XXV Domenica

XXV Domenica A (Mt 20,1-16) "Sei invidioso perché io sono buono". Matteo da pubblicano, pubblico peccatore, diventò immediatamente discepolo di Cristo e da  "ultimo" si trovò "primo", grazie alla logica di Dio, che – per nostra fortuna, per grazia, gratuitamente – è diversa da quella del mondo

 

Gesù racconta [ … ] la parabola del padrone della vigna che a diverse ore del giorno chiama operai a lavorare nella sua vigna. E alla sera dà a tutti la stessa paga, un denaro, suscitando la protesta di quelli della prima ora. È chiaro che quel denaro rappresenta la vita eterna, dono che Dio riserva a tutti. Anzi, proprio quelli che sono considerati "ultimi", se lo accettano, diventano "primi", mentre i "primi" possono rischiare di finire "ultimi". Un primo messaggio di questa parabola sta nel fatto stesso che il padrone non tollera, per così dire, la disoccupazione nell'arco della vita: vuole che tutti siano impegnati nella sua vigna. E in realtà l'essere chiamati è già la prima ricompensa: poter lavorarenella vigna del Signore, mettersi al suo servizio, collaborare alla sua opera, costituisce di per sé un premio inestimabile, che ripaga ogni fatica. Ma lo capisce solo chi si sente amato e ama il Signore e il suo Regno cioè la Vita eterna; chi invece lavora unicamente per la paga temporale non si accorgeràmai del valore di questo inestimabile tesoro attraverso il lavoro storico.

A narrare la parabola è san Matteo, apostolo ed evangelista [ … ] Mi piace sottolineare che Matteo, in prima persona, ha vissuto questa esperienza (Mt 9,9). Egli, infatti, prima che Gesù lo chiamasse, faceva di mestiere il pubblicano e perciò era considerato pubblico peccatore, escluso dalla "vigna del Signore". Ma tutto cambia quando Gesù, passando accanto al suo banco delle imposte, lo guarda con quello sguardo del divino amore e gli dice: "Seguimi". Matteo si alzò e lo seguì posticipando tutto il temporale. Da pubblicano diventò immediatamente discepolo di Cristo, altro Cristo. Da "ultimo" si trovò "primo", grazie alla logica di Dio, che – per fortuna, per grazia, per dono superiore ai nostri meriti -è diversa da quella del mondo fino, tra i dodici, a diventare ispirato per il Vangelo. "I miei pensieri non sono i vostri pensieri – dice il Signore per bocca del profeta Isaia -, le vostre vie non sono le mie vie" (Is 55,8).

E la Vergine, la Regina dell'amore, della pace, la Madre del lungo cammino di questa logica di Dio è madre meravigliosa per far cogliere l'amore misericordioso del suo divin Figlio crocefisso e risorto, presente.

 

 

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