Meditazione, un lasciarsi amare
Meditazione/Un lasciarsi amare
di Eremita "Duc in altum" – 14 settembre 2025
Qui c'è un mistero grande. Gesù parla a Nicodemo, un uomo che conosceva bene la Legge, un fariseo, uno che cercava Dio ma nella notte. E tu, forse, come lui, vieni nella notte, con i tuoi dubbi, con la tua vita che non capisci, con i tuoi peccati, con le tue paure. E Gesù ti dice una parola che non è filosofia, non è una teoria, ma è vita: nessuno è salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. Tu non puoi salire. Non ce la fai. Non con i tuoi sforzi, non con le tue preghiere perfette, non con le tue opere. Tutto è grazia. È lui che discende, è lui che viene a cercarti.
E poi Gesù ricorda quel segno nel deserto: il serpente di bronzo innalzato da Mosè. Gli israeliti erano stati morsi dai serpenti, stavano morendo, come noi, morsi dal peccato, dalle passioni, dalle idolatrie che ci distruggono. E Dio non toglie i serpenti, non elimina il male con un colpo di bacchetta magica. No. Dice: guarda il serpente innalzato. Guarda il segno della tua morte appeso là. E chi guarda, vive. Così anche oggi: guardare Cristo innalzato sulla croce, vedere in lui la tua morte, il tuo peccato, la tua ribellione, e lì scoprire l'amore di Dio.
Perché Dio ha tanto amato il mondo. Non ha amato un mondo bello, pulito, fatto di gente buona. No. Ha amato questo mondo, con le sue guerre, con i suoi tradimenti, con la sua pornografia, con la sua violenza, con la tua miseria, con la mia. Dio non ha avuto schifo di te. Ti ha amato al punto di consegnare il suo Figlio. Non un angelo, non un profeta, ma l'unico, l'amato. Lo ha dato, lo ha consegnato alla croce. E tu pensi che Dio voglia condannarti? No! Gesù dice: non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo.
Allora la croce non è la sedia del giudice che ti accusa, ma è il segno dell'amore che ti salva. Tu guardi il crocifisso e non vedi un fallimento, ma il cuore del Padre aperto per te. E allora nasce la fede. La fede non è uno sforzo, non è un peso, ma è un lasciarsi amare, è un guardare e ricevere. È dire: sì, io credo che tu mi ami così, che tu sei venuto per me, che anche se cado mille volte, tu sei la mia vita eterna.
Guarda la croce. Forse oggi sei nella notte, come Nicodemo. Non capisci, ti senti perso, pensi che la tua vita sia un disastro. Ma proprio lì Dio ha tanto amato il mondo. Ti ha amato proprio adesso, così come sei. E ti dice: credi, non temere. Io non sono venuto per giudicarti, ma per darti la vita. Una vita che non finisce, una vita eterna.
Eterna non significa solo dopo la morte. Significa adesso, dentro la tua storia, dentro le tue ferite, una vita che nessuno ti può togliere. Guardare a Cristo innalzato e ricevere da lui la pace, la gioia, la speranza. Questa è la buona notizia: non sei solo, non sei condannato, sei amato.
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