori e alcuni addirittura se ne sono impadroniti per sostenere il loro tentativo di manipolazione». Alla luce di ciò, il cardinale si è chiesto cosa si può fare per combattere la «confusione che il divisore ha seminato fin nel cuore della Chiesa».

 

Ed ha indicato ai fedeli una risposta: «Non discutiamo con il divisore. Non entriamo in discussione con la dichiarazione "Fiducia supplicans", né con i diversi suoi utilizzi che abbiamo visto moltiplicarsi. Semplicemente rispondiamo con la Parola di Dio e con il Magistero e l'insegnamento tradizionale della Chiesa». Questo, per il cardinale africano, non può cambiare. E ribadire la verità oggettiva degli atti alle persone coinvolte in unioni omosessuali sarebbe «la prima delle misericordie».

 

La riflessione dell'ex prefetto, figura molto cara a Benedetto XVI, ha richiamato i passaggi già noti del Catechismo e gli appoggi nelle Sacre Scritture, così come il magistero di San Giovanni Paolo II e del suo successore. «L'unica cosa da chiedere alle persone che vivono una relazione contro natura è di convertirsi e di conformarsi alla Parola di Dio», ha scritto Sarah. Il prelato è figlio della Chiesa africana, in prima linea nella contestazione della Dichiarazione del dicastero per la dottrina della fede.

 

Il porporato ha difeso la "sua" Chiesa dalle critiche esplicite ed implicite arrivatele in queste settimane per la posizione contraria alle benedizioni arcobaleno. «A causa di Cristo e per la fedeltà al suo insegnamento e alla sua lezione di vita - ha spiegato Sarah - le è impossibile accettare ideologie disumane promosse da un Occidente scristianizzato e decadente». Ne ha elogiato i vescovi definendolo, nella loro povertà, «gli araldi di questa verità divina di fronte alla potenza e alla ricchezza di alcuni episcopati d'Occidente». Un richiamo diretto ad una parte dei vescovi del Nord Europa, gli unici ad esultare per la pubblicazione di "Fiducia supplicans".

 

 

Ma lo sguardo di Sarah non si è concentrato solo sul recente passato e sul presente: da parte sua è arrivato, infatti, un allarme sul futuro prossimo, nello specifico sulla seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità. Senza perifrasi, il cardinale ha scritto: «Tutta questa confusione, suscitata dalla dichiarazione "Fiducia supplicans", potrebbe riapparire sotto altre formulazioni più sottili e più nascoste nella seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità, nel 2024, o negli argomenti di coloro che aiutano il Santo Padre a scrivere l'esortazione apostolica post-sinodale.

 

Satana non tentò il Signore Gesù per tre volte? Dovremo vigilare sulle manipolazioni e i progetti che alcuni stanno già preparando per questa prossima sessione del Sinodo». Un j'accuse non equivocabile da parte di un pastore sempre prudente. Sarah, inoltre, ha bocciato il concetto allargato di benedizione tanto caro al cardinale Víctor Manuel Fernández. Il porporato guineano, sulla linea di quanto già affermato dal suo confratello tedesco Gerhard Ludwig Müller, ha invitato a non cadere in quelli che ha chiamato «vani cavilli a proposito del significato della parola benedizione». Non ci può essere alcuna legittimazione del peccato, ha scritto Sarah ed ha citato l'esempio di San Paolo che di fronte al rifiuto della conversione e all'irrigidimento non pronuncia parole di benedizione. Infine, il cardinale ha concluso la sua riflessione citando proprio papa Francesco: «Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio».

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